Dopo le indagini aperte nelle ultime settimane e con le nuove elezioni in arrivo, il "rimpasto" politico siciliano appare sempre più probabile.
Se ne parla già da tempo, almeno un anno, ma oggi sembra ineludibile. Il Rimpasto con le sue formule ed i suoi riti, scatterà il giorno dopo le europee, come un atleta allo sparo dello starter. Oltre all’ambizione di persone e gruppi politici si aggiunge il vuoto in alcune caselle.
Una è l’agricoltura avocata dal Presidente Schifani dopo lo stop a Luca Sammartino, poi ci sarebbe la Sanità in balìa amministrativa ben prima dell’indagine messinese, Economia ed Attività Produttive saranno forse liberate dai partecipanti alla corsa elettorale europea, la Formazione è in rivolta contro un altro candidato al voto, altre caselle Schifani voleva cambiarle già dall’inizio ma era stato costretto a soprassedere.
Il 10 giugno, dopo la tornata elettorale, la clessidra sarà esaurita, gli appetiti, le vendette, il conto di morti e feriti tra politici e partiti, fornirà tutto il materiale per l’eterno, insopprimibile Rimpasto siciliano, uno sformato più stratificato e pesante dei famosi anelletti al forno palermitani, al cui interno c’è sempre l’uovo sodo del vincitore, anche se tutto è ammantato dalle melenzane fritte della maggioranza compatta.
Preparare un rimpasto non è semplice, il ragù cuoce a fuoco lento, e la besciamella può attaccarsi al fondo, ci vuole tempo e maestria, se no è indigeribile. E soprattutto si deve tentare di avere una squadra migliore e più proficua della precedente, perché coloro che si mangeranno lo sformato, gli elettori, potrebbero non comprarlo più.
Così è se vi pare.
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