Le parole dell'ex assessore di Pogliese, tra i primi nomi circolati in casa Fdi per la candidatura a sindaco.
Il quadro è quasi composto. Anche se al mosaico delle candidature per le amministrative di Catania manca ancora un tassello. Centrale. Si attende ancora di conoscere il candidato che dovrebbe guidare la coalizione di centrodestra alla conquista di Palazzo degli elefanti. Condizionale d’obbligo considerando le tensioni interne all’area di governo e, in stile matrioska, all’interno di alcune delle formazioni che la compongono. Con i Fratelli d’Italia ancora incerti su quale nome proporre sul tavolo.
Amministrative, Arcidiacono resta in campo
L’ipotesi Arcidiacono sembra ormai tramontata, almeno per quel che riguarda la coalizione, dal momento che lo stesso ex assessore della giunta Pogliese resta in campo come candidato sindaco, senza alcun simbolo. “Io sono candidato – ha dichiarato Arcidiacono ospite a Telecolor – Qualcuno mi dovrà dire perché no, perché non vado bene, o se c’è qualcosa di diverso. A quel punto mi metterei a ragionare e a capire, ma fino ad allora, nessuno mi ha detto nulla e io sto procedendo regolarmente”.
Amministrative: la pazza idea Manlio Messina
L’ultima parola, come detto più volte dagli stessi Fratelli, dovrebbe essere di Giorgia Meloni che, a quanto pare, potrebbe puntare sull’ex assessore regionale al Turismo, Manlio Messina, deputato e vice capogruppo dei meloniani alla Camera. Una possibilità di cui si discute da tempo e che, stando ai rumors, potrebbe essere quella giusta per cavare le castagne dal fuoco al centrodestra. Messina però, come sembra di capire, preferirebbe di gran lunga restare a Roma piuttosto che tornare a Catania.
Sergio Parisi nome ancora in campo
La scelta, allora, potrebbe riportare le lancette dell’orologio indietro e ricadere nuovamente su Sergio Parisi. L’ex titolare della delega allo Sport e alle Politiche comunitarie dell’amico fraterno Salvo Pogliese, tra i primi nomi circolati come candidato possibile di FdI, potrebbe alla fine essere il nome giusto. E anche se l’interessato sembra distaccato rispetto a questa possibilità, le sue parole affidate a Facebook domenica scorsa sembrano dichiarare il contrario.
“Mi sono svegliato pensando a una cosa molto seria – scrive. Ho pensato a queste giornate un po’ surreali, nelle quali si cercano “nomi” per il candidato Sindaco di Catania, fra tatticismi e strategie più o meno elaborate, con la Città sullo sfondo, fra l’indifferente e l’infastidito. In attesa, comunque”. “A prescindere da come andrà a finire”, continua Parisi che, nel ringraziare chi lo ha sostenuto e continua a farlo, parla ancora come potenziale candidato. I toni sono sempre quelli bassi ai quali ci ha abituato, ma le parole evidenti.
Parisi: “Non solo nomi. Servono le idee”
In tanti, dice “mi hanno chiamato o inviato centinaia di messaggi, per parlare di piazze, di fondi europei, di spazi per lo sport, di gestione del ciclo dei rifiuti, di sicurezza; cittadini e professionisti di ogni estrazione sociale, politica e culturale, con la voglia addosso di capire come si amministri una Città, che hanno visto cosa siamo riusciti a fare, in alcuni ambiti come quello delle politiche comunitarie, a Catania, e hanno compreso come la speranza non sia legata tanto a un nome, quanto a idee, competenza e concretezza. È importante sapere cosa fare, altrettanto essere in grado di spiegare “come”, con quali risorse, con quale personale, attraverso quali strumenti amministrativi” – aggiunge.
Parisi e il “manifesto” su Facebook
Quasi un manifesto elettorale, quello di Parisi, che si fa forte dell’esperienza amministrativa alla guida delle Politiche comunitarie è riuscito a lasciare finanziamenti, programmi e progetti. Un tesoretto di attività svolte e portate a termine che, oggi, può essere speso in termini elettorali. E’ lo stesso Parisi ad ammetterlo. “In fondo, nomi o non nomi, quando ho cominciato la mia esperienza da Assessore mi ero ripromesso di studiare bene ogni cosa e di parlare solo dopo aver compreso davvero quali fossero le soluzioni – scrive. Sorrido perché forse, da qualche parte, c’è ancora speranza per questa Città. La stessa speranza che leggo negli occhi di quegli uomini e quelle donne, che mi chiamano e mi domandano: “Sergio, cosa possiamo fare”? A loro rispondo: “Nulla. È già un miracolo che abbiate ancora voglia di parlare di cose concrete, di programmi prima che di liste, di idee e non solo di nomi, e scommettervi per Catania”. Parole che non lasciano molto spazio all’interpretazione e che sembrano quelle di chi rilancia se stesso e la sua possibile candidatura come sindaco. Quasi un messaggio ai suoi, di spendibilità non solo del nome ma di quando realizzato in questi anni (cosa che, d’altronde, è solito fare un amministratore uscente che intende riprovarci), pur restando fedele alla “squadra”.