Cattive pillole, il mercato sommerso dei farmaci falsi e i rischi per la salute - QdS

Cattive pillole, il mercato sommerso dei farmaci falsi e i rischi per la salute

Cattive pillole, il mercato sommerso dei farmaci falsi e i rischi per la salute

Roberto Greco e Biagio Tinghino  |
venerdì 24 Maggio 2024

Sebbene in Italia la situazione sia sotto controllo, grazie a una stringente legislazioni, le ultime operazioni dei Nas hanno svelato un ampio traffico di sostanze pericolose. Ecco perché bisogna stare in guardia e rivolgersi solo a farmacie e siti “certificati”

PALERMO – “Secondo le stime di Europol il mercato dei farmaci contraffatti venduti su internet si aggira intorno ai 15 miliardi di euro – ha dichiarato al QdS il tenente colonnello Roberto Valvano, comandante del Nucleo antisofisticazione e sanità di Palermo, la cui intervista potete trovare più sotto – ma in Italia la situazione, anche grazie a una stringente legislazione, è sotto controllo. Si stima che, in Italia, il 99% degli acquirenti di farmaci si rivolge alle farmacie o ai pronto soccorso”.

Situazione sotto controllo grazie al sistema di tracciabilità del farmaco

Seppure nella rete di distribuzione ufficiale italiana, grazie al sistema di tracciabilità del farmaco, circolino solo medicinali controllati in tutto il loro percorso, dal produttore alla farmacia, esiste un c.d. sommerso, rappresentato da canali non controllabili quali le farmacie illegali, che sono organizzate in alcuni ambiti specifici come ad esempio le palestre e le farmacie non autorizzate che prosperano sulla rete, spesso gestite direttamente da organizzazioni criminali. Sebbene la normativa nazionale non consenta, di fatto, la vendita di farmaci attraverso la rete se non di quelli autorizzati alla vendita nel nostro paese da parte di farmacie certificate, si stima che il numero di persone che in Italia ha fatto ricorso alle “e-pharmacies” estere sia di diverse centinaia di migliaia.

A tali farmaci si aggiunge il fenomeno di quelli contraffatti, la cui diffusione registra oggi una continua crescita e che riguarda sia farmaci generici sia di marca e coinvolge principalmente paesi in via di sviluppo e, in minima parte, paesi industrializzati. La contraffazione dei farmaci ha ripercussioni molto serie in termini di rischio per la salute pubblica e le istituzioni interessate al fenomeno sono chiamate da tempo a porre in essere adeguate azioni di contrasto a tutela della collettività. Si tratta di prodotti pericolosi, confezionati come medicinali, ma etichettati in maniera ingannevole rispetto a contenuto e origine o in cui si trovano sostanze nocive come, un esempio su tutti, il glicole etilenico, un comune antigelo, utilizzato al posto della più costosa glicerina nello sciroppo per la tosse.

In Italia esiste inoltre un punto di riferimento al quale rivolgersi per informazioni, chiarimenti ed eventuali casi sospetti di medicinali contraffatti, rappresentato da Impact Italia, la task-force che riunisce Aifa, Ministero della Salute, Istituto superiore di sanità, Carabinieri Nas, Agenzia delle dogane, ministero dell’Interno attraverso la Direzione centrale Polizia criminale, Ministero dello sviluppo economico e altre amministrazioni interessate su singoli progetti mirati.

Il fenomeno dei farmaci contraffatti è limitato ai soli canali non autorizzati

L’Italia è uno dei Paesi che più tempestivamente hanno affrontato il problema: nella rete di distribuzione legale, grazie al sistema di tracciabilità del farmaco, circolano medicinali controllati in tutto il loro percorso, dal produttore alla farmacia. Ne deriva che il fenomeno dei farmaci contraffatti è limitato ai soli canali non autorizzati. Il fenomeno è di per sé estremamente complesso, una vera e propria industria criminale che riguarda numerosi settori, con importanti ricadute economiche negative sull’intero sistema Paese. Il dilagare del fenomeno ha inoltre determinato il diffondersi di un generale stato di allarme, in considerazione del fatto che i prodotti contraffatti possono costituire un serio pericolo per la salute e la sicurezza dei consumatori, talvolta inconsapevoli dei rischi connessi al consumo di beni commercializzati illegalmente. Ciò vale per numerose tipologie merceologiche e, ancor di più, per i farmaci. I farmaci contraffatti sono tutti pericolosi poiché hanno un comune denominatore nella qualità scarsa e non verificabile: chi prepara un prodotto illegale non è ovviamente interessato a certificarne la qualità. In alcuni casi, ormai noti, gli investigatori hanno scoperto che i prodotti illegali contenevano tutti gli ingredienti giusti, ma non era garantita la distribuzione omogenea delle sostanze tra le diverse dosi: in una compressa era quindi possibile trovare una dose trascurabile e inefficace del principio attivo e in un’altra una dose doppia e potenzialmenteletale.

