Benvenuti a... Termini Svedese? Così l’ex Fiat può rilanciarsi producendo batterie elettriche - QdS

Benvenuti a… Termini Svedese? Così l’ex Fiat può rilanciarsi producendo batterie elettriche

Benvenuti a… Termini Svedese? Così l’ex Fiat può rilanciarsi producendo batterie elettriche

Vittorio Sangiorgi  |
martedì 21 Marzo 2023

La proposta della scandinava Italvolt è attualmente tra le più solide per il rilancio del sito industriale

TERMINI IMERESE (PA) – Soltanto poche settimane fa il Quotidiano di Sicilia ha voluto riaccendere i riflettori sulla vertenza Blutec e sulla crisi, lunga oltre undici anni, del polo industriale di Termini Imerese. Dalle colonne di questo giornale avevamo sostenuto la necessità di trovare una soluzione, di rilanciare un’area dalle enormi potenzialità che era stata però abbandonata a sé stessa. In quell’occasione – anche con il contributo di operatori del settore – abbiamo avanzato nuovamente l’ipotesi (così come era stato già fatto nell’aprile del 2021) di realizzare nel polo termitano una fabbrica di batterie per auto elettriche. Una proposta che adesso sembra concretizzarsi.

La cronaca di questi giorni, infatti, ha raccontato un’importante novità, che va proprio in questa direzione: la società svedese Italvolt e il suo Ad Lars Carlstrom, infatti, hanno annunciato l’intenzione di realizzare un progetto, dal valore di tre miliardi, per acquisire l’area e installare una giagafctory. Un progetto ambizioso, ancora nelle sue fasi embrionali, che lo stesso Carlstrom ha illustrato a grandi linee in una serie di incontri e vertici tra Palermo e Termini Imerese. Certo, la strada è ancora lunga perché – rispetto all’ammontare totale dell’investimento – il capitale al momento disponibile è di 5 milioni, ed è quello messo a disposizione dall’Ad facendo ricorso a finanze personali.

Uscendo alla scoperto e muovendo i primi passi ufficiali Italvolt ha smosso le acque e ha – questa è la sensazione – “suonato la sveglia” per quelle istituzioni che fino ad ora avevano mantenuto un atteggiamento, per così dire, attendista rispetto alla risoluzione della vertenza. Non è un caso, infatti, che il ministero delle Imprese e del Made in Italy abbia deciso di convocare un tavolo di crisi per il prossimo 4 aprile e che stia lavorando alla stesura di un apposito bando, atto indispensabile per avviare la ripartenza del sito.

Senza contare, poi, che la proposta della società svedese potrebbe “solleticare” altri competitor, rimasti finora nell’ombra, decisi a prendere parte alla procedura competitiva. E, da questo punto di vista, emerge già qualche indiscrezione: tra i soggetti interessati, infatti, sembrerebbe esserci Ross Pelligra, presidente del Catania SSD, la società che ha riportato il calcio nella città dell’elefante e che mira a una rapida risalita dei colori rossazzurri verso l’empireo calcistico nazionale. L’imprenditore italo-australiano, a capo del Pelligra Group, ha più volte chiarito la sua volontà di investire sul territorio siciliano, al di là dell’ambito sportivo e ha dalla sua la forza dell’azienda che porta il suo nome, vero e proprio colosso attivo nella progettazione e riqualificazione urbana ed edilizia. Vedremo se questi rumor saranno confermati e se emergeranno altri soggetti intenzionati a rilanciare l’area, ma di sicuro la nota positiva è che – finalmente – si inizia a respirare aria nuova dalle parti di Termini Imerese.

A ricostruire i primi approcci di Italvolt con la città è il sindaco Maria Terranova che, ai microfoni del Qds, spiega: “Come Amministrazione comunale abbiamo accolto una richiesta avanzata giorni fa dalla società, che chiedeva di poter incontrare il territorio per presentare il proprio progetto. Per dovere istituzionale e al di là delle specifiche tematiche l’abbiamo accolta e in tempi brevi abbiamo organizzato il tutto. Abbiamo invitato il Consiglio comunale, il Comitato dei sindaci del comprensorio, che segue da sempre la vertenza e che è al fianco dei lavoratori, e le parti sindacali. Il progetto, chiaramente, al momento è stato presentato solo in maniera sommaria e non sono stati approfonditi alcuni dettagli. Dal canto nostro abbiamo ascoltato con interesse e attenzione”.

Interrogata sulle indiscrezioni che porterebbero a Ross Pelligra, Terranova chiarisce: “Al momento so solo quanto si apprende da fonti giornalistiche. Il Comitato dei sindaci, come abbiamo potuto rilevare, non ha partecipato a tavoli in Regione o altrove. Attendiamo ovviamente la convocazione ministeriale ma le informazioni ricevute fino a oggi provengono solo dalla stampa. Nessuna comunicazione ufficiale mi è pervenuta in quanto sindaco di Termini Imerese, né tantomeno è giunta ai colleghi del territorio. In questo caso siamo stati informati soltanto perché la società svedese ha scelto questa linea di condivisione”.

