Bilanci comunali, tutto rinviato alla fine di luglio - QdS

Bilanci comunali, tutto rinviato alla fine di luglio

Carmelo Lazzaro Danzuso

Bilanci comunali, tutto rinviato alla fine di luglio

mercoledì 14 Giugno 2023

Senza una programmazione a lungo termine rischia di essere penalizzata l’efficienza dei servizi essenziali. Di proroga in proroga, sono i cittadini a pagare

ROMA – Sarà l’ennesima estate di fuoco per i Comuni italiani, molti dei quali risultano ancora privi di un bilancio di previsione (avete letto bene, previsione) per l’anno 2023.

I termini di legge – che, lo ricordiamo, prevedono l’approvazione del Rendiconto entro il 30 aprile dell’anno successivo a quello di riferimento e del Preventivo entro il 31 dicembre dell’anno precedente – sono stati anche quest’anno superati e certificati dalle ormai immancabili proroghe che si susseguono di anno in anno.

Nei giorni scorsi, a conferma di un canovaccio divenuto quasi tradizione, è infatti arrivato il via libera dalla Conferenza Stato-Città al differimento al 31 luglio dei bilanci di previsione 2023-2025 per Comuni ed Enti locali. Su richiesta dell’Associazione nazionale comuni italiani (Anci) e dell’Unione province d’Italia (Upi) – è stato infatti deciso l’ulteriore differimento al 31 luglio 2023 del termine di approvazione dei documenti contabili per l’anno in corso.

Occorre in ogni caso ricordare che come da legislazione vigente l’articolo 151, comma 1, del Tuel dispone che gli Enti locali deliberano il bilancio di previsione finanziario, riferito a un orizzonte temporale almeno triennale, come già accennato entro il 31 dicembre e che il suddetto termine può comunque essere differito, in presenza di motivate esigenze, con decreto del ministro dell’Interno, d’intesa con il ministro dell’Economia e delle Finanze, sentita la Conferenza Stato-città ed autonomie locali. Per l’anno in corso il prescritto termine del 31 dicembre è stato prorogato, con il parere favorevole espresso in Conferenza da Anci e Upi, prima al 31 marzo 2023, ulteriormente differito con la legge di bilancio alla data del 30 aprile 2023 e prorogato da ultimo, sempre in Conferenza Stato-Città e Autonomie locali al 31 maggio 2023. Come appena scritto, il differimento è previsto per motivate esigenze, che puntualissime si verificano ogni anno.

“Con il ministro Piantedosi – ha spiegato il sottosegretario di Stato all’Interno, Wanda Ferro – abbiamo recepito le sollecitazioni provenienti dai tanti sindaci che hanno evidenziato le vulnerabilità finanziarie degli Enti locali e le difficoltà nel contesto attuale nel ricercare gli equilibri di bilancio. Una condizione che si aggiunge a quella pure evidenziata da Anci e l’Upi, con nota del 29 maggio scorso, che hanno formalizzato al ministro dell’Interno l’esigenza di voler considerare, per uno opportuno spostamento del termine al 31 luglio prossimo, sia i gravosi eventi alluvionali che hanno di recente colpito ampi territori dell’Emilia-Romagna, sia i complessi impegni organizzativi necessari per lo svolgimento delle consultazioni elettorali amministrative”.

“Oltre ai Comuni emiliano romagnoli alluvionati e agli Enti coinvolti nelle recenti elezioni – ha aggiunto il presidente dell’Anci Antonio Decaro – la richiesta arriva alla luce delle difficoltà di ricerca di equilibri di bilancio, accentuati per molti Enti dagli effetti degli incrementi dei prezzi energetici che influenzano direttamente gli oneri per l’esercizio di servizi essenziali”.

“Ringraziamo il sottosegretario all’Interno Wanda Ferro per la disponibilità – ha aggiunto Decaro – a cui abbiamo garantito che la stragrande maggioranza dei Comuni ha approvato i bilanci ma questa misura era necessaria per non rischiare il commissariamento per quelli andati al voto”.