Qualsiasi farmaco abbia rilevanza commerciale può diventare oggetto d’interesse per le organizzazioni criminali. I motivi che inducono a ricorrere all’acquisto on line sono da riscontrarsi principalmente nel risparmio, nella possibilità di accesso a medicine non acquistabili attraverso i canali usuali e nella privacy “tutelata” nel caso di acquisto di farmaci particolari come quelli dedicati alle disfunzioni “imbarazzanti”.

Ne deriva che, allo stato attuale, i marchi più diffusi sono quelli dei medicinali per le disfunzioni erettili e quelli caratterizzati da restrizioni all’uso su molti mercati, come gli anoressizzanti. Le diverse autorità giudiziarie europee hanno tracciato alcune spedizioni in arrivo dall’Asia verso diversi indirizzi del continente, localizzati nella stessa area: alcuni dei pacchi esaminati contenevano materiale contraffatto per il confezionamento di farmaci o ingredienti farmaceutici. Questo tipo di prodotti contraffatti può essere immesso nei canali legali di distribuzione dei farmaci attraverso farmacisti e grossisti, non necessariamente coinvolti nell’organizzazione, o in quelli non autorizzati, come sexy shop e siti internet illegali.

Il QdS si era già occupato dei rischi che si corrono affidandosi alla rete e alla medicina non convenzionale in una intervista al dottor Massimiliano Berretta, oncologo medico con ventennale esperienza presso l’Istituto Tumori di Aviano e ora professore associato presso il Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale del Policlinico “Gaetano Martino” dell’Università degli Studi di Messina. Berretta ci aveva raccontato che gli era capitato di valutare una paziente oncologica arrivata in condizioni critiche e per tentare di curare la sua malattia. Purtroppo era troppo tardi perché a lungo, la paziente, si era affidata alle “cure” di un “esperto” in medicina alternativa che la curava con il metodo Hamer, fiori di Bach ed altri “approcci” che non avevano alcun razionale supporto clinico-scientifico.

Le cure alternative

Le “cure alternative” proposte, non solo non avevano portato alla guarigione della malattia ma non avevano nemmeno contrastato la progressione della stessa e, allo stesso tempo, avevano favorito il rapido decadimento delle condizioni cliniche generali. Molte delle cure indicate sul web, sono proposte come efficaci, poco tossiche, basate su prodotti naturali che possono essere assunti per lunghi periodi di tempo a differenza di quanto succede con le cure convenzionali. Molto spesso, però, diversi prodotti naturali prescritti mancano di un’adeguata sperimentazione clinica e inoltre l’acquisto attraverso siti web non autorizzati è pericoloso perché si può rischiare di acquistare, a propria insaputa, farmaci contraffatti.

Le operazioni di contrasto

Le operazioni di contrasto ai farmaci falsi o contraffatti si caratterizzano principalmente attraverso operazioni internazionali, come la XVI° edizione di “Panagea” che si è conclusa nel novembre scorso con il sequestro di oltre 7 milioni di dollari di farmaci e di dispositivi medici illegali o falsificati commercializzati online e con la chiusura di oltre 1300 siti internet illegali e ha portato anche all’arresto di un considerevole numero di soggetti coinvolti nel traffico di medicinali potenzialmente dannosi per la salute e ha contato sulla partecipazione di 89 Paesi coordinati, a livello mondiale, da Interpol e che, in Italia, ha permesso di individuare e sequestrare quasi 47.000 unità di farmaci illegali e falsificati, per un valore stimato di oltre 170.000 euro. Sempre in Europa, nel febbraio scorso, i Carabinieri del Nas hanno concluso l’operazione “Shield IV” per il contrasto della criminalità farmaceutica. L’operazione si è sviluppata, tra aprile e novembre 2023, sotto la direzione di Europol e con la partecipazione del Comando Carabinieri per la Tutela della Salute.

