Sempre meno acqua negli invasi, neanche l'autunno aiuta - QdS

Sempre meno acqua negli invasi, neanche l’autunno aiuta

Sempre meno acqua negli invasi, neanche l’autunno aiuta

Michele Giuliano  |
domenica 01 Dicembre 2024

Situazione sempre più preoccupante, i laghi di Lentini, Poma e Rosamarina i più prosciugati.

Un autunno molto poco piovoso non ha aiutato in alcun modo a superare l’emergenza idrica che si è abbattuta sulla Sicilia ormai da tempo. Anzi, le scorte si riducono sempre di più. Secondo i dati messi a disposizione dall’Autorità di bacino del distretto idrografico della Sicilia e pubblicati proprio in questi giorni, all’1 novembre scorso sono stati registrati appena 180 milioni di metri cubi d’acqua negli invasi siciliani, contro un volume autorizzato (il tetto massimo dell’acqua che può essere contenuta sommando tutte le dighe siciliane, ndr) di oltre 700 milioni di metri cubi. Si tratta del 3% in meno rispetto allo scorso mese e, soprattutto, il 45% in meno in soli dodici mesi. Ciò nonostante, i risultati non sono del tutto negativi. Le strategie di contenimento dei consumi hanno permesso di ridurre l’utilizzo delle risorse in un solo mese, considerato che tra ottobre e settembre era stato utilizzato il 10% delle risorse presenti.

Quanta acqua prelevata

Sono stati utilizzati in tutto circa 6,5 milioni di metri cubi d’acqua, e circa la metà degli invasi segna valori in crescita. Le perdite maggiori si registrano nella diga Garcia sul Belice sinistro, nella diga Lentini e nella diga Poma sullo Jato. Cresce, invece, la diga Don Sturzo sul Gornalunga e la diga Pozzillo sul Simeto. Considerato che le acque degli invasi vengono utilizzate sia per scopi irrigui che potabili, oltre che industriali ed elettrici, la disponibilità per l’uso umano si riduce a meno di un terzo del totale. E purtroppo, le attuali condizioni climatiche non permettono di guardare ai prossimi mesi con serenità, dopo una estate estremamente calda e con pochissime piogge anche nei mesi autunnali. Ad essere state registrate temperature piuttosto alte per la media regionale. A confermarlo è il Sias, il Servizio informativo agrometeorologico siciliano.

Si scontano anomalie termiche

I dati completi di settembre descrivono una rilevante anomalia termica rispetto alla media stagionale, dovuta in particolare alle “intense ondate di caldo che hanno caratterizzato i giorni dal 4 all’8 e dal 26 al 28”. Anche se il periodo centrale del mese è stato caratterizzato da una prolungata fase con temperature inferiori alla norma. A fine mese sono risalite rendendo vano quanto successo nei giorni precedenti, arrivando ad una media di 22 gradi centigradi, superiore di mezzo grado rispetto al periodo 2003-2022. La temperatura massima mensile assoluta di 39,4, registrata il giorno 8 a Partinico, nel palermitano. Nel mese di ottobre, la temperatura massima di 35,8 gradi a Catania ha superato il valore massimo registrato finora nell’ultimo ventennio, tanto che il massimo valore precedente risale all’ottobre del 2003.

Il razionamento

Unico modo per tamponare alla mancanza di acqua, condizione peggiorata dalle vetuste strutture degli impianti che causano una importante dispersione della risorsa, il razionamento dell’acqua in moltissime città. Una scelta che sta proseguendo anche nei primi mesi autunnali, almeno fino alla conclusione dell’anno, per scongiurare la possibilità che le risorse si esauriscano. Gravi problemi e disagi non solo per i cittadini, ma anche per le imprese agricole e zootecniche che hanno necessità di quantitativi minimi di acqua che permetta la sussistenza degli allevamenti e l’irrigazione di soccorso che garantisca la vita degli impianti. Per cercare di andare incontro alle imprese, il dipartimento regionale dell’autorità di bacino del distretto idrografico Sicilia ha deciso di intervenire adottando misure urgenti di semplificazione per il superamento dell’aggravamento della severità idrica.

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