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30 Marzo 2025

Assegno di inclusione non pagato a marzo 2025 in Sicilia, ecco chi rischia

Assegno di inclusione non pagato a marzo 2025 in Sicilia, ecco chi rischia

Redazione  |
mercoledì 05 Marzo 2025

A marzo molti cittadini rischiano di non ricevere il pagamento per l'assegno di inclusione come confermato dalla circolare Inps n. 105 del 2023

A marzo molti cittadini rischiano di non ricevere il pagamento per l’assegno di inclusione come confermato dalla circolare Inps n. 105 del 2023 dove vengono spiegati i dettagli riferiti al funzionamento della misura di sostegno al reddito che ha sostituito il Reddito di cittadinanza.

Il mancato pagamento

Il mancato pagamento dell’Assegno di inclusione non rappresenta una novità in quanto era noto già da una prima lettura del provvedimento, riprendendo tra l’altro lo stesso schema che era già previsto per il Reddito di cittadinanza. Nel dettaglio, viene stabilito che la prestazione di sostegno spetta fino a quando vengono mantenuti i requisiti previsti dal regolamento, ma in ogni caso fino al termine di 18 mesi.

A chi non spetta

L’Adi spetta per un massimo di 18 mensilità, termine che per alcune famiglie che percepiscono la misura già dallo scorso anno scatterà nel corso del 2025.

Ad esempio, la prima mensilità dell’Assegno di inclusione è stata quella di gennaio 2024. Le prime famiglie che ne hanno fatto domanda, quindi, vedranno scattare le 18 mensilità nel mese di giugno 2025, quando ci sarà l’ultimo pagamento previsto per questo primo periodo di percezione

Le nuove indicazioni per le domande

Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha pubblicato delle nuove indicazioni operative per la gestione delle domande e dell’erogazione dell’assegno di inclusione.

Ecco le novità illustrate dall’Inps attraverso il messaggio 17 febbraio 2025, n. 592.

Assegno di inclusione, indicazioni per la gestione delle domande

Attraverso il sopra citato messaggio, l’Inps fornisce indicazioni sulle nuove modalità di gestione, relative all’attribuzione d’ufficio dei carichi di cura. Tre le principali novità illustrate:

  • Attribuzione d’ufficio del coefficiente di scala di equivalenza. Ai componenti maggiorenni di ciascun nucleo familiare richiedente l’assegno di inclusione che hanno carichi di cura, anche se non dichiarati nella domanda, verrà attribuito d’ufficio il parametro della scala di equivalenza di 0,40. Una novità importante soprattutto per le le famiglie con minori di tre anni, tre o più figli minori o membri in condizione di disabilità.
  • Gestione delle domande: da gennaio 2025, le domande già accolte e in corso di pagamento saranno soggette a un ricalcolo degli importi spettanti, con il riconoscimento di eventuali arretrati per benefici economici non corrisposti in precedenza. Le domande per l’assegno di inclusione respinte, inoltre, saranno riesaminate d’ufficio e potrebbero quindi essere accolte se i requisiti sono tutti soddisfatti.
  • Modello di domanda aggiornato. L’Inps ha annunciato anche l’aggiornamento del modello di domanda per facilitare la compilazione da parte degli utenti. Nel nuovo modello è presente anche una lista delle strutture sanitarie che possono rilasciare attestazioni di condizione di svantaggio.

Requisiti del 2025

L’assegno di inclusione spetta ai nuclei familiari in difficoltà economica, nello specifico a quelli che soddisfano i seguenti requisiti:

  • ISEE non superiore a 9.360 euro;
  • con nucleo familiare con almeno un minore, una persona con disabilità, un over 60 o “in condizioni di svantaggio e inserito in programma di cura e assistenza dei servizi sociosanitari territoriali certificato dalla pubblica amministrazione”.

Cos’è l’assegno di inclusione

L’Assegno di Inclusione (ADI) è una misura nazionale di contrasto alla povertà, alla fragilità e all’esclusione sociale, un sostegno al reddito e di avvio di percorsi di inserimento sociale e di politiche del lavoro che ha sostituito il reddito di cittadinanza a partire dall’1 gennaio 2024.

Come fare domanda

Si può fare domanda per l’assegno unico attraverso uno dei seguenti metodi:

  • in via telematica attraverso il sito dell’Inps, accedendo con le proprie credenziali;
  • tramite i patronati;
  • tramite i Centri di Assistenza Fiscale, a partire dal 1° gennaio 2024.

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Immagine di repertorio

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