Campanella d’allarme: nel Meridione e in Sicilia urgono interventi in una scuola su due - QdS

Campanella d’allarme: nel Meridione e in Sicilia urgono interventi in una scuola su due

Campanella d’allarme: nel Meridione e in Sicilia urgono interventi in una scuola su due

Giulia Biazzo, Sonia Sabatino, Lina Bruno e Adriano Zuccaro  |
giovedì 10 Ottobre 2024

Legambiente: poco più di un quinto degli istituti del Sud ha i certificati di agibilità contro circa il 70% del Nord. Nelle Isole su oltre 20 mila euro in media per istituto, stanziati nel 2023 per la manutenzione straordinaria, ne sono stati spesi appena 4.500

ROMA – Sicuri da morire, verrebbe da esclamare pensando ai dati che vengono a galla dal recente rapporto pubblicato da Legambiente sull’edilizia scolastica. Dall’indagine Ecosistema scuola emerge che l’Italia continua a vivere in uno stato di emergenza infrastrutturale che riguarda tutto il Paese, in cui una scuola su tre ha bisogno di manutenzione urgente. Se su scala nazionale i risultati dell’indagine sono già desolanti, è al Sud – e soprattutto nelle Isole – che la situazione precipita: il 50% degli edifici scolastici ha bisogno di interventi urgenti di manutenzione. Cioè una scuola su due.

Legambiente, ritardi sulla sicurezza scolastica

Il rapporto di Legambiente, che riguarda la qualità degli edifici e dei servizi scolastici, raccoglie i dati di oltre 7.000 edifici scolastici sparsi in 100 comuni capoluogo italiani, mappando una popolazione di oltre un milione e 300 mila studenti, tra scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado. La nitida fotografia che ne viene fuori restituisce la cartina al tornasole dei ritardi sulla sicurezza che, negli anni, si sono accumulati facendo diventare “cronica” l’insicurezza degli edifici scolastici.

Sicurezza scolastica, in Italia esistono due problemi

Emerge, su tutto, che in Italia esistono due problemi: uno è quello dei ritardi sugli interventi di manutenzione e innovazione e l’altro è un grande gap tra i soldi che vengono investiti per la messa in sicurezza e quelli che, realmente, le Regioni e le Amministrazioni riescono a spendere. Entrambe i problemi, però, hanno sfumature molto diverse perché, anche in questo campo, il divario tra Nord e Sud pesa come un macigno. E, così, mentre in Italia si è tornati a parlare di Livelli essenziali delle prestazioni relativamente alla proposta sull’autonomia differenziata, proprio sul tema delle infrastrutture scolastiche appare imprescindibile investire sui Lep per contrastare le velocità diverse (a volte troppo diverse) che corrono nel nostro Paese.

Il primo esempio lampante per capire quanto disuguale sia la situazione, riguarda i certificati di agibilità degli edifici scolastici: su una media nazionale del 49,3%, al Nord dispone del certificato il 68,8% e al Sud solo il 22,6%. Il Sud fa meglio sulla certificazione di prevenzione incendi dove, su una media nazionale del 55,8%, il 65,2% ne risulta in possesso ma, in questo caso, sono le Isole ad avere il primato negativo: solo il 39,1% dispone dei certificati antincendio. Le due Italie emergono anche in fatto di innovazione e sostenibilità: solo il 20,9% degli edifici scolastici utilizza fonti di energia rinnovabile, con un picco al Nord (24,3%) e un minimo nelle Isole (14,1%) ma, sull’intero dato nazionale, solo il 16,4% delle scuole ha visto realizzati interventi di efficientamento negli ultimi cinque anni.

Grosso gap tra quanto stanziato e quanto effettivamente speso

Eppure, emerge una contraddizione. Gli stanziamenti delle Amministrazioni capoluogo per la manutenzione straordinaria nel 2023 sono stati maggiori rispetto a quelli medi degli ultimi cinque anni, ovvero si parla di 42 mila euro contro 36 mila, con la sola eccezione delle Amministrazioni del Nord che mediamente investono meno rispetto agli anni precedenti. Nonostante ciò, continua a persistere un forte gap tra quanto viene stanziato e quanto poi viene effettivamente speso: il dato nazionale la dice già lunga. Nel 2023, per uno stanziamento medio (ad edificio) di 42.022 euro, ne risultano effettivamente spesi (sempre in media per edificio) solo 23.821 euro: significa che sono stati spesi solo il 56,7% delle risorse.