Finalmente, lo si accennava prima, qualcosa si muove anche a livello istituzionale, visto il tavolo ministeriale in programma il 4 aprile e la convocazione del Comune termitano presso l’assessorato regionale alle Attività produttive per un meeting previsto proprio nella giornata di oggi. L’appuntamento romano dovrebbe essere, di fatto, l’ultima tappa prima che venga redatto ed emesso il bando. Per lo meno questa è la convinzione di Edy Tamajo, assessore regionale al ramo, che dopo l’incontro informale con l’Ad della Italvolt ha detto: “Ci siamo impegnati con decisione in questi mesi per tracciare un percorso di rilancio dell’ex stabilimento Fiat. Diverse riunioni sono state fatte, sempre ascoltando le parti coinvolte e lavorando al fianco dei sindacati e degli operai. Dopo tanti anni siamo alla fase finale. Mi auguro che il vincitore dell’avviso sia una realtà imprenditoriale seria, che rilanci l’area produttiva e riesca a garantire i livelli occupazionali, elemento per noi di primaria importanza. Da troppi anni i cittadini di Termini Imerese aspettano risposte. Il messaggio che sto cercando di trasmettere attraverso il mio lavoro è creare sinergie per rendere la Sicilia attrattiva, anche attraverso la sburocratizzazione dei processi necessari all’insediamento degli imprenditori”.

Interpellato dalla nostra redazione per un ulteriore commento e per entrare nel dettaglio della vicenda Tamajo ha comunicato la volontà di “non esprimere pareri rispetto a potenziali concorrenti di un bando ministeriale”.

Ma cosa prevede, nel dettaglio, il piano Italvolt? Per rispondere a questa domanda al momento possiamo fare riferimento solo a quanto detto da Carlstrom in questo “tour” siciliano. Primo nodo quello dei finanziamenti: “Faremo ricorso al mercato dei capitali, abbiamo diverse opzioni, tutte internazionali”. In merito alle perplessità di quanti, in questi giorni, hanno ricordato il progetto (della stessa natura) naufragato a Ivrea Carlstrom rassicura: “Lì abbiamo avuto problemi con i proprietari dell’area. Qui a Termini possiamo utilizzare le strutture esistenti e accelerare il nostro approdo sul mercato”.

Altro nodo focale quello delle tecnologie e dei contatti con le case automobilistiche. Riguardo al primo aspetto – secondo quanto detto dai vertici societari nel corso della presentazione – sarebbe stato chiuso un accordo con StoreDot, sviluppatore israeliano di batterie agli ioni di litio per veicoli elettrici. Inoltre sarebbero in corso le interlocuzioni con importanti costruttori automobilistici. Di sicuro la capacità di stare sul mercato e di essere competitivo – nel caso in cui il progetto di Italvolt fosse quello vincente – sarebbe fondamentale vista la futura costruzione di un’altra gigafactory, nella cittadina molisana di Termoli, sotto l’egida di Stellantis in joint venture con Total Energy e Mercedes-Daimler.

Ma qual è stata la risposta del territorio, dei sindacati e dei lavoratori Blutec a questi primi approcci? Lo spiega ancora il sindaco Terranova: “Da parte loro, così come da parte nostra, c’è un atteggiamento di ascolto, interesse e attenzione su ciò che accadrà. Chiediamo investimenti seri e credibili per il territorio, perché serietà e credibilità sono sinonimo di competitività. Un investimento, per essere serio e credibile, deve essere coerente con la mission e con la vision del territorio. Deve, insomma, integrarsi con essi. Non si può prescindere, inoltre, da una valutazione dei livelli occupazionali e di specializzazione che porta: bisogna verificare l’impatto e la valenza sociale dell’investimento sul territorio. Affinché l’investimento sia accettabile per il nostro territorio, poi, deve necessariamente essere sostenibile dal punto di vista ambientale. La salvaguardia dell’ambiente e la difesa dall’inquinamento devono permeare ogni scelta, dalla più piccola alla più grande, che riguarda e riguarderà la nostra comunità. Questi quattro elementi sono assolutamente fondamentali per valutare credibilità e serietà dell’investimento. Certo, deve essere sostenibile anche da un punto di vista economico, ma questo tipo di valutazione spetta al ministero. Quelle che ho elencato sono le priorità del Comune, che mi sembrava doveroso ribadire. Ripeto, c’è la massima disponibilità e il massimo ascolto, ma anche la massima attenzione. Perché questa comunità, e mi riferisco all’intero comprensorio, è stata mortificata ed ha subìto umiliazioni negli anni. Non ci possiamo permettere, quindi, ulteriori scivoloni ed ulteriori errori”.

Non resta, dunque, che attendere gli sviluppi di questa vicenda e le mosse ufficiali da parte delle istituzioni competenti. Che il futuro dello stabilimento di Termini Imerese sia rappresentato da una fabbrica per batterie di auto elettriche o da altre soluzioni industriali, poco importa. Chi di dovere valuterà e sceglierà l’opzione migliore, quella che offrirà maggiori garanzie. Ciò che conta davvero, quello che ci auspichiamo è che – dopo anni di buio e di sofferenze – i lavoratori ed il territorio tutto possano finalmente uscire “a riveder le stelle”.

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