Nell’Isola ancora rincari: il picco a Trapani, dove la benzina in modalità servito è arrivata a 2,399 €/lt.
PALERMO – Il carburante è ormai diventato un bene prezioso, da centellinare e usare con parsimonia. In Sicilia il picco è stato toccato in questi giorni a Trapani, dove la benzina, in modalità servito, costa 2,399 euro al litro, mentre il gasolio arriva a 2,199 euro. In autostrada i prezzi aumentano ulteriormente: sulla A20 Messina-Palermo, Acquedolci Me, la benzina arriva a 2,409 euro al litro, mentre il gasolio a 2,249 euro. Per non parlare delle isole minori. A Lampedusa si spendono 2,329 euro al litro per la benzina e 2,236 euro al litro per il gasolio.
Le cifre vengono fornite da Assoutenti, sulla base degli ultimi dati pubblicati dal Mimit, il ministero delle imprese e del Made in Italy, che ha realizzato una mappa con i distributori di carburante più costosi d’Italia, e che rende ogni giorno disponibili i prezzi nella pagina dedicata, “Osservaprezzi”. L’aumento in percentuale è considerevole e preoccupante: in soli due mesi il gasolio è cresciuto del 5,6%, mentre la benzina del 4,9%. Con tali prezzi, un pieno può arrivare a costare 127 euro.
Assoutenti: “Monitorare andamento dei prezzi”
“L’andamento del petrolio potrebbe senza dubbio influire – spiega il presidente di Assoutenti, FurioTruzzi – sugli aumenti registrati nell’ultimo periodo, ma la velocità a cui crescono i listini, e soprattutto la concomitanza con il periodo delle partenze estive, ci fa temere che ci siano altre motivazioni che alimentano tali rincari. Per questo chiediamo al Governo di ricorrere a Mister prezzi e alla Commissione di allerta rapida per monitorare con attenzione l’andamento dei prezzi di benzina e gasolio e svelare cosa avviene nella formazione dei listini durante tutta la filiera, dall’estrazione alla vendita presso i distributori”.
L’auspicio è quindi che ci si rivolga a figure istituzionali, come il Garante per la sorveglianza dei prezzi, anche detto “Mister prezzi”, che svolge i compiti di monitoraggio, informazione e segnalazione di situazioni fuori norma, che possano far pensare a tentativi di speculazione. E potrebbe trattarsi di una ipotesi non del tutto campata in aria, considerato che il periodo estivo è da sempre un momento di aumento dei consumi, grazie alle maggiori uscite, per ferie o per una semplice giornata al mare, con la voglia di svagarsi un po’ all’aria aperta.
Diversamente dal periodo invernale, durante il quale si esce magari lo stretto necessario, per lavoro o incombenze varie. Non a caso, lo scorso gennaio, dopo la reintroduzione delle accise era stato Confesercenti Sicilia a farsi portavoce dei benzinai isolani, che avevano lamentato una riduzione sia nelle erogazioni che nella quantità di carburante di circa il 25%. Eppure, il trend di aumenti dei prezzi non ha accennato a cambiare rotta, e a livello nazionale la benzina, in modalità servito, ha già sfondato quota 2,5 euro al litro su diverse tratte autostradali italiane, mentre sono già numerosi i distributori che sulla rete urbana ed extraurbana praticano listini superiori ai 2,3 euro al litro.
Il trend degli aumenti
Sulla A4 Venezia-Trieste, ad esempio, la benzina, in base alle rilevazioni eseguite da Assoutenti sui prezzi indicati dai gestori tra il 27 e il 28 luglio scorsi, ha raggiunto il picco di 2,553 euro al litro per il servito, mentre il gasolio tocca i 2,4euro/litro. Prezzi alti anche sulle isole minori: oltre Lampedusa, la più costosa, anche le altre principali isole minori italiane non scherzano.
Ad Anacapri la benzina in modalità servito costa 2,259 euro/litro, a Ponza 2,239 euro, a Ischia 2,204 euro. Listini esorbitanti anche sulla rete urbana ed extraurbana di numerose regioni: sulla Via Provinciale di Arpaise, a Benevento in Campania un litro di verde costa 2,552 euro, il gasolio addirittura 2,619 euro. In Calabria, a Serra San Bruno, provincia di Vibo Valentia, benzina a 2,499 euro, diesel a 2,359 euro.