Il segretario Dem non ha dubbi nel definire l'esperimento Licata interessante e immaginarsi che lo stesso possa ripetersi. Ovunque.
Conoscere il nome del principale sfidante non è particolarmente importante. Non quanto cercare di unificare le opposizioni al governo Schifani in chiave antidestra. Anche a Catania. Parola del segretario regionale dei Democratici, Anthony Barbagallo che non ha dubbi nel definire l’esperimento Licata interessante e immaginarsi che lo stesso possa ripetersi. Ovunque.
Barbagallo, il candidato Trantino e il progetto per Catania
Che il principale competitor si chiami Enrico Trantino, noto penalista e in politica da tempo, non importa al segretario regionale del Pd. “Noi guardiamo a casa nostra, al nostro campo – dice. Del centrodestra ci interessa poco: abbiamo il nostro modello di città che è alternativo rispetto alle logiche di potere che l’hanno governata in questi anni, rispetto ai disastri dell’amministrazione uuscente, rispetto alla visione di città che non c’è più e che va ricostruita partendo dai giovani, dalle nuove forze e dalle nuove esperienze. Dalle tante eccellenze che ha Catania: dal mare alla vocazione imprenditoriale, al turismo alle straordinarie bellezze culturali”.
Anthony Barbagallo e la sfida progressista
Lo sa che non sarà semplice, Barbagallo. Che conquistare Palazzo degli elefanti in una città notoriamente sbilanciata a destra e con la coalizione avversaria ricompattata proprio in vista del voto, sarà impresa ardua. Ma la sfida consiste proprio nel riuscire. “E’ una sfida che abbiamo consegnato nelle mani del professor Maurizio Caserta – sottolinea il segretario Dem – e riteniamo che sia un uomo con una marcia in piùà in questo momento e che abbia tutte le carte in regola per guidare una svolta non soltanto amministrativa ma anche di visione della nostra città”.
Il fronte progressista e gli spiragli aperti
Una visione che potrebbe trovare l’appoggio di altri. A cominciare dai tanti candidati a sostegno dell’incandidabile per la Corte dei conti, Enzo Bianco. Tra i fondatori del Pd, l’ex sindaco ha un seguito più o meno numeroso che sembrerebbe intenzionato a correre ugualmente per la conquista di uno scranno a Palazzo degli elefanti. A sostegno di quale nome però ancora non si sa. Ragione in più, da parte di Bartbagallo, di socchiudere la porta lasciando uno spiraglio. “Credo, e lo abbiamo ribadito più volte, che il compito del fronte progressista e del centrosinistra sia quello di essere quanto più inclusivo possibile. A maggior ragione se, come in questo caso, la mano andrebbe tesa a una parte che tradizionalmente è stata dentro il partito e dentro la logica del centrosinistra”.
De Luca mai con il centrodestra
Non solo Bianco e i suoi supporters. Barbagallo guarda anche a Sud chiama Nord e all’esperienza deluchiana, prendendo a modello Licata dove Pd, M5S e Sud chiama Nord andranno uniti, auspicando unità di intenti anche a Palermo e, perché no, a Catania. “Le opposizioni parlamentari all’Ars dovrebbero avere la forza e il coraggio di fare un passo insieme contro il centrodestra” – tuona l’esponente politico guardando già alle potenziali elezioni per le riprostinate province, dalle quali i progressisti potrebbero cominciare la Reconquista. “E’ chiaro che è un tema molto attuale, soprattutto alla vigilia di ipotetiche elezioni provinciali – spiena – così come è chiaro che le tre opposizioni unite avrebbero una forza d’urto diversa e immaginerebbero una Sicilia alternativa rispetto al malgoverno di Schifani di questi tempi. A questo proposito – conclude – a Licata andremo tutte e tre le opposizioni insieme. E’ una sperimentazione quella che va seguita con molta attenzione”.