Domani all’Ara di Ierone per “Ara World Fest” a cura del Parco archeologico aretuseo. Il 3 al Teatro al Castello nel messinese
Si sono conosciuti negli studi di “Succo d’arancia”, il programma che Panariello faceva su Teleregione Toscana. Lì arrivò Masini con il primo telefono cellulare palmare e… “sembrava Elon Musk!”. A distanza di quarant’anni, lo strano incontro diventa show. Quello di due amici con la voglia di stare ancora insieme sul palco per una nuova sfida che, fra battute e canzoni, sta attraversando l’Italia in lungo e in largo.
Prodotto e allestito da Friends & Partners in collaborazione con Concerto Music e Momy Records, il tour “Panariello vs Masini – Il ritorno” farà doppia tappa in Sicilia: il 2 agosto nella suggestiva cornice naturale dell’Ara di Ierone, un appuntamento in cartellone per “Ara World Fest” a cura del Parco archeologico di Siracusa; il 3 agosto nella splendida scenografia mamertina del Teatro al Castello, uno spettacolo organizzato da Puntoeacapo e Arts Promotion all’interno della stagione di eventi estivi promossa dal Comune di Milazzo.
Gli interventi di Panariello e Masini prima del tour in Sicilia
Panariello: “La Sicilia ha tutto quello che si vorrebbe da una vacanza: il mare, il sole, il cibo eccezionale, la gente cordiale e divertente. E, ciliegina sulla torta, ci saranno Masini e Panariello a fare lo spettacolo. Se state programmando Formentera, Ibiza, Atene o altre mete, scegliete invece Siracusa e Milazzo, perché è l’unico modo che avete di vedere noi due dal vivo”.
Masini: “Io aggiungerei di verificare prima attentamente le date del tour, e non vale solo per la Sicilia ma per tutta la penisola. Ci rivolgiamo, ad esempio, all’amico Aldo Agroppi (ex giocatore e allenatore di calcio, ndr): ‘In questi giorni, non aspettarci a Piombino, perché potresti rimanere deluso.’”.
La goliardia di due toscanacci alle prese con la calura estiva che si fa sentire.
Masini: “Con Giorgio bisogna pazientare e questo caldo non aiuta. È un po’ anziano, alzarsi dal divano, mettersi la pancera, raggiungere il palco… è un’operazione complicata alla sua età. Ma, alla fine, c’è sempre riuscito”.
Panariello: “Sempre questa storia dell’anziano, ma io e Marco abbiamo la stessa età. Glielo dico sempre: “Tagliati la barba, che sembreresti più giovane!”. E lui niente, non mi sta a sentire”.
Un mix tra cantautorato e comicità. Vi sentite i precursori di un genere?
Panariello: “Qua e là, qualcuno ci ha già scopiazzato. Ma siamo decisamente i precursori di un genere, lo rivendico in maniera accalorata. Anche perché ci sono 45 gradi all’ombra. Più accalorata di così, si muore”.
Una proposta nuova, che ha qualcosa di sorprendente.
Panariello: “Siamo tornati per sorprenderci! Abbiamo creato uno show dove le nostre due individualità si fondono insieme. Ci sono momenti in cui è Marco a far ridere ed altri durante i quali io mi metto a cantare. Non è dunque un’addizione, un cantante più un comico, quanto piuttosto una divisione, nel senso che ci dividiamo il palco a metà, divertendoci a scambiarci le parti”.
Masini ha tirato fuori il suo lato brillante; Panariello ha imparato a dosare un certo tipo di ironia, di espressioni. Potrebbe essere questa una giusta sintesi?
Masini: “È proprio così. Sia da un punto di vista interpretativo, sia emotivo che musicale e recitativo. Due artisti che, scambiandosi i ruoli spesso, anche durante le prove, la scrittura e l’allestimento dello spettacolo, hanno imparato qualcosa in più l’uno dell’altro. Nel mio caso, certi tempi, certi spazi, quelle pause importantissime perché la gente rida e, nel silenzio, aumenti ancora di più la risata. Invece, magari, per quanto riguarda l’aspetto musicale, Giorgio ha carpito qualche nostro trucco tecnico, come i metronomi in cuffia, i suggerimenti, le partenze, i countdown e soprattutto l’ascolto”.
Offrire al pubblico una differente angolazione, pur affrontando il medesimo argomento. Com’è vedere la vita da un diverso punto di vista?
Panariello: “Ti permette di capirla meglio per viverla appieno. In fondo, il comico e il cantautore non sono poi così distanti. Il nostro è solo un diverso modo di comunicare quello che sentiamo nell’animo: la rabbia, la contestazione, un disagio sociale… Entrambi prendiamo spunto da ciò che ci circonda, attingiamo dal nostro vissuto, dalle esperienze passate e convogliamo il tutto con i linguaggi propri della comicità e della musica”.
Talvolta, per una strana coincidenza della vita, le divergenze possono anche diventare complementari.
Panariello: “C’è un momento nello spettacolo, durante il quale Marco canta una canzone meravigliosa che ha dedicato al padre scomparso, “Caro babbo”, ed io, continuando sullo stesso tema, faccio una dedica al mio che non ho mai conosciuto, immaginando di inviargli idealmente un messaggino – uno di quelli brevi, come si usano adesso – nel quale scrivo tutte quelle cose che, se avessi potuto incontrarlo, gli avrei chiesto”.
Sul palco portate la vostra verità. È sempre quella che si vuole raggiungere, che si sogna?
Masini: “È uno stato di equilibrio tra noi stessi e il mondo, una sorta di raggiungimento della serenità. Una specie di compromesso, quindi, nell’accettare quello che saremmo voluti diventare e ciò che siamo, tra quello che avremmo voluto che la vita ci regalasse e i doni che ci ha fatto. È questa l’unica verità che conosciamo. Perché poi, alla fine, se vai a scavare, ci possono essere multiversi infiniti, ma ne devi vivere uno solo”.