Al termine dell’operazione sono state sequestrate oltre 130.000 confezioni e circa 310.000 unità in diverse forme farmaceutiche, contenenti principi attivi con varia indicazione terapeutica, principalmente riconducibili ad anabolizzanti, antibiotici, antinfiammatori, disfunzione erettile e vantanti proprietà per il trattamento del Covid-19. Sono stati inoltre individuati e sequestrati due laboratori clandestini nei quali sono stati sequestrati 400 kg di sostanze e principi attivi anabolizzanti, 20 kg di precursori della droga e di sostanze dopanti, 300 kg di eccipienti correlati alla produzione di anabolizzanti.

Intervista al colonnello Roberto Valvano, comandante dei Nas di Palermo

“Possono contenere metalli pesanti o sostanze tossiche”

Roberto Valvano, comandante dei Nas di Palermo

Anabolizzanti, steroidi, antibiotici, antinfiammatori, prodotti per la disfunzione erettile, integratori, sostanze dopanti oggi sono venduti illegalmente sul web aggirando in questo modo le norme nazionali relative al loro divieto di acquisto. A tal proposito, interviene al QdS il tenente colonnello Roberto Valvano, comandante del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Palermo.

Comandante, qual è la tipologia dei farmaci oggetto di contraffazione e venduti nel mercato illegale?
“Esistono due tipologie di farmaci contraffatti. I primi sono presenti sul mercato illegale, ma potremmo definirli ‘giusti’, ossia contengono gli stessi principi attivi e gli stessi eccipienti di quello originale e che, in caso di analisi, molto spesso risultano essere identici ma in questo caso il problema è che non sono prodotti all’interno della filiera controllata. Esistono poi farmaci che, in realtà, sono realmente falsi, ossia non contengono i principi attivi e gli eccipienti caratterizzanti del farmaco e che spesso sono dei placebo, come succede per quelli che definiamo appartenenti al c.d. ‘Lifestyle saving’. Soprattutto in questo caso, il medicinale può invece rappresentare un tasso di pericolosità per la salute molto alto. Può essere oggetto di taglio, contenere metalli pesanti o sostanze tossiche e, spesso, gli eccipienti non sono quelli idonei. Inoltre lo stesso confezionamento non adeguato del farmaco rappresenta una sua pericolosità: cartone utilizzato, colori tossici, blister non a tenuta d’aria. È pur vero che l’acquisto è effettuato sul web ma il loro stoccaggio e la qualità della spedizione non permettono il rispetto dei protocolli previsti che prevede, ad esempio, un tasso preciso di refrigerazione per la sua conservazione anche durante il trasporto”.

Nel caso, invece, di farmaci rubati e immessi illegalmente sul mercato?
“Anche in questo caso, non ci sono le garanzie che la conservazione sia quella prevista e, o ha un effetto blando o, peggio ancora, può produrre effetti collaterali dannosi alla salute”.

Sempre nel caso dei farmaci rubati, possono essere reinscatolati per alterare la data di scadenza?
“Può avvenire ma spesso i farmaci sono riconfezionati modificando il dosaggio e non avranno quindi gli effetti previsti”.

Qual è la situazione nel nostro paese?
“Posso dire che in Italia la situazione, anche grazie a una stringente legislazione, è sotto controllo ma non si può dire la stessa cosa per i paesi in via di sviluppo. Il dato fornito dall’OMS ci indica che, nei paesi in via di sviluppo, circa il 30% dei farmaci provengono dal mercato parallelo e un dato che va dal 30 al 60% è contraffatto. Nel mondo, sempre sulla base dei dati dell’OMS, si stima che dall’1 al 10% dei medicinali che circolano nel mondo potrebbe essere contraffatta. Secondo le stime Europol, a livello mondiale, il mercato dei farmaci contraffatti venduti su internet si aggira intorno ai 15 miliardi di euro. Questo dato, però, si riduce moltissimo nei paesi occidentali anche grazie alle singole legislazioni in vigore. In Italia, anche in assenza di patologie gravi, il dato è risibile anche grazie al contributo dello Stato per l’acquisto e si limita ad alcuni farmaci la cui vendita è illegale in Italia, come gli steroidi e il Viagra, o a integratori e farmaci dimagranti. I farmaci immessi illegalmente nel nostro paese soddisfano, invece, le popolazione di paesi in via di sviluppo che vivono in Italia ma non sono destinati ai consumatori italiani”.

