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Ars, ricorso al Cga contro l’elezione di Messina: “Schede con evidenti segni di riconoscimento”

redazione

Ars, ricorso al Cga contro l’elezione di Messina: “Schede con evidenti segni di riconoscimento”

Salvo Catalano  |
mercoledì 29 Marzo 2023

Il primo dei non eletti nella Dc, Giuseppe Marletta contesta l'elezione dell'attuale assessore della giunta Schifani.

Quei 15 voti che hanno sancito l’elezione del deputato della Dc Andrea Messina a sfavore del candidato Giuseppe Marletta, secondo arrivato nella stessa lista, continuano a far parlare. Un pugno di preferenze ha fatto la differenza per l’unico seggio scattato in provincia di Catania alle ultime elezioni Regionali per la lista costruita da Totò Cuffaro. Marletta non ci sta e continua la sua battaglia davanti ai giudici amministrativi, assistito dagli avvocati Emilio Castorina e Antonio Fazio, presentando un ricorso al Cga siciliano dopo che il Tar di Palermo gli aveva dato parzialmente torto. A Messina, difeso dagli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, nel frattempo nominato dal presidente Schifani assessore alle Autonomie locali, sarebbero stati assegnati voti illegittimi. È questa la tesi di Marletta, difeso dagli avvocati Emilio Castorina e Antonio Fazio.

La vittoria al fotofinish

Le preferenze attribuite a Messina sono state 3.691, Marletta si è fermato a 3.676. Il candidato non eletto si è rivolto al Tar di Palermo adducendo diversi motivi di ricorso. Il Tar, pochi giorni fa, ne ha dichiarati irricevibili alcuni arrivati fuori tempo massimo; ha disposto ulteriori approfondimenti su altri, ordinando alla Prefettura di Catania di acquisire la documentazione utile a nuovi riscontri; e ha dichiarato inammissibile un ultimo motivo. In sostanza Marletta ha portato come prova dell’erroneo conteggio la dichiarazione di un rappresentante di lista, ma il Tar ha stabilito che le dichiarazioni sostitutive dei rappresentanti di lista sono «prove inammissibili nel giudizio elettorale», nel caso in cui «attestino fatti avvenuti in loro presenza ma non immediatamente verbalizzati». Ed è proprio su quest’ultimo punto che Marletta non ci sta e ha presentato appello.

I voti contestati

Si tratta dei voti conteggiati nella sezione 7 di San Giovanni La Punta, nel Catanese. “A chiusura dello scrutinio – si legge nel ricorso – erano stati attribuiti a Messina 67 voti, mentre i voti di preferenza riportati nel verbale della medesima sezione erano 75”. E ancora: “Almeno 5 schede riportavano segni evidenti di riconoscimento e alcuni voti venivano assegnati allo stesso Messina, nonostante il nome di quest’ultimo fosse stato indicato in lista diversa da quella della DC – Democrazia Cristiana”. Secondo i difensori di Marletta, il Consiglio di stato ha stabilito che “i rappresentanti di lista possono presentare dichiarazioni sostitutive anche se non hanno svolto contestazioni al momento dello spoglio”. L’ultima parola spetta adesso al Consiglio di giustizia amministrativa siciliano.

Gli altri ricorsi elettorali

Quella di Marletta contro Messina non è l’unica battaglia legale tra deputati dell’Assemblea regionale siciliana. Una faida è in corso all’interno della lista Sud chiama Nord, a sostegno di Cateno De Luca. In questo caso a contendersi il seggio sono in tre: il deputato eletto Davide Vasta contro cui hanno presentato ricorso sia Salvatore Giuffrida, primo dei non eletti, che Santi Primavera, secondo dei non eletti. Primavera, per completare la scalata, ha presentato ricorso anche contro Giuffrida. Il Tar si è espresso contro Vasta e in favore di Giuffrida. Ma la sentenza è sospesa visto il ricorso in Appello di Vasta. La geografia dei 70 deputati regionali non può dirsi ancora definitiva.

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