Nelle Isole, peggio che andar di notte: su 20.104 euro stanziati, ne sono stati spesi solo 4.510 ovvero sono stati spesi solo il 22,3% delle risorse disponibili. Basta guardare al Nord per capire perché, nella top five della capacità di spesa per interventi di manutenzione straordinaria, ci sono Bolzano, Firenze, Vercelli, Pistoia e Gorizia. Al Nord sono stati spesi più del 71% dei soldi stanziati e al Centro. Sono quindi le amministrazioni del Nord e del Centro quelle che stanziano di più, ma soprattutto quelle che spendono di più. Al Centro la spesa media per la manutenzione straordinaria è di oltre 36 mila euro, al Nord di 28 mila, mentre scende significativamente al Sud con quasi 7 mila euro, per fermarsi come abbiamo visto alle Isole con circa 4.500 euro.

Al Sud incentivare la capacità di progettazione

Questo denota due tratti importanti: bisogna investire di più sul Sud e le Isole ma bisogna, contestualmente, affiancare e incentivare la capacità di progettazione e di spesa delle Amministrazioni. Mettendo in fila: ritardi, scarsa capacità di spesa e stanziamenti “meno ricchi” delle Amministrazioni sono le cause che portano al primato negativo delle Isole in fatto di manutenzione e messa in sicurezza delle scuole. Ma non sono le uniche.

L’edilizia scolastica è anche materia di Stato, quindi bisogna approfondire cosa succede ai fondi nazionali che arrivano sui territori. Su 100 amministrazioni che hanno partecipato all’indagine di Legambiente, 50 hanno dichiarato di aver beneficiato di fondi nazionali per edilizia scolastica per interventi di diversa tipologia attinenti a 277 edifici scolastici, (93 del Nord, 62 del Centro, 61 del Sud e altri 61 delle Isole) e per una media di 980 mila euro a edificio. Ma anche qui ci sono delle differenze da evidenziare: nel caso degli edifici del Nord e del Sud la media dei fondi ricevuti per edificio scolastico è di circa 1,4 milioni di euro (in crescita rispetto al 2022 per il Sud che contava su 460 mila euro), nel Centro il dato scende a poco più di 600 mila, per arrivare invece a meno di 300 mila euro a edificio nelle Isole. E qui appare lampante la differenza.

Mettiamo in ordine i numeri

Il Nord ha beneficiato di fondi nazionali per quasi un milione e mezzo ad edificio scolastico; le Isole hanno beneficiato di fondi nazionali ad edificio circa il 20% rispetto al Nord: ovvero 282.680 euro che sono stati spesi da otto amministrazioni per 61 scuole. In soldoni, oltre un milione di euro in meno è andato alle scuole delle Isole. Milano, Bolzano, Ascoli Piceno, Cesena, Bologna sono state infatti le città che hanno beneficiato di maggiori fondi nazionali per l’edilizia scolastica, considerata la media a edificio.

La situazione appare analoga anche sui fondi regionali di cui le Amministrazioni hanno beneficiato. Nelle Isole circa il 28% di fondi rispetto al Nord: nelle prime 256 mila euro in media per edificio, al secondo 925 mila euro in media per scuola. Tuttavia in questo caso tra le città che hanno beneficiato di maggiori fondi, nonostante le condizioni svantaggiate, risultano Palermo e Siracusa.

Altre città della Sicilia sono menzionate nel rapporto di Legambiente, talvolta come esempi da seguire ma a volte in fondo alla lista delle buone pratiche. È il caso di Agrigento, che viene bocciata per non avere impianti di energia rinnovabile. Trapani, invece, viene promossa per essere tra le città che ha realizzato maggiori interventi di messa in sicurezza dei solai negli ultimi cinque anni ma viene anche rimandata per non aver fornito dati sugli impianti di energia rinnovabile nelle scuole e lo stesso vale per Messina. Palermo è una “mosca bianca” in fatto di mense scolastiche visto che utilizza per la quasi totalità dei pasti giornalieri prodotti 100% bio (ottimo dato se si pensa che nel 64,9% delle mense italiane vengono impiegate stoviglie monouso) ed è tra le migliori amministrazioni d’Italia nel garantire l’accesso gratuito alla refezione.

Ragusa raggiunge due primati: uno in fatto di mobilità vantando “un numero interessante di strade scolastiche” (menzione importante se si considera che solo il 19,7% delle scuole dispone di un servizio di mobilità collettiva come lo scuolabus) e rientra nella Top Five di Comuni per capacità di spesa in progetti educativi. Anche Siracusa vanta d’essere tra le poche in Italia ad aver effettuato la verifica di vulnerabilità sismica in tutti gli edifici.

