La decisione dopo gli ultimi avvenimenti e le denunce. Schifani lo aveva convocato per un incontro
Il direttore generale dell’Azienda ospedaliera “Villa Sofia-Cervello” di Palermo, Roberto Colletti, ha comunicato al presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, che il direttore sanitario Aroldo Gabriele Rizzo ha rassegnato le dimissioni dall’incarico.
Il vertice prima delle dimissioni
Schifani aveva convocato per lunedì pomeriggio a Palazzo d’Orléans, il direttore generale dell’azienda ospedaliera “Villa Sofia-Cervello” di Palermo. L’incontro doveva servire per discutere delle criticità emerse di recente nella gestione delle attività sanitarie del presidio ospedaliero “Villa Sofia”. Ieri pomeriggio il presidente Schifani ha ricevuto il direttore sanitario e il direttore amministrativo, Aroldo Gabriele Rizzo e Luigi Guadagnino.
Il viaggio nella Sanità Siciliana
Prosegue il “viaggio nella sanità siciliana” del Partito Democratico e questa mattina è stato il turno del centro ospedaliero Villa Sofia di Palermo, dopo le visite sopralluogo che i deputati siciliani hanno già effettuato ieri in cinque ospedali tra Palermo, Marsala, Ragusa ed Enna.
Mentre la deputata regionale dem Valentina Chinnici varcava la soglia del Villa Sofia assieme al deputato della Camera Peppe Provenzano, i colleghi di partito si recavano ad Agrigento, Caltanissetta, Catania, Messina e Siracusa.
Il risultato, da quanto emerso ieri e nel corso della visita che QdS ha seguito oggi, parrebbe essere sempre lo stesso con criticità quasi insormontabili dovute alla carenza di personale in pianta organica.
Il “viaggio nella sanità siciliana” del Partito Democratico, il caso del Villa Sofia
Il Pronto Soccorso di Villa Sofia, oggetto di approfondimento in altra sede per una vicenda di presunta mala sanità, è apparso operativo e attento alle esigenze dell’utenza con i limiti imposti dalla struttura, dal numero sensibilmente ridotto di medici ed infermieri, dalle carenze che ormai si registrano all’ordine del giorno sotto il profilo della sicurezza del personale sempre più spesso aggredito da parenti dei malati che vi accedono. Motivo, quello della sicurezza, che scoraggia anche la scelta delle strutture ospedaliere siciliane per i nuovi medici, in particolare i Pronto Soccorso.
Struttura sovraccaricata e pochi posti letto
“Abbiamo trovato ovviamente quello che già sapevamo – afferma la deputata Valentina Chinnici – ma ovviamente vedendolo e toccando con mano. Sappiamo che mancano almeno 1.200 posti in tutta la gestione delle post acuzie, quindi dopo il trattamento della persona in fase acuta manca tutto il resto. Manca la possibilità di potere prendere in gestione il malato”.
Sul reparto ortopedia del Villa Sofia grava una buona parte della città di Palermo. Circa il 50% dell’utenza del capoluogo di regione si appoggia alla struttura, presidio insieme all’ospedale Cervello, di cui è parte il Centro traumatologico ortopedico.
Una disfunzione strutturale che arriva da lontano
“Parliamo di undicimila interventi in soli undici mesi fatti al Villa Sofia”, spiega Chinnici in merito all’ortopedia del nosocomio. “C’è una sproporzione territoriale e c’è un imbuto di persone che entra e che poi non viene gestito da nessun’altra parte perché mancano le infrastrutture sociali. Quindi – prosegue Valentina Chinnici – manca un filtro, manca una presa in carico delle persone per i loro bisogni e tutto confluisce negli ospedali”. Il dito, alla fine, viene inevitabilmente puntato sullo squilibrio tra la sanità pubblica e la cosiddetta sanità privata.
Sanità, i medici rifuggono gli ospedali pubblici
“Molti medici preferiscono poi andare nelle strutture private perché sono pagati molto di più e lavorano in condizioni molto migliori”. Affermazione, questa di Valentina Chinnici, che trova riscontro in quanto detto dalla dottoressa Tiziana Maniscalchi, primario del Pronto Soccorso di Villa Sofia: “Se volessi andare in una qualsiasi struttura privata io me ne potrei andare, ma ancora ci credo; i giovani non sempre ci credono, tra l’altro, quando poi subiscono le aggressioni…”. A complicare le cose, come conferma anche il deputato nazionale, c’è anche la “rottura” sui Livelli essenziali di assistenza con il percorso al momento interrotto che grava sui Lea già da zona rossa della Sicilia.
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