Biometano Ibleo, Tar bacchetta Comune Modica

Biometano Ibleo, Tar bacchetta Comune Modica: “Decadenza autorizzazione andava dichiarata”

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Biometano Ibleo, Tar bacchetta Comune Modica: “Decadenza autorizzazione andava dichiarata”

Simone Olivelli  |
sabato 20 Gennaio 2024

Il progetto aveva destato le proteste del mondo ambientalista e della comunità pozzallese

“In conformità con i principi generali di trasparenza e certezza giuridica è sempre richiesto che l’amministrazione comunale si pronunci con provvedimenti espressi”. Sono le parole con cui la prima sezione del Tar di Catania ha dato ragione all’associazione Rifiuti Zero Sicilia, in merito alla mancata risposta da parte del Comune di Modica alla richiesta di dichiarare decaduta l’autorizzazione unica che nel 2019 era stata rilasciata alla Biometano Ibleo. L’impresa – la cui maggioranza delle quote è in possesso di una società collegata anche ai docenti di Unict Giovanni La Via e Biagio Pecorino – aveva in programma la costruzione di un impianto per la produzione di biogas al confine tra Modica e Pozzallo, in provincia di Ragusa.

Ambientalisti contrari

Un progetto che aveva destato le proteste del mondo ambientalista e della comunità pozzallese. Ciò per l’eccessiva vicinanza al centro abitato e per l’utilizzo di terreni ricadenti in un’area ritenuta d’interesse archeologico. Contrasti che in qualche modo hanno contribuito a rallentare l’iter di avvio dei lavori fino allo sforamento dei tempi massimi. Tale fatto, però, per diversi mesi era passato sotto silenzio, finché Rifiuti Zero Sicilia non ha sollevato la questione.

Termini inizio lavori

L’autorizzazione rilasciata dallo Sportello unico attività produttive del Comune di Modica ad agosto del 2019 prevedeva l’avvio del cantiere entro un anno. Il 6 agosto 2020, Biometano Ibleo ha chiesto e ottenuto una proroga di due anni. Rinviando per questo il termine ultimo per iniziare la costruzione dell’impianto all’8 agosto 2022. Tuttavia – mentre la partita tra impresa e ambientalisti andava avanti nelle aule dei tribunali, dove le recriminazioni dei secondi non sono state accolte – disattesa anche questa scadenza e, di conseguenza, l’autorizzazione che si sarebbe dovuta trasformare in carta straccia.

I timori

A ottobre del 2022, Rifiuti Zero sottopone formalmente il tema al Comune di Modica. Richiesta l’adozione di un provvedimento che mettesse la parola fine alla vicenda. L’istanza però non ha sortito effetti: dagli uffici comunali modicani non è arrivata alcuna risposta. Una posizione che ha alimentato inevitabilmente i timori di chi riteneva che il progetto, che puntava a mettere in rete 499 metri cubi all’ora di biometano, appena uno in meno del limite sopra il quale l’iter di autorizzazione sarebbe dovuto essere più articolato chiamando in causa anche la Regione, potesse ancora stare in piedi.

Necessità di chiarezza

“Il collegio ritiene che l’ente locale resistente si è sottratto all’obbligo del clare loqui e di tempestiva conclusione del procedimento, che deve sempre e comunque informare l’agere dei pubblici poteri”. Con questa espressione, di per sé poco chiara per i non latinisti e chi non mastica diritto, il Tar di Catania ha affermato che il Comune di Modica, in nome dell’interesse collettivo, avrebbe dovuto adottare un formale provvedimento di decadenza dell’autorizzazione. I giudici hanno ritenuto illegittimo il silenzio fatto seguire dall’ente locale alla richiesta dell’associazione ambientalista. Ritenuta altresì inacettabile la difesa del Comune modicano. Difesa secondo cui “la decadenza del permesso di costruire opera di diritto, tanto che l’eventuale provvedimento avrebbe carattere meramente dichiarativo di un effetto già verificatosi”.

Spese legali

Il pronunciamento del Tar è arrivato a fine anno, qualche mese dopo rispetto a quando i vertici dell’azienda Biometano Ibleo hanno annunciato di non essere più interessati, almeno per il momento, a realizzare l’impianto. Nel caso la società dovesse ripensarci, sarebbe necessario ripartire con un nuovo iter di valutazione del progetto e di rilascio dell’eventuale autorizzazione. Per il momento, querelle – nel corso della quale il tema della mancata chiarezza nelle procedure è stato più volte tirato in ballo dagli ambientalisti – conclusa, con i giudici amministrativi a disporre che a pagare le spese legali affrontate da Rifiuti Zero Sicilia dovrà essere il Comune di Modica. Ottocento euro, ma dal valore simbolico non indifferente.

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