Antonio Belcuore: "Territori con peculiarità diverse e dai grandi margini di crescita" - QdS

Antonio Belcuore: “Territori con peculiarità diverse e dai grandi margini di crescita”

redazione

Antonio Belcuore: “Territori con peculiarità diverse e dai grandi margini di crescita”

Salvatore Rocca  |
giovedì 04 Maggio 2023

Forum con Antonio Belcuore, commissario straordinario Camera di Commercio del Sud Est Sicilia

Intervistato dal vice direttore Raffaella Tregua, il commissario straordinario della Camera di Commercio del Sud Est Sicilia, Antonio Belcuore, risponde alle domande del QdS.

Lei è stato nominato a gennaio di quest’anno. Qual è il bilancio di questi primi mesi di lavoro? Che situazione ha trovato?
“La Camera di Commercio è una struttura con delle potenzialità enormi. Io mi sono insediato da poco e recentemente con l’Ice, l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, abbiamo iniziato a fare alcune importanti attività: abbiamo avuto dodici aziende che si sono presentate, che hanno fatto il loro percorso e che, probabilmente, già tra qualche settimana potranno vendere i rispettivi prodotti all’estero. Tra le prime cose su cui ho lavorato c’è stata quella di farmi raccontare la Camera di Commercio dalle categorie produttive: ho voluto fare base a Siracusa per essere mediano tra Catania e Ragusa e per dare un segnale. Catania, certamente, rappresenta la fetta più grossa con 140 mila imprese rispetto alle 39 mila di Siracusa e le 35 mila di Ragusa. L’area che parte dall’Etna e che arriva al Val di Noto è unita innanzitutto dall’Unesco, che le riconosce integralmente. Inoltre, ha produzioni non concorrenti ma complementari sia dal punto di vista agricolo sia dal punto di vista industriale. Basti pensare al Petrolchimico di Siracusa che ha la sua specificità, all’hi-tech che c’è a Catania e all’agroalimentare di Ragusa. Il mio approccio è stato questo: cercare di capire. Ho impostato il lavoro partendo dal basso. Sarebbe stato inutile partire dai vertici che raccontano le loro esigenze e ho voluto dunque incontrare le categorie di tutte le province”.

Quali sono le iniziative che intende intraprendere per stimolare l’imprenditorialità nella Sicilia Sud-orientale?
“Ho chiesto all’Ice una serie di incontri con funzionari che hanno aree di mercato delineate e le esigenze di quei mercati in cui le nostre imprese vorrebbero andare. Abbiamo iniziato a Catania e, come detto, abbiamo avuto dodici aziende. Faremo la stessa cosa anche a Ragusa e Siracusa. Se dovessimo avere un altro approccio positivo, la mia intenzione è quella di organizzare a settembre un mega incontro con almeno duecento-trecento aziende. La stessa cosa farò con le altre Camere di Commercio all’estero. A giugno avremo una rete di contatti con loro in cui fare entrare il prodotto siciliano senza grandi difficoltà. Finendo questo giro di incontri, ho intenzione di organizzare gli Stati generali della Camera di Commercio. Alcuni impegni li ho presi e li sto mantenendo, gli altri deve prenderli la politica. Certamente, però, non dobbiamo farci condizionare: la Camera di Commercio deve essere sganciata dalle dinamiche di partito. Fin dall’inizio ho sempre detto di non avere interessi di parte: rappresento tutte le categorie produttive nella stessa misura. Catania è diventata una città appetibile e, pertanto, ho chiesto l’impegno che le compagnie aeree mantengano le tratte anche durante l’inverno. Per quanto riguarda le altre iniziative, vorrei portare nel 2024 il congresso di Mirabilia, un network internazionale che mette dentro tutte le Camere di Commercio dove insistono patrimoni Unesco. Sono stato a Tolosa nel mese di gennaio 2023 e ho deciso di candidare Catania e il Sud-Est per ospitarlo in futuro. Inoltre, sto utilizzando gli ottant’anni dello Sbarco al fine di lavorare sul 2024, l’anno del Turismo delle Radici. Abbiamo emigrati in tutte le aree del mondo e per questo motivo dobbiamo pensare al cosiddetto ‘turismo di ritorno’”.

