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Dalla pelle alla tela, l’arte di Alessandro Florio che incarna la Sicilia

Antonino Lo Re

Dalla pelle alla tela, l’arte di Alessandro Florio che incarna la Sicilia

Nicoletta Fontana  |
giovedì 20 Ottobre 2022

Sulla Poltrona di Nicoletta ospite l’artista taorminese Alessandro Florio

L’artista taorminese Alessandro Florio ama definirsi un “tatuatore per caso”, anche se, in verità il suo primo approccio all’arte è partito proprio dal tatuaggio. Un grande amore quello suo per i tattoo e lo si vince anche guardando il suo corpo che ne è ricoperto. Oggi, di fatto, Florio ne avverte ancora una certa influenza quando dipinge sulla tela, ma lo sente ormai lontano da se.

La svolta visitando il Louvre

L’unico legame che riconosce tra queste due differenti forme artistiche è la sua personale necessità di espressione, quella più intimistica, quella capace di riconoscere il suo stato d’animo, la sua essenza più intima.  Un’intimità che lo porta a guardare alle sue opere, come fossero figli, creature viscerali, per le quali il legame è così profondo che, solo da qualche anno, riesce a liberarsene in maniera serena, avulso dalla sofferenza dettata dall’egoismo di possederle e a non sentirsi in lutto nel momento del distacco, perché mi confessa: “L’arte se non circola rimane fine a se stessa”.

Il vero “Switch”,  come lui stesso lo definisce, del passaggio dalla pelle alla pittura su cavalletto è avvenuto a Parigi visitando il Louvre, imbattendosi nelle grandi opere di Cimabue e Giotto in cui in lui è prevalso l’istinto di dipingere sempre più in grande e non più di limitarsi al piccolo soggetto tipico del tatuaggio.

L’amore per la sua terra

Nella sua pittura è evidente l’amore per le sue radici che non tradisce mai in nessuna opera: vasi in ceramica, alberi di mandarini, decori bizantini osservati nella Cappella Palatina di Palermo, ma anche rimandi orientali, spunti che arrivano dall’illuminazione che ha avuto visitando il Rajastan, in India.

Fedele al suo territorio e al suo essere vegetariano, questo eclettico artista, ama la natura in tutte le sue espressioni, che raffigura attraverso piante, felini, cirnechi dell’Etna e asini, questi ultimi  da lui reputati sacri, per essere stati sin dall’antichità di supporto all’uomo come forza lavoro.

Florio non accetta di eseguire opere su commissione, dipinge di getto, con il cuore e i suoi dipinti sono sempre pezzi unici.

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