Sono i 20 milioni residui dell’avviso 1 del 2018, moltissimi gli enti locali rimasti fuori
Si riparte con i cantieri di servizi, ma soltanto 62 Comuni isolani sono stati ammessi. La pubblicazione degli elenchi provvisori degli enti ammessi e non ammessi a finanziamento in riferimento all’avviso 1/2018, inoltre, mostra come moltissimi di questi devono ancora completare le procedure sulla piattaforma informatica Caronte. Sono soltanto 28 gli enti locali che hanno definito tutta la documentazione necessaria, mentre gli altri devono ancora concludere il procedimento. Certi, invece, i non ammessi a finanziamento, ben 68, per diversi motivi: molti non fanno parte del piano di riparto già pubblicato a suo tempo nel 2018, altri hanno ricevuto la revoca dei cantieri di servizi nel 2022; in ultimo, alcuni non hanno firmato digitalmente l’istanza.
Venti milioni di euro a disposizione dei Comuni
I fondi disponibili andranno spesi per prolungare, per un periodo massimo di 3 mesi, i cantieri di servizi già avviati e in corso, allo scopo, come si legge nell’avviso, di “contrastare gli effetti della crisi economica che investe in particolare le fasce più deboli della popolazione e per mitigare le condizioni di povertà ed emarginazione sociale scaturenti dalla carenza di opportunità occupazionali e dall’attuale stato di emergenza pandemica causata dal Covid-19”. I fondi messi a disposizione dalla Regione, infatti, fanno parte di quel pacchetto di risorse europee del Piano di azione e coesione 2014-2020 per la “Promozione dell’occupazione e dell’inclusione sociale”. Nella pratica, si tratta di un programma di lavoro, utile ad integrare e supportare la normale attività dei servizi comunali, che vadano nel contempo a pescare nelle fasce di popolazione con maggiori difficoltà economiche o condizioni di disagio sociale, per fornire supporto e sostegno economico.
Un aiuto per le fasce di popolazione più deboli
I cantieri si occuperanno della realizzazione di piccole opere pubbliche e impiegheranno disoccupati di età compresa fra i 18 e i 66 anni e 7 mesi, iscritti al centro per l’impiego del Comune in cui sono residenti, con un reddito massimo mensile di 453 euro. Il 50% dei posti è riservato ai disoccupati più giovani (18-36 anni), il 20% alla fascia fra i 37 e i 50 anni, un altro 20% agli ultracinquantenni. Il restante 10% a portatori di handicap e stranieri regolari con permesso di soggiorno. Nonostante si tratti di un impiego che dura appena tre mesi per 80 ore mensili, con una retribuzione che oscilla dai 453 ai 1.495 euro, a seconda della condizione sociale, rappresenta una forma di sostegno per i tanti disoccupati della regione.