L’assessore Tamajo in un recente tour tra le Camere di Commercio siciliane ha parlato di necessità di sburocratizzare. Secondo lei da dove occorre partire?
“Con l’assessore Tamajo ho un rapporto eccellente: è una persona che non perde tempo. Parliamo la stessa lingua. Lui considera la Camera di Commercio la casa delle imprese e, in particolare, di tutte le imprese. La Camera di Commercio ha una grande fortuna, ovvero quella di disporre di un sistema di banche dati straordinario. Tra le prime cose che ho fatto c’è stata quella di chiedere un incontro al direttore di InfoCamere per capire come utilizzare questi dati. Attraverso tali informazioni posso immaginare di stabilire qual è la domanda del territorio e quali sono le imprese che hanno delle criticità in un determinato momento. Rispetto alla sburocratizzazione, la Camera di Commercio è quasi tutta digitalizzata. Basta un clic per chiedere un certificato camerale. Tuttavia, abbiamo un 40% in meno di forza lavoro e ciò rappresenta un problema serio. In realtà, il piccolo imprenditore o il piccolo artigiano ha bisogno del contatto umano e su questo aspetto bisogna ancora lavorare molto”.

Pensioni, un’anomalia tutta siciliana cui si sta cercando di porre rimedio

Qual è la situazione finanziaria delle Camere di Commercio del Sud-Est?
“Dal punto di vista finanziario, un grande problema è dato dalle pensioni. Le Camere di Commercio siciliane sono l’unico Ente pubblico italiano che eroga la pensione ai propri dipendenti: è un’anomalia tutta siciliana. All’inizio degli anni Novanta del secolo appena trascorso era stata promessa una legge per l’istituzione di un fondo pensione. Tuttavia, questo non è stato mai fatto. Sono state accantonate delle risorse che servono anche per il pagamento delle pensioni. Annualmente, come Camera di Commercio del Sud-Est ho uno stanziamento di 10,5 milioni di euro annuo per le pensioni e ciò limita molto la nostra attività. Il bilancio annuale complessivo della Camera di Commercio è di circa 60 milioni, la cifra delle pensioni incide molto sugli investimenti e stiamo provando a istituire un tavolo tecnico regionale con il Fondo pensioni della Regione. Con la Presidenza della Regione Siciliana e l’assessorato alle Attività produttive stiamo lavorando per trovare una soluzione, considerato che il personale delle Cciaa adotta il contratto da dipendente regionale. Se ci riusciamo, la questione si potrà risolvere entro l’anno. In questo modo recupereremmo una grossa cifra. Con la Legge Madia, oggi, le Camere di Commercio potrebbero fallire da un momento all’altro. La fortuna è data dal fatto che tali Enti vivono dei diritti camerali. Considero la Camera di Commercio del Sud-Est un’area vasta: è un unico Ente che ha degli squilibri dovuti al personale. Dal 1° luglio di quest’anno ci saranno sette persone che andranno in persone e la mia forza lavoro andrà a diminuire da 68 a 61 dipendenti, ma stiamo apportando dei correttivi che ci permetteranno di dare eguali servizi a tutti i territori”.

Un’idea di riorganizzazione ma nel segno dell’efficienza

Nel decreto Milleproroghe è stata data la facoltà alla Regione di scorporare le Camere di Commercio. C’è già un progetto in questo senso?
“Recentemente c’è stata la sentenza del Cga che ha accolto i motivi di ricorso della Camera di Commercio del Sud-Est, eccependo l’incostituzionalità del secondo comma dell’articolo 54 ter della legge 2021. Questo comma prevedeva che, nelle more che la Regione rideterminasse o confermasse le Camere di Commercio siciliane, fossero istituite due Cciaa differenti: quella di Catania e quella di Trapani, Caltanissetta, Agrigento, Siracusa e Ragusa. Il Cga ha sospeso il giudizio, rimandando tutto alle decisioni della Corte. L’incostituzionalità viene riconosciuta agli articoli 3, 97, 77 e 117. Aspetteremo. La Corte lavorerà ma la Regione può anche organizzarsi in maniera opportuna. Ha la facoltà, entro il dicembre 2023, di rivedere o confermare l’assetto delle Camere di Commercio. Il presidente Schifani ha avuto grande attenzione, quella di Catania è rimasta senza vertici per sette mesi prima di nominarmi. Proviamo ad avere un ruolo nei tre territori che sono totalmente omogenei. La tutela dei produttori risiede nel prodotto stesso, a livello organolettico e qualitativo le produzioni sono di primo livello. Il prodotto di qualità è sempre quello che ha meno difficoltà a essere venduto sul mercato. Abbiamo necessità di mettere a sistema anche tutto il comparto del turismo, così come la rete culturale. C’è complementarità di offerta che si può tranquillamente gestire. Come Camera di Commercio siamo disponibili a qualsiasi forma di collaborazione con tutti, non mi pongo barriere”.

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