Trapani, Messina, Catania ed Enna non hanno fornito dati sull’amianto

Una questione atavica invece accomuna ancora troppe Amministrazioni: Trapani, Messina, Catania ed Enna compaiono nel report come Comuni che non hanno fornito dati sul monitoraggio dell’amianto e Agrigento risulta essere una città in cui c’è amianto non bonificato nelle scuole. Su questo, però, il problema è di caratura nazionale e pesa principalmente al Nord. I dati relativi al rischio ambientale indoor, infatti, sono quelli che le amministrazioni partecipanti all’indagine hanno avuto maggiore difficoltà a fornire. Rispetto al rischio amianto, su 100 amministrazioni solo 70 hanno fornito i dati e al Nord restano ancora 325 edifici dove risulta esserci amianto contro le 15 scuole delle Isole. (G.B.)

QUI PALERMO. Intervista all’assessore comunale all’Edilizia scolastica, Aristide Tamajo

“Lo scorso anno abbiamo stanziato 3,9 milioni, quasi tutti già spesi”

Aristide Tamajo

PALERMO – Edilizia scolastica, qualità delle strutture e dei servizi offerti agli studenti sono le tematiche messe sotto la lente di ingrandimento da Legambiente nel suo rapporto annuale. All’interno di questo panorama spiccano città più virtuose su alcuni valori, ma meno avanzate su altri aspetti. I fondi nazionali destinati all’edilizia scolastica sono sempre pochi, infatti, Palermo si è attestata tra le città che hanno beneficiato di maggiori fondi regionali da questo punto di vista. Ne abbiamo parlato con Aristide Tamajo, assessore comunale all’edilizia scolastica: “La nota dolente, in senso generale, è la manutenzione sia ordinaria sia straordinaria. In controtendenza con questo problema, sin dall’anno scorso abbiamo stanziato delle risorse abbastanza ingenti. Pertanto, abbiamo messo a disposizione un totale di 3 milioni e 900 mila euro che hanno permesso alle scuole di poter intervenire in termini di manutenzione straordinaria. Una cifra abbastanza consistente che è stata divisa tra tutte le scuole palermitane di nostra competenza (fino alla scuola secondaria di primo grado, poi diventa competenza della Città Metropolitana). Abbiamo avuto grande disponibilità da parte della dirigenza scolastica che si è fatta carico di individuare le imprese con cui avviare centinaia di interventi, eseguiti anche in contemporanea. Possiamo dire che la somma è stata utilizzata già quasi per intero per interventi fondamentali sull’impiantistica, interventi edili e di manutenzione più o meno corposa”.

Abbiamo, però, delle difficoltà con i certificati di agibilità…
“Anche per la risoluzione di questa problematica abbiamo stanziato delle risorse nell’ultimo ‘assestamento di bilancio’. Stiamo verificando e analizzando la situazione delle scuole, in modo tale da provvedere con degli incarichi affidati a professionisti esterni”.

In merito all’adeguamento sismico, invece, cosa avete previsto di fare?
“Abbiamo previsto di investire delle risorse anche per l’adeguamento sismico e antincendio. Si tratta di 275 mila euro per ogni intervento. Procederemo in questi giorni a programmare le attività”.

Il report di Legambiente mostra che tra i parametri per valutare i Livelli essenziali di prestazione (Lep) mancano degli elementi importanti come le palestre, i trasporti e la sostenibilità energetica, vi state muovendo lo stesso su questi fronti?
“Sì, le palestre fanno parte del patrimonio scolastico, infatti, ne abbiamo ripristinate cinque nella zona Sud, che erano abbandonate da decenni. Adesso sono delle palestre confortevoli, realizzate con criteri nuovi relativamente al risparmio energetico e al rispetto dell’ambiente. Stiamo continuando su questo versante dividendo la città in due zone: Palermo Nord e Palermo Sud, per cui sono stati finanziati due accordi quadro, aggiudicati in tempi diversi, che prevedono interventi importanti a favore delle scuole”.

E sull’efficientamento energetico?
“Abbiamo efficientato sette scuole della Palermo Sud e stiamo definendo tecnicamente in queste settimane ulteriori interventi. Inoltre, l’amministrazione comunale di Palermo sta ponendo in essere un partenariato tra pubblico e privato per l’efficientamento energetico delle scuole, appena riusciremo a superare gli ostacoli rappresentati dai tempi della burocrazia potremo avere un privato a disposizione che opererà in maniera rapida e concreta. Parliamo ovviamente di energie rinnovabili e sviluppo sostenibile”.