Uno scenario, quello appena descritto, che però si riverbera inevitabilmente sui servizi resi ai cittadini. Senza Bilanci approvati, infatti, entra in gioco la cosiddetta gestione provvisoria in cui scattano alcune limitazioni gestionali: dallo stop all’indebitamento alla necessità di impegnare soltanto spese correnti ed eventuali uscite correlate ad altri interventi di somma urgenza, ferma restando la possibilità di ricorrere all’anticipazione di tesoreria. Previsto inoltre un vincolo mensile di impegnabilità, corrispondente a un dodicesimo degli stanziamenti del secondo esercizio del bilancio di previsione deliberato l’anno prima, ridotti delle somme già impegnate e del fondo pluriennale vincolato. Sono escluse le spese tassativamente regolate dalla legge, quelle non suscettibili di pagamento.

Appare evidente come sia necessario navigare a vista, riducendo le spese all’essenziale e, di fatto, rinunciando a una programmazione degna di questo nome. Le difficoltà affrontate dai Comuni non sono in dubbio, ma è inevitabile pensare che la soluzione non può essere procedere di proroga in proroga. Serve piuttosto un maggiore dialogo fra Governo e Autonomie locali, per cercare soluzioni che non si ripercuotano sui servizi resi ai cittadini.

Via libera a Messina, Palermo entro giugno e Catania in ritardo

PALERMO – Come abbiamo spesso documentato in passato su queste colonne, la situazione dei Comuni siciliani è spesso molto più critica rispetto a quanto avviene a livello nazionale.

Il quadro che vogliamo fare oggi, però, è dedicato ai Comuni delle principali città dell’Isola, ovvero Palermo, Catania e Messina, che vivono sul fronte dei Bilanci di previsioni situazioni molto differenti tra loco.

Palermo

Il capoluogo siciliano si appresta a raggiungere il primo anniversario dell’elezione del sindaco Roberto Lagalla e nelle ultime settimane in Consiglio comunale sono stati già approvati numerosi documenti propedeutici proprio al via libera al Preventivo 2023/2025.

Nei giorni scorsi il sindaco Lagalla ha detto di voler approvare il documento entro giugno. Un passaggio che come ha detto il sindaco Varchi è adesso possibile grazie al lavoro di riordino dei conti fatto dall’Amministrazione in carica. “Da assessore al Bilancio – ha affermato – sono molto soddisfatta per l’avvenuto riallineamento della contabilità dell’Ente e ringrazio quanti hanno contribuito a questo risultato straordinario, su tutti naturalmente il ragioniere generale, consentendo in pochi mesi di recuperare il ritardo pluriennale accumulato da chi ci ha preceduto”.

Catania

Ai piedi dell’Etna si vive probabilmente la situazione più complessa tra le grandi città siciliane. Il Comune è in dissesto e il neo sindaco Enrico Trantino è atteso da un lavoro estremamente complesso per riallacciare le fila del bilancio comunale.

Le elezioni, ovviamente, non hanno aiutato, di conseguenza la nuova Amministrazione dovrà adesso lavorare in fretta e bene per dare le prime importanti risposte ai cittadini. Il primo cittadino, però, sembra esserne assolutamente consapevole, tanto che ha indicato il lavoro da fare sui conti del Comune come una delle priorità del suo Esecutivo.

Messina

La continuità del passaggio da Cateno De Luca a Federico Basile sembra aver favorito la Città dello Stretto, che al netto di alcuni chiarimenti richiesti dalla Corte dei Conti sul Piano di rientro sembra attualmente pronto a programmare con maggiore consapevolezza il proprio futuro. Lo si evince anche dal recente via libera da parte del Consiglio comunale al Bilancio di previsione 2023/2025.

“L’approvazione dello strumento finanziario – ha spiegato il sindaco Basile – che delinea la strategia tecnico-politica che l’Amministrazione intende perseguire nel prossimo triennio, permetterà di incrementare i servizi indispensabili per la nostra città. Ciò significa più risorse da destinare, per il verde pubblico quale fattore importante per la qualità della vita dei cittadini; per la manutenzione ordinaria delle strade e per tutti i servizi di pubblica utilità che nel solco della continuità amministrativa sono affidati alle Società partecipate del Comune e che dal 2019 hanno cambiato il volto della città in termini di qualità dei servizi erogati”.

“La principale soddisfazione – ha aggiunto il primo cittadino messinese – è quella di avere mantenuto in sicurezza i conti senza aumentare la pressione sui cittadini e con la consapevolezza che quanto è in programma potrà ora essere realizzato. Ci sono risorse importanti da investire e da utilizzare per rilanciare l’economia di Messina”.

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