Berlusconi, fine di un’epoca - QdS

Berlusconi, fine di un’epoca

Carlo Alberto Tregua

Berlusconi, fine di un’epoca

martedì 13 Giugno 2023

Concluso un trentennio

Alle ore 9:30 di lunedì 12 giugno, Silvio Berlusconi ha concluso la sua vita terrena e forse, chissà, ha iniziato quella spirituale.
È stato un soggetto coriaceo, di grande personalità, che ha influenzato la vita politica, economica e sociale del nostro Paese per quasi un trentennio, avendo cominciato nel 1994, con la famosa “discesa in campo”.
Egli ha dimostrato concretezza e spregiudicatezza, egoismo e altruismo, capacità di comprendere i problemi generali e quella di favorire gli amici e gli amici degli amici. Insomma, una persona variegata, dalle mille sfaccettature, che ha sempre voluto dare di sé un’immagine di padre della Patria, anche se spesso era padre di se stesso.
È stato un abile costruttore e ne testimoniano Milano due e Assago, pregevoli quartieri costruiti a suo tempo all’avanguardia e progettati in maniera moderna e quasi futuristica.
Aveva in testa tanti sogni, alcuni dei quali li ha realizzati.

In trent’anni è stato nominato quattro volte presidente del Consiglio, ha battagliato con Romano Prodi, anch’egli presidente del Consiglio, ha vinto, ha perso e ha ricominciato con una costanza ammirevole.
Anche in questo ultimo tratto di vita ha dimostrato una forza d’animo non comune e una capacità di sostenere gli altri, in ansia per la sua salute.
L’ansia non era del tutto disinteressata – salvo quella della famiglia – perché tutti i suoi – li chiamava collaboratori – non sapevano cosa fare in caso il Cavaliere fosse venuto a mancare.
Berlusconi è stato inseguito dalle procure di mezza Italia, che l’hanno portato a processo innumerevoli volte. È stato condannato e assolto; gli è stato dato il titolo di Cavaliere del lavoro, poi revocato e poi ridato; è stato eliminato dalla scena politica, poi riabilitato e rieletto senatore della Repubblica in questa Legislatura. Insomma, non ha mai fatto un passo indietro, neanche nelle ultime settimane, quando, nonostante l’ottimismo dei medici, la previsione della conclusione della sua vita terrena era immaginabile.
Uno dei punti negativi della sua attività è stato non aver voluto vendere Alitalia ai francesi di Air France, il che è costato al popolo italiano oltre dodici miliardi.

Nella sua vicenda politica non si sono voluti mai riconoscere i cinque figli, i quali invece hanno assunto ruoli primari nelle diverse società finanziarie e nelle diverse imprese fondate dal Cavaliere. Non si sa per quale ragione nessuno dei cinque abbia voluto seguire le orme del padre, il che ha creato una mancanza di eredità politica che ora produrrà nodi difficili da sciogliere.

Berlusconi è “sceso” in politica anche per difendere le sue aziende, cosa che ha fatto nel corso di questi trent’anni, consentendo loro di consolidarsi e di crescere in termini di fatturato e di utili.
Non sembra vi sia dubbio che gran parte delle sue decisioni prendevano corpo a tutela del suo gruppo imprenditoriale, comportamento umano e comprensibile, ma che cozza con l’interesse generale cui un uomo politico, se statista, deve puntare senza tentennamenti.
Cosicché, leggendo in trasparenza, in molti dei provvedimenti legislativi approvati nel corso della sua lunga esperienza, si intravedono i veri obiettivi di gran parte del suo lavoro.

Che faranno ora gli orfanelli di Forza Italia, un partito ancora accreditato intorno all’otto per cento del parco politico? è facile prevedere che molti deputati e senatori traslocheranno in Fratelli d’Italia, che così potrebbe superare il trentacinque per cento dei consensi; altri verranno attratti da alcuni partiti che si collocano in centro, fra cui Noi Moderati, e soprattutto l’unione contro natura di Azione e Italia Viva, perché i due galli, Calenda e Renzi, sono in disaccordo su quasi tutto ciò che si dovrebbe fare.
Non crediamo che la scomparsa di Berlusconi crei particolari fibrillazioni al governo Meloni, proprio per quanto dicevamo prima. Tuttavia, non si può ignorare qualche scossa tellurica che potrebbe influenzare il percorso del Governo, in bene o in male, e che si vedrà nelle prossime settimane.
Quando una persona se ne va, non bisogna fare tante recriminazioni perché dovremmo sapere che per ciascuno di noi la vita è un lampo nel tempo.

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