Palermo registra un dato positivo sulle mense scolastiche, si attesta infatti tra le città che garantiscono la più alta percentuale di accessi gratuiti al servizio mensa rispetto al totale dei beneficiari.
“Stiamo lavorando in questa direzione, aumentando i pasti man mano che aumenta la richiesta. Nell’ultimo avviso abbiamo proposto la candidatura per altri tre plessi. In questo senso c’è molta attenzione da parte della comunità scolastica”.

Legambiente rileva che quasi il 100% dei pasti giornalieri proposti dalle mense scolastiche palermitane sono composti da prodotti biologici.
“Sì, questo era uno dei requisiti che davano un punteggio alle imprese partecipanti alla gara. Siamo contenti di essere riusciti a raggiungere questo risultato e proporre i prodotti nostrani, a Km zero, che giornalmente vengono formulati per far mangiare bene i nostri ragazzi”. (S.S.)

Qui Catania. Parla l’assessore comunale all’Istruzione, Andrea Guzzardi

“Ma c’è un’assurdità, Pnrr e Pon dedicati solo a digitale e inclusione”

Andrea Guzzardi
Andrea Guzzardi

CATANIA – Sui temi sollevati da Legambiente con l’ultimo report “Ecosistema Scuola”, abbiamo sentito l’assessore all’Istruzione del Comune di Catania, Andrea Guzzardi.

Legambiente certifica che al Sud e nelle Isole una scuola su due ha bisogno di interventi urgenti di manutenzione, qual è lo stato di salute degli edifici catanesi?
“Un plesso scolastico su quattro a Catania ha bisogno di manutenzione urgente. Appena l’amministrazione Trantino si è insediata ha trovato una situazione negativa, per non dire catastrofica, sia dal punto di vista della manutenzione che dal punto di vista strutturale. Le scuole costruite dal 1990 in poi sono sicuramente quelle che si trovano in una condizione migliore: sono in buone condizioni 25-28 plessi su 128 a Catania, ma ovunque c’è un bagno che necessita interventi, serrande che necessitano manutenzione e se gli interventi non vengono fatti nell’immediato da ordinari diventano straordinari. Le altre scuole sono state costruite prima del 1990 ma bisogna dire che in alcune di queste, grazie al lavoro encomiabile dei dirigenti scolastici, si è riusciti ad intercettare negli anni delle somme per effettuare interventi sugli edifici e a sopperire quindi alle mancanze degli anni passati da attribuire al Comune. Confermo, quindi, quanto il report di Legambiente sottolinea con un ‘ma’: la nostra amministrazione è già intervenuta in maniera importante con lavori sopra i 400.000 euro in alcune scuole. Tra queste la De Amicis di via Merlino (da pochissimo), stiamo completando gli interventi al plesso centrale della Federico De Roberto, tra ottobre e novembre provvederemo alla messa in sicurezza di un plesso della Campanella-Sturzo. Siamo in attesa di risposta per due finanziamenti che abbiamo richiesto per la Petrarca di via Pantelleria e la Malerba di via Anfuso”.

Quali difficoltà riscontrate insieme alle scuole per intercettare i fondi ed effettuare i lavori?
“Stiamo facendo il massimo ma siamo di fronte ad un’assurdità: il Pnrr e i fondi Pon scolastici europei sono tutti indirizzati verso la digitalizzazione e l’inclusione, ma una scuola che ha bisogno di interventi importanti prima di essere digitalizzata dovrebbe essere ristrutturata! Su 400.000 euro spendibili dalla singola scuola solo il 10% è destinabile ad interventi edili: si ‘abbellisce’ l’interno, non si pensa all’edificio e poi cede il cornicione. Non siamo la Danimarca che magari non ha tali problemi strutturali nelle scuole, una misura unica per tutta l’Ue è impensabile. A settembre sono state emesse delle nuove misure sulla dispersione scolastica, fino a 350.000 euro per ciascuna scuola, che prevedevano anche la ristrutturazione di parti esterne o interne degli edifici solo se all’interno della scuola il livello di antisismicità è pari alla 0,7. Bene, 28 plessi catanesi su 128 hanno effettuato quest’anno la certificazione antisismica necessaria ad intercettare i fondi ma mancano all’appello circa 80 plessi. Stiamo provando ad accedere ed usufruire di tutte le somme disponibili, dove vediamo uno spiraglio per una scuola avviamo le procedure per partecipare ai bandi e questo negli anni passati non è stato fatto”.

