Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte è intervenuto ieri all’assemblea Anci ad Arezzo. Il “nodo” Province, De Pascale (Upi): “Indeterminatezza su funzioni che dura da 5 anni”
AREZZO – “Non possiamo rassegnarci a un’Italia a più velocità”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte, nel suo intervento all’assemblea Anci ad Arezzo, all’indomani della riconferma di Antonio Decaro a presidente nazionale. L’assemblea è stata l’occasione per delineare le strategie da mettere in campo per superare la stagione dei tagli lineari che hanno privato i territori di risorse preziose.
“Lo Stato non deve più far cassa a danno dei Comuni – ha detto Conte – Se restituiremo alla bellezza anche i territori interni, con infrastrutture adeguate, potremo far conoscere al mondo il Paese più bello”.
Secondo il presidente del Consiglio il modello Italia, cioè quello del Paese dei Comuni non si è spento, “si è conservato vivo nel tessuto più profondo della nostra coscienza civica come la più autentica, italiana, delle forme di Governo. L’Italia è innanzitutto, ancora oggi, l’Italia dei Comuni”.
La riflessione di Conte all’Assemblea di Arezzo non poteva prescindere dalla carenza di mezzi e personale “patita” dagli enti locali: “A fronte di una sommatoria di responsabilità che non possono essere racchiuse in previsioni normative, le risorse umane e materiali purtroppo non sono sufficienti, tanto più nei Comuni più piccoli, che soffrono strutturalmente – ormai da troppi anni – una intollerabile carenza di mezzi e di personale”.
“Quando la spending review – ha continuato – non si limita a eliminare sprechi e contenere inefficienze, ma finisce per incidere sulla funzionalità dei servizi prestati alla collettività è chiaro che diventa tanto più elevato il rischio di sfibrare il tessuto sociale”. E questo può “alimentare sfiducia e scoramento dei cittadini nei confronti delle istituzioni, percepite sempre più distanti dai loro bisogni”.
L’impegno del premier sul fronte dell’indennità minima di dignità per sindaci piccoli comuni è stata accolta con soddisfazione da Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e presidente di Ali-Autonomie Locali italiane: “Mesi fa – ha spiegato – come Ali abbiamo lanciato questa sfida: l’altro ieri Antonio Decaro l’ha rilanciata con forza, oggi il Presidente del Consiglio si è impegnato a introdurla. Cominciamo a riequilibrare il rapporto indennità-responsabilità”.
Ma quella sull’indennità minima di dignità per i sindaci dei piccoli comuni non è stata l’unica “promessa” strappata a Conte. Nel corso dell’incontro è stato affrontato anche lo spinoso tema delle periferie, per le quali il premier ha espresso l’impegno e la volontà di rendere strutturale il fondo ad esse dedicato.
Il Presidente dell’Upi (Unione province italiane) Michele de Pascale, ha posto l’accento sul ruolo delle Province nel percorso di attuazione dell’autonomia differenziata: “Occorre ricomporre il quadro e la disciplina degli enti locali, delle Città metropolitane e delle Province – ha detto De Pascale – deve essere un monito e una spinta a consolidare dal punto di vista istituzionale e finanziario questi enti”.
“In queste due giornate di lavoro – ha detto – molti degli intervenuti hanno richiamato l’urgenza di chiudere la fase di indeterminatezza in cui da cinque anni si trovano le Province. Lo ha fatto il Presidente Decaro, ricordando l’importanza dei servizi che sono assegnati a queste istituzioni, lo ha sottolineato il Ministro dell’Interno che ha definito Province e Città metropolitane quali motori dello sviluppo locale”.
“Abbiamo una occasione importante con il collegato alla manovra per la revisione della riforma delle Province – ha aggiunto de Pascale – su cui sentiamo forte l’impegno del Sottosegretario all’interno Achille Variati. Noi come Province, insieme ad Anci in maniera unitaria, contribuiremo in maniera fattiva affinché questo percorso sia finalmente portato a conclusione e si riesca a semplificare il sistema, consolidando le funzioni delle Province e delle Città metropolitane assicurando a questi enti la capacità di garantire prima di tutto strade efficienti e scuole superiori sicure, moderne e all’avanguardia”.