Location mozzafiato protagoniste del grande e piccolo schermo: ora bisogna tradurre la popolarità in pernottamenti
PALERMO – Quello tra cinema e turismo è un binomio che in Sicilia si sta sempre più consolidando. È stato in particolare il Commissario Montalbano, nato dalla penna dello scrittore siciliano Andrea Camilleri e interpretato sul piccolo schermo da Luca Zingaretti che, mandato in onda in Sessanta Paesi, ha dato il “la” non soltanto alla Sicilia come terra di conquista cinematografica, ma anche a una crescita del Cineturismo nell’Isola.
D’altronde, la forza emotiva della narrazione del grande e piccolo schermo ha avuto sempre un impatto potente, soprattutto nelle strategie di marketing. I numeri parlano chiaro: tra il 1999 e il 2019 nel ragusano la presenza di turisti è passata da 600 mila unità a un milione. Gli arrivi dai Paesi Scandinavi, per esempio, sono cresciuti persino di venti volte grazie al Commissario creato da Camilleri.
Il Cineturismo sorride nella Sicilia orientale
Il Cineturismo sorride ormai da anni ai territori della Sicilia orientale. Secondo l’assessora al Turismo della Regione, Elvira Amata, nel 2023, a fronte di una flessione dei visitatori interni, sono cresciuti i turisti stranieri di cui molti americani, incuriositi dalle terre viste nella serie tv “The White Lotus” che, spopolando negli Usa, ha portato un investimento da 38 milioni a Taormina e fino a 1.350.000 presenze.
La Puglia la regione più attrattiva per i produttori cinematografici
Come riportato da Italy for movies, a scegliere di girare in Italia sono state, nel 2023, oltre 150.932 mila produzioni ed è una regione del Sud la più attrattiva per i produttori locali ed esteri: la Puglia. Nel periodo gennaio-ottobre la Sicilia ha registrato un notevole aumento delle presenze turistiche – secondo i dati forniti dalla Regione – con una crescita complessiva del 7%, un +5,7% nel settore alberghiero e un +10,5% in quello extralberghiero. Ammontano a circa 16 milioni le presenze turistiche, di cui 8 milioni sono stranieri. Numeri in miglioramento rispetto al recente passato, complice anche la pandemia, ma ancora molto indietro rispetto ad altre regioni italiane (basti pensare al Veneto con i suoi 70 milioni di turisti).
Al lavoro per “sedurre” le produzioni cinematografiche e della tv
Un grande lavoro per l’indotto lo stanno svolgendo le Film Commission, che lavorano a stretto contatto con gli Enti locali al fine di creare le condizioni necessarie per “sedurre” le produzioni cinematografiche e della tv: trovare territori pronti sotto un punto di vista burocratico e adeguati professionisti sul posto, semplifica di molto il lavoro di un set da allestire ed è certo – come si è visto – che quelle produzioni torneranno. Hanno lavorato proprio su questi punti le maestranze della Sicilia occidentale che, visti i risultati ottenuti a Scicli, Ragusa, Taormina, hanno lavorato alacremente per creare set ‘a cielo aperto’.
Una scommessa vinta, per esempio, con il boom di telespettatori che ha avuto la serie tv “Màkari”, capace di tenere incollati moltissimi italiani su Rai Uno per tre stagioni, la terza trasmessa in corso di trasmissione la domenica in prima serata. Quei luoghi oggi vengono cliccati e ricercati sul web secondo le stime prodotte da alcuni comuni trapanesi come Castellammare del Golfo. Anche le prenotazioni alberghiere ed extralberghiere sono cresciute in concomitanza alla messa in onda della fiction Rai girata tra Castellammare, Trapani, Favignana, Marsala, Petrosino e Gibellina.
Nel 2021 Indiana Jones ha girato a Marsala
Un lavoro, quello svolto innanzitutto dai local manager, che mai si sarebbero aspettati in così poco tempo di portare a casa l’archeologo avventuriero più famoso al mondo: Indiana Jones. Harrison Ford e Antonio Banderas hanno girato a Marsala e San Vito Lo Capo nel 2021, ancora in piena pandemia.
In questo quadro, il settore turistico già lavora per la stagione estiva e, nonostante i numerosi problemi con il caro-voli e le poche tratte da e per l’Isola, si attendono numeri ancora in crescita anche grazie al Cineturismo, carta vincente per la promozione delle straordinarie bellezze della Sicilia.