Cosa può fare il comune di Catania per gli edifici scolastici attingendo al bilancio ordinario?
“Il Comune è in dissesto. Siamo riusciti da quest’anno ad avere 250.000 euro annui per gli interventi straordinari, quando ho iniziato si parlava di 70.000 euro. Con le risorse comunali attualmente disponibili, il Comune può solo tamponare le urgenze. Spendiamo oltre 100 milioni di euro annui per la differenziata; ottimizzarla, rendere efficiente il comparto ecologia significherebbe liberare somme ingenti che potrebbero essere investite nell’istruzione e questa è una promessa che il sindaco ha fatto perché ha e abbiamo a cuore le scuole”. (A.A.Z.)

QUI MESSINA. Parlano il vicesindaco Salvatore Mondello e l’assessore Pietro Currò

“Nel 2018 ereditata situazione disastrosa, ora in corso un grande piano di interventi”

Pietro Currò

Grandi passi avanti negli ultimi sei anni, molti interventi fatti, altri in corso di realizzazione per oltre 25 milioni di euro. Tra gli impegni finanziari più importanti ci sono i dieci milioni di euro per la scuola primaria e secondaria Cannizzaro Galatti, i circa sei milioni di euro per la nuova scuola elementare di Tremestieri e i lavori di adeguamento del plesso Beata Eustochia del Comprensivo Paradiso per 5 milioni di euro.

Numerosi anche i progetti in attesa di finanziamento da fondi europei della nuova programmazione per oltre 20 milioni di euro. “La situazione dell’edilizia scolastica che abbiamo ereditato nel 2018 era disastrosa, – tiene spesso la ribadire il vicesindaco e assessore alle Infrastrutture, lavori pubblici e all’edilizia Salvatore Mondello- frutto di trent’anni di mancati interventi. Noi abbiamo dato alla scuola un posto preminente nella nostra pianificazione, e abbiamo predisposto il più grande piano di interventi di riqualificazione”.

Un piano che andrà avanti per i prossimi anni, ma intanto qual è la situazione in questo momento?

“Il quadro generale delle scuole messinesi è sicuramente più che buono – spiega Mondello al QdS -. Sono state completate le vulnerabilità sismiche per tutti i 104 fabbricati, si sta procedendo in alcuni plessi con dei lavori, tra alcuni giorni consegneremo la Ettore Castronovo nuova, la Paino è in fase di completamento. La stessa cosa dicasi per gli asili. Poi c’è tutta una programmazione in un biennio che prevedrà interventi in vari edifici per i quali precedentemente era stata fatta la valutazione. Per i plessi chiusi ce ne sono due di minore entità che comunque non hanno determinato nessun tipo di problema mentre uno, il più importante, quello della Cannizzaro Galatti che in questo momento è ospitata nei plessi di Cristo Re, ha già ottenuto l’ammissione al finanziamento per 10 milioni di euro per una ristrutturazione importante, un adeguamento sismico che vedrà un primo lotto iniziare i lavori entro la fine dell’anno. La situazione generale mi sembra buona quindi rispetto a quello che era il panorama messinese qualche anno fa, soprattutto nel contesto siciliano”.

Pietro Currò, assessore comunale alla Pubblica Istruzione ha visitato lo scorso anno tutti i plessi ribadendo di avere trovato la situazione soddisfacente. “E’ stato fatto un buon lavoro – sottolinea – il primo a sollevare il problema è stato Cateno De Luca. Le classi e i plessi sono in condizioni buone tranne qualche caso particolare con problemi di agibilità che si stanno affrontando con i trasferimenti. Alla Cannizzaro Galatti c’è in atto un intervento radicale affrontato con coraggio fin dall’inizio non nascondendo il problema. Ho visto scuole rinnovate, ristrutturate. Ho idea di un’ottima scuola messinese come didattica e sperimentazione con indirizzi musicali e sportivi e molte attività direi che si possono fare se le strutture sono adeguate e rispondono alle normative. C’è molta attenzione ad una formazione completa adeguata alle nuove esigenze del mercato del lavoro”.

L’edificio del plesso Cannizzaro Galatti è chiuso dal settembre 2023 dopo l’ordinanza firmata dal sindaco Basile in attesa “dell’esecuzione di urgenti interventi di consolidamento statico della copertura e di interventi di miglioramento sismico che consentano di aumentare la sicurezza degli occupanti in caso di terremoto”. (L.B.)

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