Bruno Corda: “Due beni su tre sono terreni poco appetibili” - QdS

Bruno Corda: “Due beni su tre sono terreni poco appetibili”

redazione

Bruno Corda: “Due beni su tre sono terreni poco appetibili”

Giulia Biazzo  |
martedì 09 Gennaio 2024

Intervista al prefetto Bruno Corda, direttore dell’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati. “Nell’ultima conferenza dei servizi in Sicilia, i Comuni hanno manifestato interesse solo sul 22% dei beni proposti”

In Sicilia i beni confiscati sono tantissimi e questo crea, a volte, ritardi e inghippi nella gestione degli immobili: capita, infatti, che un bene rimanga fermo ed inutilizzato per diverso tempo. Per capire meglio il fenomeno, abbiamo intervistato il Direttore dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc), il Prefetto Bruno Corda.

Dalla relazione annuale 2022 emerge che in Sicilia, nonostante siano stati destinati 8.242 beni immobili, ne risultano in gestione 8.584 tra cui 6.799 in confisca definitiva. Il numero è ingente: quali sono le criticità che l’Agenzia incontra nel destinarli?
“Occorre precisare che affinché un bene immobile possa essere destinato dall’Agenzia è necessario che la confisca sia divenuta definitiva ma anche la definitività della confisca non costituisce parametro certo di destinabilità dei beni. Quelli in confisca definitiva indicati nell’ambito della relazione includono, infatti, anche cespiti oggetto di confisca pro quota per i quali occorre procedere giudizialmente al cosiddetto incidente di esecuzione per ottenerne la completa proprietà prima di procedere alla destinazione; oppure beni per i quali non è stata ancora completata in giudizio la verifica dei crediti, terminata la quale potrebbe anche essere necessario provvedere alla loro vendita per la soddisfazione dei creditori in buona fede.

Fatta questa premessa, relativamente al territorio siciliano, occorre rilevare l’altissima concentrazione di beni rispetto al territorio nazionale. Infatti, circa il 39% dei beni immobili gestiti dall’Agenzia Nazionale trova collocazione in Sicilia e due su tre di questi beni sono rappresentati da terreni che, rispetto alle unità immobiliari per uso abitativo e assimilabile, sono destinabili più difficilmente perché meno appetibili per gli enti territoriali. Numerosi beni, inoltre, insistono in territori che hanno raggiunto un elevato grado di “saturazione”, avendo gli Enti territoriali già nel tempo acquisito numerosi beni per finalità sociali.

Nel comune di Roccella Valdemone in provincia di Messina, per esempio, c’è quasi un immobile confiscato ogni due abitanti. Più di 280 beni sono già stati destinati ma in casi come questo le capacità del territorio di recepire nuovi beni sono, per ovvie ragioni, fortemente limitate. Spesso le motivazioni sono anche legate a caratteristiche intrinseche di scarsa attrattività dei beni stessi come accade per i lotti interclusi, per immobili che si trovano in pessime condizioni manutentive o che presentano delle difformità edilizie e urbanistiche insanabili. Le criticità appena menzionate si riflettono naturalmente sugli esiti delle Conferenze di Servizi che sono lo strumento utilizzato dall’Agenzia per proporre i beni ai potenziali soggetti destinatari: a titolo esemplificativo nel corso dell’ultima Conferenza di Servizi tenutasi in Sicilia è stato manifestato interesse solo sul 22% dei beni proposti.

Nonostante tutte queste criticità, l’Agenzia, attraverso il miglioramento delle proprie capacità operative, ha incrementato notevolmente la sua capacità “destinatoria” dei beni immobili: a livello nazionale, nel triennio 2020-2022, c’è un aumento di oltre il 147% del numero dei cespiti destinati. Infine, occorre rilevare che anche in Sicilia, soprattutto per quanto riguarda i piccoli comuni, sussiste una notevole difficoltà di carattere progettuale determinata dalle dimensioni dei comuni stessi e dalla loro conseguente struttura organizzativa. A questo scopo l’Agenzia ha recentemente stipulato con il Presidente della Regione Siciliana, l’Onorevole Renato Schifani, un accordo istituzionale nel quale – tra le altre cose – è previsto il supporto della Regione all’attività progettuale dei comuni che in un prossimo futuro renderà possibile un significativo incremento delle destinazioni.”

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