Tutti gli enti utilizzatori obbligati a rendicontare il numero dei lavoratori socialmente utili e le novità sugli assegni dopo l'introduzione dell'assegno unico.
Un quadro chiaro e dettagliato che permetta di comprendere quanti e quali lavoratori socialmente utili siano presenti nei diversi enti che ne fruiscono i servizi. Il dipartimento regionale del Lavoro, dell’impiego, dell’orientamento, dei servizi e delle attività formative ha trasmesso una direttiva a tutti gli enti utilizzatori con la quale richiede l’aggiornamento delle schede anagrafiche dei singoli lavoratori Asu in modo da poterne verificare i dati nella banca dati già esistente e poterne così attestare la presenza in servizio e le caratteristiche.
Asu, via all’aggiornamento dell’anagrafe in Sicilia
Con la nota è stato fornito il modello della scheda anagrafica da completare, a firma di ogni lavoratore, che sia in servizio o sospeso all’atto della compilazione. Saranno poi gli enti stessi a trasmettere le schede alla mail del Servizio 6 del dipartimento regionale del lavoro, dopo aver verificato che tutti i dati forniti siano leggibili. La documentazione richiesta dovrà essere inviata entro il prossimo 30 giugno.
Spiegazioni anche riguardo la richiesta degli assegni familiari
In una seconda direttiva, invece, è stata spiegata come verrà gestita la questione legata agli assegni per il nucleo familiare. Considerato che a partire dal marzo 2022, infatti, è stato istituito l’assegno unico e universale, che è andato a sostituire gli anf e che viene pagato direttamente al lavoratore, senza passare dal datore di lavoro, come avveniva precedentemente.
Pertanto, come si legge nel comunicato sui lavoratori Asu a firma del dirigente generale Ettore Riccardo Foti, “non saranno più riconosciute le prestazioni di assegno per il nucleo familiare (anf) e di assegni familiari (af), riferite ai nuclei familiari con figli e orfani per i quali subentra la tutela dell’assegno unico”, mentre continueranno ad essere riconosciute le prestazioni di anf riferite a nuclei familiari composti unicamente dai coniugi, dai fratelli, dalle sorelle e dai nipoti, che si trovino, a causa di infermità o difetto fisico o mentale, nell’assoluta e permanente impossibilità di dedicarsi al lavoro.
Non è la prima ricognizione dei lavoratori ex Pip
Una attività di ricognizione simile era già stata fatta a febbraio scorso, e si concentrava sui lavoratori ex Pip, il cui numero era necessario sapere per poter valutare cosa fare e in che termini procedere, anche in riferimento a una possibile stabilizzazione. Negli anni a molti è stato proposto di fuoriuscire dal bacino, andando a corrispondere un massimo di cinque anni dell’assegno di sostegno al reddito di cui già godono, da versare interamente in un’unica soluzione. Tale beneficio è stato riconosciuto a prescindere dal numero di anni necessari a ottenere la pensione, ma è stata data priorità a chi si trova più vicino al raggiungimento di tale requisito. A parità di requisiti, è stata data priorità anche al più anziano di età anagrafica.
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