Il cimitero degli Angeli di Caltanissetta entra a far parte della storia - QdS

Il cimitero degli Angeli di Caltanissetta entra a far parte della storia

Annalisa Giunta

Il cimitero degli Angeli di Caltanissetta entra a far parte della storia

martedì 09 Aprile 2024

L’Associazione dei cimiteri significativi in Europa accoglie il sito, il primo siciliano riconosciuto dall’Asce. Per valorizzare il patrimonio monumentale si è costituito anche un comitato tecnico-scientifico

CALTANISSETTA – Il cimitero monumentale degli Angeli entra a far parte dell’Asce (Associazione dei cimiteri significativi in Europa) grazie al progetto proposto da Antonella Furian, Nico Costa e Leandro Janni (Italia Nostra) al Comune.

Il primo cimitero siciliano a far parte dell’Asce

“Si tratta del primo sito in Sicilia – come ribadito dal primo cittadino Roberto Gambino – che entra a far parte dell’Associazione ovvero è inserito assieme al cimitero di Parigi, Staglieno di Genova e tantissimi altri cimiteri importanti in tutta Europa. Per noi si tratta di un riconoscimento importante, ancora una volta la nostra città sta al centro delle eccellenze”.

Tra le azioni messe in atto per valorizzare il patrimonio monumentale del cimitero anche la costituzione di un comitato tecnico-scientifico che si occuperà del progetto nel corso degli anni, a supporto dell’Amministrazione Comunale. Pronta anche la mappa storico-turistica del Cimitero degli Angeli curata da Giuseppe Giugno (Associazione Alchimia), Leandro Janni (Italia Nostra) e Liborio Torregrossa (Associazione Alchimia).

“All’interno della mappa – aggiunge Cettina Andaloro, assessore ai servizi Cimiteriali – che sarà in distribuzione nelle sedi della Pro Loco, all’ingresso del Cimitero e del Comune, i visitatori troveranno i cenni storici del sito e una planimetria”.

Il cimitero monumentale degli Angeli è uno dei due cimiteri della città oltre quello dei Carusi a Gessolungo. Fu aperto nel 1878 è si trova nelle vicinanze della chiesa di Santa Maria degli Angeli e dei ruderi del castello di Pietrarossa. Il progetto fu approvato dal Consiglio Comunale nel 1878 con uno stanziamento di 126.000 lire. La delibera faceva seguito ad un’accesa discussione sui possibili siti ove stabilirlo: la zona dell’abbazia di Santo Spirito, un terreno in contrada Balate, uno in contrada Firrio e quello, poi scelto, vicino al convento di Santa Maria degli Angeli. Scelto per la natura drenante del terreno calcareo, per la relativa vicinanza all’abitato cittadino e per la “romantica mestizia che vi spira attorno”.

L’attuale ingresso è stato ricavato abbassando l’antistante livello dello spiazzo, che a destra è delimitato dalla chiesa di Santa Maria degli Angeli. Il progetto fu dell’ingegnere Alfonso Barbera, lo stesso che aveva progettato la facciata del Comune e del Teatro Margherita.

Il cimitero si sviluppa, lungo una forte pendenza lungo l’asse sud, con viali interni sinuosi cui si affacciano cappelle gentilizie tra le quali per il loro valore architettonico e artistico si distinguono quelle delle famiglie nobiliari costruite dagli architetti Pasquale Saetta e Alfonso Barbera: tra di esse, le più note sono quelle degli Amato-Salvati, Calafati, Difìglia, Falduzza, Giarrizzo, Lanzirotti, Mazzone, Messina-Sapienza, Trigona della Floresta e Testasecca. Quest’ultima tra tutte si distingue per la sua monumentalità ma soprattutto per la presenza della Madonna dello scultore nisseno Tripisciano.

Tra gli artisti che hanno contribuito all’edificazione di monumenti sepolcrali si ricordano quelli di Francesco Biangardi e Michele Tripisciano; tra tutte le opere marmoree spicca per il suo valore artistico la Madonna sul trono con il bambino del Tripisciano di cui si può ammirare una copia in gesso nell’omonimo museo cittadino, con le due copie in marmo della stessa Madonna presenti nella chiesa di Notre Dame di Parigi e nella chiesa del Corpus Domini di Milano.

Interessante è anche la cappella del Senatore Morillo, barone di Trabonella, la cui facciata fu progettata dall’ingegnere Nuara nel 1912. Questa cappella è ricavata da un anfratto della rocca di Pietrarossa su cui si ergono sovrastando il cimitero i ruderi del castello. Si ritiene che essa sia stata ricavata da un ambiente già abitato in epoca bizantina del castello. Anche questa cappella custodisce pregevoli sculture del Tripiscano.

Il cimitero è stato oggetto di una proposta di vincolo paesaggistico nell’ambito della Commissione provinciale per la tutela del paesaggio, apposto con D.A. nº 7732 del 09/10/1995 ed inserito paesaggisticamente nella Riserva naturale orientata Monte Capodarso e Valle dell’Imera Meridionale. Un patrimonio di inestimabile valore che una volta inserito nell’Associazione può essere da traino al turismo e allo sviluppo economico della città.

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