Dallo stop forzato a causa delle restrizioni sanitarie un durissimo colpo a tutto il settore
CATANIA – Tra i settori colpiti dall’emergenza sanitaria per i quali si vedono pochi spiragli di ripresa a breve c’è senz’altro quello cinematografico. Sia di chi lavora sul set – attori, registi, operatori, ecc… – che per le sale cinematografiche, i cinema mono o multisala.
E se per il primo settore qualcosa sembra si stia muovendo – con il “Protocollo Cinema Covid”, un sistema di soluzioni pensato per favorire la ripresa dei set appena sarà possibile e realizzato con i contributi esperienziali di medici e operatori del settore – per il secondo ancora si vede poco. Con grande preoccupazione dei gestori e dei lavoratori del settore, già in difficoltà da anni e fiaccato ulteriormente dalla proliferazione di canali e piattaforme digitali che trasmettono film originali.
“Era già dura – conferma Giordana Giuffrida, che gestisce il cinema King, una delle poche sale rimaste in città – con le oscillazioni dovute ai naturali incastri delle uscite e con le ovvie differenze tra una sala e un’altra. Molte realtà vivono di norma in una condizione di perenne allerta”.
Una situazione peggiorata progressivamente dall’emergenza Covid-19. Prima con le restrizioni e poi con il lockdown. “I problemi – aggiunge – sono arrivati prima della chiusura totale. Il 23 febbraio venivano annullate le mattinate scolastiche, per danni da migliaia di euro. È stato il primo duro colpo per teatri, musei e sale cinematografiche, che non è servito nemmeno a contenere il contagio. Si continua a brancolare nel buio sul periodo di riapertura e sulla gestione dei locali che riapriranno”.
Eppure sono in tanti a domandarsi quando, ma soprattutto con quali modalità sarà possibile far ripartire il settore, se non altro in autunno, dal momento che i cinema di norma chiudono nel periodo estivo. Ma le cose potrebbero non essere affatto semplici.
“Molto – spiega Giuffrida – dipende dalla tempistica e dalle uscite dei film. Prevediamo un effetto psicologico negativo per quanto riguarda le sale chiuse, anche perché nel frattempo sarà estate e dopo mesi di lockdown è scontata la voglia di stare all’aria aperta recuperando il tempo perduto. Probabilmente le arene subiranno conseguenze meno drammatiche, nonostante la mancanza di moltissimi film che sarebbero dovuti uscire in questi mesi”.
Insomma, per uscire dalla crisi e ripartire potrebbe volerci ancora più tempo. E questo rischia di danneggiare le piccole realtà. “Soprattutto – conferma Giuffrida – le realtà più piccole e autogestite, che non hanno le spalle coperte da una catena di sale e da significativi introiti costanti e così si trovano in una situazione molto difficile. Per quanto riguarda la mia sala, che pur essendo una Srl si comporta come una cooperativa, in cui chi gestisce il cinema ci lavora, non possiamo certo permetterci di restare chiusi per mesi dovendo, per esempio, continuare a pagare l’affitto dell’immobile. Per di più continuando ad accumulare debiti a causa dei mancati incassi: non c’è bisogno di grandi sforzi matematici per capire che è una situazione economicamente e umanamente insostenibile”.