Ivan Ferrandes, presidente della Filming to West Sicily, ha spiegato al QdS le strategie utilizzate per attrarre le produzioni tv e cinematografiche
“Protocolli d’intesa con i Comuni per alleggerire la burocrazia”
Le produzioni cinematografiche internazionali, negli ultimi anni, guardano sempre più ai territori siciliani. Quello che si è consolidato in Sicilia orientale con il fenomeno del Commissario Montalbano, sta proseguendo adesso nella parte Ovest dell’Isola grazie a fiction come “Màkari” o a “Maltese”. Nasce in questo contesto, nel 2019, la Filming to West Sicily o Trapani Film Commission, voluta da un gruppo di operatori del settore e guidata dal location manager Ivan Ferrandes.
Come Filming to West Sicily cosa garantite alle produzioni che decidono di girare in Sicilia occidentale?
“Uno dei problemi principali che riscontrano le produzioni cinematografiche quando arrivano in una location sono i permessi per poter lavorare adeguatamente, perché le tempistiche possono variare di giorno in giorno e a spostare una troupe se non si è smart nelle varie autorizzazioni si rischiano danni enormi. Per questo abbiamo stipulato 32 Protocolli d’intesa con altrettanti Comuni delle province di Trapani, Palermo e Agrigento, al fine di alleggerire la burocrazia per essere più allettanti. Nel tempo siamo riusciti a crescere portando diverse professionalità in vari reparti: dalla scenografia, alla regia, fino al trucco e parrucco. Prima l’80% dei professionisti per girare nei nostri territori arrivava da fuori. Stiamo riuscendo a invertire l’abitudine: quando mi contatta una grande produzione, prima di confermare il film, sono il primo a proporre maestranze preparate in loco”.
Negli anni avete seguito i ciak di “Màkari”, “Una sola madre”, “Io Capitano”, che ha ricevuto una nomination agli Oscar. Come si è aperta questa porta cinematografica nelle città trapanesi?
“I risultati sono stati conquistati quando abbiamo iniziato a muoverci in gruppo. Grazie anche all’appoggio della Sicilia Film Commission, che negli ultimi anni ha cambiato il suo vertice, abbiamo fatto azioni mirate per attirare le produzioni in questa parte di Sicilia, dove oggi trovano tutto più semplice. Abbiamo dato vita a un ingranaggio che funziona creando le condizioni anche per un lavoro che perduri nel tempo. A oggi sono 18 le produzioni internazionali, molte distribuite sulle piattaforme di streaming come Netflix e Amazon. È uscito proprio in questi giorni ‘Supersex’, a breve uscirà ‘Il Gattopardo’ e ulteriori film girati a Favignana. Altri sono in preparazione”.
Il Cineturismo ha portato nel ragusano in dieci anni fino a un milione di turisti. L’assessora regionale al Turismo, Elvira Amata, ha dichiarato che la serie tv “The White Lotus” a Taormina ha creato un investimento di 38 milioni di euro. In Sicilia Occidentale non ci sono ancora questi numeri. Cosa si può fare per crescere?
“Per crescere bisognerebbe sensibilizzare tanto la nostra classe dirigente, noi ci mettiamo la nostra buona volontà. Ci sono ancora Amministrazioni comunali reticenti. Siamo orgogliosi del successo su Raiuno di ‘Màkari’, perché è un grande spot visto da milioni di telespettatori. Così bisogna cogliere le opportunità per spronare i Comuni a fare la loro parte. Il Cineturismo è importante in termini economici, è un indotto tangibile per l’ottima immagine che viene promossa e che potrebbe portare numeri impressionanti a livello di pernottamenti, di click, di ricerche su Google dei nostri luoghi. Alcuni sindaci stanno vedendo già i risultati”.
Qual è il vostro prossimo obiettivo?
“Stiamo avviando dei corsi per formare i professionisti del cinema in Sicilia Occidentale; grazie a Movie Sicily stiamo specializzando chi si è approcciato al mondo del cinema in vari reparti. Avvieremo presto un corso di recitazione con la regista Emma Dante e uno di fotografia digitale e primo approccio alla regia. Al momento i nostri operatori arrivano da ogni parte dell’Isola”.
Stanno nascendo e si stanno consolidando sempre più Festival del Cinema. Come li accogliete?
“I Festival fanno bene per dare continuità al nostro lavoro. Festival con una caratura media non portano a grandi numeri come accade a Taormina, ma ben vengano, anzi bisognerebbe fare rete, unire coloro che si adoperano per organizzare manifestazioni più piccole per darne una visibilità ampia. Non bisogna disperdere le forze”.