L'intervista alla dottoressa Carolina Botti sull'andamento della misura a sostegno della cultura in Sicilia.
Ammonta a 950 milioni di euro l’importo ad oggi raggiunto, a livello nazionale, a seguito di donazioni per il restauro di monumenti e per l’avvio di attività culturali, inerente all’Art bonus, il credito d’imposta introdotto nel 2014 per favorire le erogazioni liberali a sostegno della cultura.
“È una norma che sta andando molto bene, come constatiamo anche dalla rassegna stampa che ogni giorno riporta notizie positive”, dichiara Carolina Botti, direttrice della Divisione per i Rapporti Pubblico-Privato e Progetti di Finanziamento di Arte, Lavoro e Servizi (Ales) Spa.
“È chiaro – prosegue Carolina Botti – che in alcune aree occorrono maggiori stimoli mentre altre realtà sono più dinamiche con migliori situazioni di contesto socio-economico”. Con la dottoressa Botti il QdS.it ha realizzato un’intervista per fare il quadro dell’andamento dell’Art bonus in Sicilia.
Art Bonus, in Sicilia “occorre strategia programmata”
Come procede il finanziamento del restauro dei monumenti e delle attività culturali da parte dei privati nella nostra regione? Cosa dicono gli ultimi dati?
“Ad oggi abbiamo complessivamente raccolto due milioni 158mila euro. Alcune realtà hanno ben capito il funzionamento dell’Art bonus e lo utilizzano in modo anche stabile per la loro programmazione culturale e sono: il Teatro Greco di Siracusa, il Giardino della Kolymbethra e la Fondazione Teatro Massimo. Questi, secondo me, sono i clienti che hanno realizzato il maggiore introito da parte dei donatori privati e hanno anche reiterato le raccolte fondi. Questo dimostra che l’Art bonus comunque funziona. È chiaro che va utilizzato anche con un supporto continuativo e una strategia continuativa e programmata. Questi enti probabilmente lo stanno facendo forse anche con personale dedicato anche se non conosco i dettagli specifici della loro organizzazione”.
Ci sono zone della Sicilia che emergono per donazioni più sostanziose?
“Direi che Palermo, Siracusa e Agrigento al momento sono le tre province che ricevono maggiori donazioni che vanno complessivamente dai 600mila ai 700mila euro raccolti. Sono queste le tre aree geografiche un po’ più vivaci grazie anche a questi protagonisti che le citavo poc’anzi. Poi, chiaramente, in una regione ricca di storia, arte e cultura come la Sicilia è ovvio che le aree di espansione possibili sono tante, soltanto che l’Art bonus deve entrare un poco di più nel modus operandi. Talvolta c’è anche una scarsità di risorse da potere dedicare alla promozione di questo strumento. Oltre a ciò, affinché una raccolta abbia successo, non basta che venga pubblicata su un sito internet, occorre anche una strategia di comunicazione, di contatto e stimolo dei possibili donatori. A mio avviso, le potenzialità per uno sviluppo ulteriore ci sono ma vanno perseguite con degli investimenti mirati anche a questa tipologia di attività”.
I motivi per investire di più in Sicilia
Com’è messa la Sicilia rispetto ad altre zone d’Italia?
“In generale il Sud è un poco più indietro rispetto al Centro-Nord che invece è molto più ricco; quindi, la Sicilia è nella media delle regioni del Sud, più o meno”.
Sa dirci quali aree della nostra terra in questo momento necessitano di maggiori restauri e finanziamenti per attività culturali?
“Questa in realtà è una valutazione che dovrebbe essere fatta più dalle sovrintendenze che hanno maggiormente il polso riguardante il reale stato dei restauri e delle attività. Comunque, avendo la Sicilia sette siti Unesco, è ovvio siano tantissime le cose da fare e quasi ogni provincia della Sicilia necessita di tanti investimenti. Tra l’altro Agrigento sarà la prossima Capitale italiana della Cultura, probabilmente in quella zona si faranno ulteriori investimenti ed è quindi un’altra area di opportunità per attirare nuovi finanziamenti da parte dei privati”.
Iscriviti gratis al canale WhatsApp di QdS.it, news e aggiornamenti CLICCA QUI