Il commissario straordinario Fatuzzo ha fatto ieri il punto sugli interventi in corso in Sicilia e in particolare nel catanese. Tanto sono costate le infrazioni pagate all’Ue. “Immaginate quante infrastrutture si sarebbero potute realizzare”
CATANIA – Caltagirone, Adrano, Misterbianco. Sono questi gli impianti su cui la struttura del Commissario straordinario unico per la Depurazione vuole intervenire prima possibile nel catanese per migliorare la rete e progettare un sistema di riuso delle acque reflue per uso industriale e agricolo. In vista del primo obiettivo il commissario Fabio Fatuzzo ha comunicato ieri – nel corso di una conferenza stampa svoltasi nella sede della Città metropolitana di Catania, alla presenza, tra gli altri, del sub commissario Toto Cordaro – che incontrerà i vertici di St Microelettronics e 3Sun il 3 settembre, mentre per l’uso delle acque depurate in agricoltura c’è già stato lo scorso giugno un incontro con il presidente della Regione, Renato Schifani. Palazzo d’Orleans ha accolto la strategia proposta da Fatuzzo perché crede in “un uso sostenibile e prolungato dell’acqua” ha dichiarato Schifani, che ha poi evidenziato “il primato siciliano nel recepimento della direttiva europea sull’uso delle acque trattate”. Tuttavia, oggi, l’unico sistema in condizione di alimentare il circolo è nella sola città di Castelvetrano (Trapani).
Il modello Castelvetrano
Le uniche province che utilizzano acqua depurata per l’agricoltura in Sicilia sono Trapani e Agrigento. La seconda grazie alle acque reflue provenienti da Castelvetrano, depurate nell’impianto di via Errante Vecchia. Grazie al decreto emesso dal Dipartimento regionale dell’Acqua e dei Rifiuti, che ha stabilito anche le prescrizioni sanitarie e i controlli periodici necessari per garantire la qualità dell’acqua depurata destinata all’irrigazione, è stato possibile avviare un circolo virtuoso. Un sistema che il commissario straordinario Fatuzzo ha pensato di replicare su Caltagirone e Adrano. “Serve prima efficientare l’impianto – ha detto – per poter arrivare allo stesso risultato di Castelvetrano. Caltagirone, insieme ad Adrano, potrebbero dare l’acqua di cui ha bisogno la Piana di Catania”.
Depurazione, commissario preuccupato per il “Lotto 0” della rete di Catania
Durante l’incontro di ieri, il commissario straordinario ha restituito un quadro aggiornato delle problematiche che interessano Catania, territorio diviso in otto lotti. “È una situazione – ha spiegato – molto delicata. I piani risalgono al 2012-2013, sono stati gestiti dalla Sidra in convenzione con il Comune di Catania. Sono stati elaborati i progetti, ma è intervenuta poi una lettera del Dipartimento Acque e Rifiuti della Regione che comunicava non c’erano più soldi. Tutto il lavoro fatto è diventato carta straccia, non c’era più copertura. Il Comune di Catania ha chiesto il rifinanziamento delle somme, ma purtroppo il Governo Crocetta non si è dimostrato abbastanza sensibile. Si è persa un’occasione, perché con l’entrata in vigore della Legge 50/2016 sono cambiate radicalmente le regole dell’appalto e tutte le procedure erano da rifare”.
I lavori di progettazione sono stati riaffidati prima della pandemia, “ma ancora oggi – ha continuato il commissario Fabio Fatuzzo – non tutti sono stati completati”.
Il lotto 2 di Catania è quasi pronto, in tre mesi verrà affidato anche il lotto 6. In base al documento diffuso durante la riunione potrebbero essere avviati in dodici mesi anche i lavori del lotto 1 e 3, entro sei mesi quelli dei lotti 4 e 5.
Il commissario si è detto però preoccupato per il lotto 0, rimasto in fase di progettazione. “Questo progetto – ha spiegato – si è rivelato non adatto e necessitante di un intervento di revisione quasi totale, per cui si teme si debba passare da un costo di progettazione di 22 milioni a più di 100 milioni di euro. Non soltanto non si può utilizzare il vecchio studio, ma si deve fare una nuova gara e rivedere tutto l’impegno di spesa organica riguardante gli interventi su Catania, considerata la profonda differenza tra gli importi. Temo dovrà partire una nuova di progettazione e qualora dovesse accadere la mia idea è quella di separare il progetto del vecchio allacciante da quello del nuovo, per maggiore facilità di progettazione e per celerità”.
Il ritardo sulla depurazione è costato 450 milioni in 9 anni
Per l’inefficienza della rete e la depurazione l’Italia paga all’Europa miliardi annualmente. “Cinquanta milioni di euro all’anno – ha detto Fatuzzo – per le infrazioni contestate in materia di depurazione che in nove anni fanno 450 milioni. Immaginate con questa somma le infrastrutture che si sarebbero potute realizzare”.
Su Caltagirone, Adrano, Misterbianco questo lo stato dell’arte. Il completamento della rete è un intervento pronto per l’affidamento del costo di 20 milioni di euro, l’adeguamento dell’impianto di depurazione e la sua estensione è allo stesso stato e ha un importo di 30 milioni e 500 mila euro. Entro tre mesi potrebbero essere avviati i lavori per il depuratore consortile, importo che si avvicina ai 54 milioni di euro.