La Procura di Ivrea ha aperto un fascicolo sull'incidente ferroviario di Torino, a breve potrebbero essere iscritti i primi indagati.
Potrebbe esservi stata una “grave carenza di comunicazione” alla luce del tremendo incidente ferroviario avvenuto nella tarda serata di mercoledì 30 agosto lungo la linea Torino-Milano che è costato la vita a cinque operai, di cui due siciliani.
Si tratta del primo esito emerso dagli accertamenti effettuati dagli inquirenti, i quali avrebbero appurato che i lavoratori non si sarebbero dovuti trovare sul posto dove sono stati travolti. Le misure di sicurezza, quindi, non sarebbero state rispettate.
Incidente ferroviario Torino, i reati ipotizzati
La Procura di Ivrea che si sta occupando del caso starebbe valutando l’ipotesi di dolo eventuale per i reati di disastro ferroviario e omicidio plurimo. Al momento il fascicolo rimane contro ignoti, ma non è da escludere che a breve possano avvenire le prime iscrizioni nel registro degli indagati.
Secondo la ricostruzione dei fatti, gli operai che si stavano occupando di alcuni lavori di manutenzione sarebbero stati travolti da un treno regionale che viaggiava a 160 km/h verso Torino. Il treno stava viaggiando senza passeggeri e trasportava una decina di vagoni vuoti da una stazione all’altra.
Incidente ferroviario Torino, i due siciliani morti
I lavoratori sarebbero stati travolti violentemente sui binari e sarebbero morti sul colpo. Tra questi figurano anche il marsalese Giuseppe Saverio Lombardo di 52 anni, che si era trasferito a Vercelli nel 2001, e il messinese Kevin Lagalà, di 22 anni, il più giovane delle vittime e anch’egli residente a Vercelli dopo aver completato le scuole superiori.
Gli operai deceduti lavoravano per la ditta esterna al gruppo Ferrovie dello Stato, la Sigifer di Borgo Vercelli.