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Acr Messina, ore contate per Auteri e Pitino: dimissioni vicine, serve la svolta

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Acr Messina, ore contate per Auteri e Pitino: dimissioni vicine, serve la svolta

Hermes Carbone  |
giovedì 22 Dicembre 2022

Acque agitate in casa Acr Messina. La formazione peloritana è ultima nel campionato di Serie C e la città aspetta un segnale forte.

Aria di smobilitazione totale. Questa è quella che si respira in casa Acr Messina alla vigilia del match che chiuderà l’anno solare 2022 in casa del Crotone, vice capolista nel girone C di Lega Pro. Una partita che rischia di dire poco sul piano sportivo ma molto in ambito tecnico e societario, con le prossime ore che dovrebbero essere le ultime a Messina di mister Auteri e del ds Pitino.

Fitti sono stati gli incontri nel corso di questa settimana in casa Messina tra Lello Manfredi, direttore generale della società, e il duo Auteri–Pitino, protagonisti di un disastro tecnico sportivo che vede oggi relegata la squadra peloritana all’ultimo posto in classifica e reduce da cinque sconfitte consecutive.

Acr Messina, dimissioni imminenti

Dopo settimane di immobilismo e silenzio stampa, indetto solo ufficiosamente e non tramite comunicazioni ufficiali, complice la forte contestazione del pubblico che va avanti da mesi in riva allo Stretto, la società del presidente Sciotto avrebbe deciso di cambiare rotta in modo deciso lasciando in sella solo il direttore generale, che ha fin qui gestito i rapporti tra società e città.

Le dimissioni di allenatore e direttore sportivo sono state attese da parte della proprietà nel corso delle ultime settimane, ma fin qui nessuno ha scelto di metterci la faccia assumendosi le proprie responsabilità, se possibile portando a un distacco ancora maggiore città e tifosi, che pure a inizio anno avevano risposto presente alle richieste di aiuto della famiglia Sciotto.

Rapporto incrinato con la tifoseria

Secondo indiscrezioni delle ultime ore, e solo dopo attente valutazioni da parte di mister e ds che continuano a non ritenersi comunque gli unici responsabili di questo sfacelo, la firma sulle dimissioni sarebbe dietro l’angolo. Una formalizzazione, de facto, per un rapporto che già da settimane non esiste più tra diverse anime del management peloritano. Mentre sul piano sportivo ha regnato il silenzio.

Un rapporto di fiducia, quello tra la città e l’imprenditore di Gualtieri Sicaminò, ampiamente tradito da quest’ultimo, che nei suoi cinque anni alla guida dell’Acr Messina è stato in grado di cambiare management e calciatori con la stessa frequenza del cambio di stagioni in natura, palesando incapacità non solo tecniche ma anche gestionali.

Il silenzio della società

Eppure le idi di marzo sembravano presagire qualcosa di diverso. A inizio anno, infatti, l’idillio con la piazza sembrava essersi ricucito dopo la convincente cavalcata che aveva portato la formazione allora allenata dal catanese Ezio Raciti a conquistare sul campo una salvezza ottenuta a suon di prestazioni convincenti nel girone di ritorno dello scorso torneo. Mille gli abbonamenti sottoscritti dai tifosi protagonisti di un crowdfunding che aveva portato in dote all’Acr oltre 50.000 euro e del quale oggi si sono perse le tracce, riprova dell’incapacità comunicativa della società, che oggi si trincera dietro un silenzio stampa davanti alle domande dei giornalisti.

Un rapporto che pareva ormai ricucito anche con l’amministrazione, impegnatasi per tramite della partecipata Messina Servizi Bene Comune per il ripristino della foresteria dello stadio Franco Scoglio e del manto di gioco dello stadio Giovanni Celeste, oggi campo di allenamento cittadino dell’Acr. Una vicinanza dimostrata anche dalla presenza del vicepresidente del Messina nelle liste elettorali dell’allora sindaco Cateno De Luca, eletto all’Assemblea Regionale Siciliana proprio insieme a Matteo Sciotto. Poi il nulla.

Per una città che attende risposte e assunzioni di responsabilità, nel silenzio che avvolge i nomi dei possibili successori alla guida tecnica della squadra, ultima ma con ancora chance di raggiungere quantomeno un piazzamento play out distante appena due punti per provare a giocarsi fino in fondo una stagione nata sotto i migliori auspici e che rischia di far ripiombare la squadra nel dilettantismo.

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