Manisco World annuncia i risultati del test sulla donna del Nord Europa che nelle scorse settimane ha contattato l'associazione riconoscendosi nella storia della piccola scomparsa a Palermo.
Dopo giorni di attesa, arriva la conferma: il test del Dna è negativo, la donna residente nel Nord Europa che diceva di poter essere Santina Renda non è purtroppo la bambina scomparsa a Palermo nel 1990.
A eseguire il test, comunicato prima alla famiglia della piccola in forma privata e poi rivelato pubblicamente sui canali social dell’associazione Manisco World che segue il caso, è stato il personale del laboratorio della dottoressa Marina Baldi di Roma. In particolare, sono stati analizzati dei tamponi con materiali salivari dei genitori di Santina e della donna. Tra i profili di Dna, purtroppo, non c’era corrispondenza.
Santina Renda, i risultati del test del Dna
“Con grande dispiacere dobbiamo comunicare che il Dna non corrisponde a quello di Santina Renda”, ha comunicato l’avvocato Luigi Ferrandino, Team Leader dell’area legale e investigativa della Manisco World, associazione impegnata nei casi di persone scomparse e vittime di sette. “Ogni volta è un colpo al cuore”, ha aggiunto il legale – in diretta su TikTok assieme ai rappresentanti dell’associazione – con commozione. Posizione condivisa anche dalla dottoressa Baldi: “Anche per me ogni volta è un colpo al cuore. Ma nessuno di noi molla. Noi le dobbiamo trovare le persone scomparse”.
A contattare la Manisco, presieduta da Virginia Melissa Adamo, era stata la stessa donna nordeuropea sottoposta al test del Dna. La 40enne, lo scorso 23 giugno (per una “strana” coincidenza in corrispondenza del compleanno della scomparsa), aveva visto delle foto di Santina Renda sui social e l’Age Progression recentemente realizzata e si era riconosciuta nella storia della bambina. L’associazione, con un team di esperti a lavoro sul caso della piccola Renda e di altre bambine scomparse come Stefania Puglisi e Angela Celentano, ha ritenuto di dare credito alla donna, chiedendo l’acquisizione del materiale biologico per eseguire il test del DNA e dare risposte a una famiglia che da troppo tempo spera di poter riabbracciare la propria cara scomparsa.
“Si tratta di un caso di segnalazione da parte di una persona che non conosce con esattezza la propria identità e che è alla ricerca alla verità. Abbiamo preso in considerazione la segnalazione per diversi motivi: il vissuto, i ricordi, l’età, il timbro di voce similare ai Renda e anche la foto della donna”, ha spiegato la dottoressa Adamo.
La storia della scomparsa
Santina Renda è una dei tanti bambini i cui nomi hanno fatto il giro del mondo per una ragione triste. Scomparsa dal quartiere Cep (San Giovanni Apostolo) di Palermo nel marzo del 1990, non è stata mai trovata. Cosa è accaduto in quel “normale” pomeriggio, mentre la piccola (allora di soli 6 anni) giocava assieme alla sorellina e alcuni amici vicino casa, è un mistero.
La testimonianza della sorella Francesca, allora molto piccola, parla di un rapimento per mano di un uomo con barba lunga e occhiali con un’auto bianca. Le piste in 33 anni sono state tante, ma le risposte con elementi certi poche. Dopo un periodo di tempo che appare infinito, la famiglia di Santina Renda continua a chiedere la verità e prosegue nella sua incessante ricerca con il supporto della Manisco World e di coloro che ancora ricordano e condividono il dolore seguito alla drammatica scomparsa della piccola, mai dimenticata.
“Brutta batosta”, ma le ricerche continuano
Il test del Dna di Santina Renda è negativo, purtroppo, e la pista nordeuropea si chiude con un triste vuoto. Tuttavia, non c’è intenzione di abbandonare gli sforzi per ritrovare Santina e tutti gli altri scomparsi. “Questa è una brutta batosta, ma l’esperienza deve spronarci nell’utilizzo delle nostra tecnica per le ricerche”, ha commentato l’avvocato Ferrandino.
“Tutti uniti proseguiremo nella ricerca dei nostri scomparsi“, ha aggiunto la presidente della Manisco World. D’accordo anche l’avvocato Giorgia Bagnasco, che da Palermo segue il caso assieme all’associazione: “Il nostro obiettivo rimane lo stesso: trovare Santina. Nonostante questo dolore difficile da metabolizzare, dobbiamo continuare con le ricerche, anche attraverso il potente strumento dei social”.
Anche la famiglia di Santina Renda, che deve rivivere un dolore straziante e rimanere con una “vita sospesa”, sa che la brutta notizia non deve fermare l’attività di ricerca. “Ci speravamo tanto, ma pazienza: non molliamo e andiamo avanti – è il commento della sorella Francesca -. Per noi, però, è una vittoria nella sconfitta: sappiamo che non siamo soli, grazie alla Manisco e a chi ci aiuta condividendo la foto di Santina”. Un messaggio che racchiude tanta tristezza, ma anche la forza e la volontà di andare avanti e sperare in una risposta definitiva.
Foto da Instagram @se_busca_a_santinarenda. Video di Manisco World