Inefficienza delle infrastrutture, rete idrica colabrodo, siccità e tante crisi: centinaia di agricoltori presenti alla riunione di Siracusa.
SIRACUSA – Centinaia di agricoltori hanno assistito all’incontro organizzato da Confagricoltura Sicilia a Palazzo Vermexio, durante il terzo giorno di Expo DiviNazione a Siracusa, a cui hanno partecipato il Governo, rappresentato dal ministro della Protezione Civile e le Politiche del mare Nello Musumeci, e i vertici della Regione siciliana, con il neo assessore all’Agricoltura Salvatore Barbagallo e il commissario straordinario all’emergenza idrica Dario Cartabellotta.
Tra la platea, che sta toccando con mano da quasi un anno gli effetti della siccità in Sicilia e da decenni sconta l’inefficienza delle infrastrutture e gli enti a cui è affidato il compito di gestire gli impianti pubblici di irrigazione, e i relatori al tavolo le distanze si sono accorciate.
G7 ed Expo DiviNazione di Siracusa, parla Confagricoltura Sicilia
Importante l’esordio del presidente regionale di Confagricoltura, Rosario Marchese Ragona, che ha spiegato di “rabbrividire quando mi dicono che i soldi ci sono, ma per la burocrazia non si spendono. O di fronte alle dichiarazioni del ministro dell’Agricoltura che dice di doverci abituare ai cambiamenti climatici senza poi sostanzialmente far nulla. Ancora oggi – ha spiegato Marchese Ragona – la Sicilia è la terra dove ci sono 20 dighe non collaudate da circa 50 anni, dove c’è una rete idrica colabrodo, ci sono consorzi di bonifica fantasma che mandano però cartelle di pagamento ai nostri agricoltori”.
Per la Sicilia, ha spiegato poi, l’agricoltura come comparto equivale a quel che l’industria vale per il Nord Italia. “Qui è l’agricoltura che genera PIL. Nella nostra regione crea un indotto che dà lavoro a molti padri di famiglia, il problema non diventa quindi solo economico, ma sociale”.
Da agrigentino Marchese Ragone è informato anche sulle difficoltà delle strutture ricettive cittadine, che, senz’acqua, stanno registrando la disdetta anticipata delle prenotazioni ricevute per il periodo di Agrigento Capitale della Cultura 2025. “I turisti temono di poter lavarsi il viso la mattina, è qualcosa veramente grave in una città che si appresta ad assumere un ruolo così importante”.
Le novità per il settore
L’assessore regionale all’Agricoltura Barbagallo ha intervenuto comunicando novità sostanziali per gli agricoltori. “Il governo Schifani ha già disposto 9 milioni di euro per il 2023, oggi annuncio che ne metteremo a disposizione altri 9 milioni su mia proposta. In questo modo sgraveremo completamente il 2024 dalle cartelle esattoriali. Questi sono fatti e non parole”.
Barbagallo ha poi rivelato una realtà che rende chiara la condizione che continuerà a caratterizzare la gestione delle dighe in Sicilia. “Il problema non è solo il collaudo, ma la mancata manutenzione delle opere di scarico e di presa. Non saremo mai nelle condizioni di fare la pulizia di tutti gli invasi perché è insostenibile economica e tecnicamente. Possiamo però provvedere alla pulizia dell’invaso in prossimità dello scarico e le derivazioni”.
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La questione dei Consorzi di Bonifica
E sulla riforma dei Consorzi di bonifica regionali, l’assessore all’Agricoltura ha aggiunto: “Si tratta di un progetto partito male. Ho provato a spiegarlo in questi anni, ma prima di ricoprire questo nuovo ruolo sono stato poco ascoltato. Si è cercato di sistemare il problema negli anni, ma è stato solo peggiorato. La Sicilia divisa a metà, tra Occidentale e Orientale, è rimasta una struttura inapplicata perché non ha senso: Gela è finita nella Sicilia Occidentale, questo né è una dimostrazione. La riforma verrà presentata, l’iter lo abbiamo espletato insieme all’ex assessore Luca Sammartino, ci siamo incontrati quattro volte con le associazioni di categoria, visto sindacati, parlato con i lavoratori. L’ultimo incontro lo faremo l’1 ottobre per arrivare al passo definitivo verso l’aula. Il nostro obiettivo è restituire i consorzi agli imprenditori agricoli con quattro enti istituiti sulla base di criteri scientifici”.
I Consorzi di bonifica hanno accumulato oltre 180 milioni di debiti. Il perché ha provato a spiegarlo il ministro Nello Musumeci. “I Consorzi sono nati per gli agricoltori o sono nati per diventare ammortizzatori sociali di alcuni amici? – ha domandato provocatoriamente da Palazzo Vermexio -. La riforma che io ho portato in aula non è passata perché c’era chi ‘avvelenava i pozzi’. Naturalmente la riforma non doveva passare. Mi auguro che questo governo ci riesca e succederà se evitate il voto segreto – ha aggiunto il ministro da Siracusa rivolgendosi all’assessore Barbagallo -. Il voto segreto è lo strumento più lurido e vergognoso che la politica assembleare abbia potuto inventare. Esprimere il dissenso senza il coraggio di metterci la faccia. L’Ars è l’unica assemblea regionale in Italia in cui il voto segreto viene utilizzato per tutte le delibere”, ha dichiarato senza sconti l’ex governatore.
Intervistata prima del convegno il direttore generale di Confagricoltura Annamaria Barrile ha condiviso alcuni dati che confermano la difficoltà siciliana di spesa dei fondi provenienti dal Psr. “La Sicilia purtroppo ha mancato un finanziamento diretto, ma sono certa che in una revisione complessiva delle risorse a disposizione sarà sostenuta dal presidente Schifani”, ha spiegato la dirigente di origine siciliane.
Secondo lo studio dell’associazione, la Sicilia ha perso 94 milioni circa pur avendo riservata la quota di Psr “più ‘importante’ in termini finanziari di tutte le regioni d’Italia, pari a 1,7 miliardi di euro in sette anni (2014-2022)”.
Unioncamere: “Serve strategia nazionale per l’agricoltura nelle aree interne”
“Come Camere di Commercio siamo al fianco delle associazioni di impresa e del Governo per una strategia nazionale agricola di rilancio per le aree interne”, ha dichiarato Andrea Prete, presidente di Unioncamere, nel corso del panel “Il progetto di una strategia nazionale agricola per le aree interne’ organizzato in occasione del G7 agricoltura e pesca”.
“Il settore agricolo, diversificando l’attività di impresa e valorizzando il patrimonio artistico e forestale del Paese, può rappresentare un importante elemento di rilancio economico e di collante per gli altri settori produttivi. Basti pensare ai dati significativi dell’incidenza delle imprese agricole sul totale dei settori. Il contributo al valore aggiunto delle strategie dei territori nazionali fornito dalle aree interne è del 5,2%. Al tempo stesso, è di fondamentale importanza rivolgere la nostra attenzione alle infrastrutture materiali e immateriali che sono primarie per incrementare i servizi essenziali che i territori possono offrire. Nelle aree interne, ad esempio, la copertura della fibra ha raggiunto il 57,2% a fronte del 44, 9% degli altri comuni. Questi risultati indicano gli obiettivi da perseguire: raggiungere un’adeguata copertura del territorio per assicurare la competitività delle aree meno centrali del Paese.”
In foto da sinistra: Cartabellotta, Barrile, Musumeci, Barbagallo, Marchese Ragona, Sottile