Arbitro controversie finanziarie, dalla Sicilia 97 ricorsi - QdS

Arbitro controversie finanziarie, dalla Sicilia 97 ricorsi

Patrizia Penna

Arbitro controversie finanziarie, dalla Sicilia 97 ricorsi

martedì 04 Aprile 2023

I dati 2022 dell’attività di risoluzione delle controversie tra investitori e intermediari nella gestione dei risparmi. Sono l’8,7% del totale nazionale (1.116)

ROMA – Sono 97 i ricorsi che provengono dalla Sicilia e che nel corso del 2022 sono stati presentati all’Arbitro delle Controversie Finanziarie (Acf), organismo istituito dalla Consob nel 2016 a tutela dei risparmiatori.

Con l’8,7% del totale nazionale, la nostra Isola si colloca al quarto posto nella classifica delle Regioni italiani per numero di istanze pervenute. Sul podio troviamo la Puglia con 229 ricorsi (20,55 del totale), seguita dalla Lombardia con 151 (13,5%) e dall’Emilia Romagna (102 ricorsi, 9,1% del totale nazionale).
Una dato significativo è rappresentato dal settimo posto occupato da Ragusa nella classifica nazionale delle province con il maggior numero di istanze presentate: ben 29, cioè il 30% del totale dei ricorsi che hanno riguardato la Sicilia. Undicesima Catania con 24 ricorsi (il 24,7% del totale regionale). Altra curiosità: sono state 100 le province dalle quali è pervenuto almeno un ricorso, vale a dire la quasi totalità delle 110 province italiane.
L’Acf è uno strumento di risoluzione delle controversie tra investitori “retail” e intermediari per la violazione degli obblighi di diligenza, correttezza, informazione e trasparenza che gli intermediari devono rispettare quando prestano servizi di investimento o il servizio di gestione collettiva del risparmio.

Complessivamente, i numeri ci dicono che il grosso dell’attività svolta dall’Acf da quando è stato istituito (quindi tra il 2017 e 2022), ha riguardato il Nord Italia con il 42,8% dei ricorsi ricevuti proprio da quell’area geografica. Nello stesso periodo di riferimento, il 37,1% dei ricorsi ha riguardato Sud e Isole e solo un modesto 17% dei ricorsi ha interessato il Centro.
Se guardiamo alla tipologia dei ricorrenti, nel 2022 hanno trovato ulteriore conferma i dati già registratisi negli anni precedenti: i ricorsi pervenuti sono stati, pressoché integralmente, trasmessi da persone fisiche (98,5%, a fronte dell’1,5% di persone giuridiche.

I risparmiatori possono presentare richiesta di risarcimento per danni non superiori a 500mila euro. Nel 75% dei casi, come emerge dalla Relazione annuale 2022, il risparmiatore predilige l’assistenza di un legale. “È ragionevole ritenere – si legge nel documento – che molti risparmiatori decidano di avvalersi dell’assistenza tecnico-professionale per la presentazione del ricorso all’Acf, in considerazione della rilevanza economica degli interessi coinvolti nonché della complessità di molte delle tematiche rappresentate nei ricorsi. A fronte di tali peculiarità del contenzioso che si svolge dinanzi all’Acf, la presenza di operatori professionali del diritto garantisce una più qualificata rappresentazione dei motivi del contendere e innalza la qualità del contraddittorio tra le parti”.

Su 1.116 ricorsi complessivi, la maggior parte (206) fa riferimento ad un valore che oscilla tra 10.001 e 30.000 euro. Solo 130, invece, le istanze che si riferiscono a richieste di risarcimento superiori a 100.000 euro.
“Il controvalore delle richieste di risarcimento – si legge ancora nella Relazione – contenute nei ricorsi presentati nel corso del 2022, che hanno superato positivamente il preventivo vaglio di ricevibilità/ ammissibilità (797), è stato superiore ai 44,8 milioni di euro, con una media a ricorso di 56.224,01 euro. Se consideriamo anche i ricorsi dichiarati inammissibili/irricevibili, l’importo totale richiesto è stato di circa 55,4 milioni di euro, con una media a ricorso di 49.641,10 euro”.

Quali sono i motivi che spingono i risparmiatori a rivolgersi all’Acf? Sotto questo profilo, la Relazione mette in evidenza un certa continuità nelle “contestazioni” mosse agli intermediari: le doglianze hanno riguardato, in linea con quanto registrato negli anni precedenti, carenze informative e comportamentali degli intermediari nella fase precontrattuale.
“A seguito dell’aumento del numero degli investimenti effettuati on line – si legge nella Relazione – nel 2022 si è assistito ad un incremento delle controversie relative ad alcune fasi significative dell’operatività da remoto, riguardanti la messa a disposizione della scheda prodotto e la modalità di profilatura del cliente”.

Il Collegio ha tenuto 58 riunioni nel 2022 (72 nel 2021, 53 nel 2020, 46 nel 2019) e ha adottato 1.188 decisioni (1.647 nel 2021, 1.060 nel 2020, 853 nel 2019), di cui il 57,1% di accoglimento dei ricorsi (678) e il 42,9% di rigetto (510).
Nel periodo 2017-2022 il Collegio ha adottato complessivamente 6.127 decisioni, di cui il 65,2% di accoglimento (3.995) e il 34,8% di rigetto (2.132).
La durata media dei procedimenti, che hanno portato alle 1.188 decisioni, è stata di 348 giorni, a fronte di un tempo standard quantificabile in 180 giorni.

Il valore complessivo dei risarcimenti riconosciuti a favore dei risparmiatori è stato pari a 18,9 milioni di euro (circa 39,2 milioni di euro nel 2021, 28,5 milioni di euro nel 2020, 15,7 milioni di euro nel 2019). Sale, così, a circa 142,5 milioni il totale dei risarcimenti riconosciuti dal 2017 al 31 dicembre 2022, con una media pro-capite pari a 35.666,52 euro.

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