Come avviene la vendita sul web?
“Dobbiamo distinguere tra web, dark web, deep web e tenere conto che alcuni canali non sono disponibili a tutti. È necessario però, far scattare un ulteriore campanello d’allarme perché abbiamo rilevato che molti siti, in realtà, non hanno come obiettivo primario quello della vendita dei farmaci ma quello del phishing, un tipo di truffa effettuata su Internet attraverso la quale un malintenzionato cerca di ingannare la vittima convincendola a fornire informazioni personali, dati finanziari o codici di accesso. La globalizzazione ha fatto sì che qualsiasi sito, indipendentemente da dove è fisicamente allocato, sia disponibile ma, ancora una volta, è necessario ribadire che il sistema sanitario del nostro paese, nonostante tutte le sue pecche, funziona. Si stima che, in Italia, il 99% degli acquirenti di farmaci si rivolge alle farmacie o ai pronto soccorso, luoghi in cui i controlli sulla qualità del farmaco è al di sopra di ogni sospetto. Diversa è, per esempio, la situazione degli Stati Uniti, in cui l’accesso a farmaci e presidi sanitari è costoso, non coperto dallo Stato e molti punti di vendita sono, ad esempio, i drugstore, attività commerciali aperte a tutti”.

Trattandosi di siti web, come avviene la vostra attività di monitoraggio e, quindi, la vostra possibilità di contrasto al fenomeno?
“Attraverso quello che è chiamato ‘cyber patrolling’, un metodo proattivo per identificare e neutralizzare le minacce online legate al c.d. pharmacrime. Attraverso l’uso di tecnologie avanzate, analisi di dati e collaborazione internazionale, possiamo monitorare il web, identificare le reti criminali e intervenire per fermare le operazioni illegali. Questo processo include il monitoraggio dei siti web sospetti, la verifica delle licenze delle farmacie online, l’analisi delle transazioni e la collaborazione con le piattaforme di e-commerce per rimuovere le inserzioni illegali”.

E, invece, nel caso di anabolizzanti e steroidi?
“Questo, chiamiamolo, traffico riguarda soprattutto le palestre e si sono registrati diversi casi di ricettazione, utilizzo o somministrazione di farmaci o sostanze atti ad alterare le prestazioni agonistiche degli atleti”.

S’inizia a parlare della possibilità di acquisto, ovviamente online, di Fentanyl, un potente oppioide sintetico…
“Il dato relativo all’acquisto, e al conseguente uso, del Fentanyl, in questo momento, riguarda principalmente gli Stati Uniti. In Italia, a tutt’oggi, sono stati registrati solo 5 casi. Trattandosi di una sostanza stupefacente molto pericolosa è chiaro che l’attività di monitoraggio è costante”.

Qual è la situazione in Sicilia?
“Proprio perché l’attività di vendita avviene online attraverso siti attestati in paesi stranieri, un vero e proprio monitoraggio non è possibile. In realtà c’è stato un caso a Catania, si trattava di un unguento sbiancante per individui di pelle nera. Più in generale possiamo contare ingenti sequestri in tutta Italia, e spesso la Sicilia è luogo di approdo, ma le operazioni di contrasto avvengono attraverso le operazioni coordinate da Europol, alla quale noi partecipiamo come unica forza di polizia italiana. L’operazione SHIELD IV, ad esempio, ha portato a 5 arresti, 126 denunce, 79 siti web oscurati, migliaia di farmaci sequestrati e ha permesso di individuare 4 laboratori clandestini e smantellare 52 gruppi criminali. Analoga attenzione è stata rivolta per l’attività antidoping, condotta in collaborazione con Nado-Italia, e che ha coinvolto sportivi professionisti e amatoriali. Sono stati sottoposti a controllo 783 atleti, 758 a margine di gare e 25 fuori gara, 79 dei quali sono risultati positivi”.
R.G.

Parla Roberto Tobia, segretario nazionale di Federfarma

“Il sito deve essere identificato con una farmacia italiana”

Roberto Tobia, segretario nazionale Federfarma

Il fenomeno della vendita online di farmaci falsi o contraffatti è sempre più diffuso su scala mondiale. L’agenzia farmaceutica americana FDA stima che la percentuale di farmaci contraffatti nel mondo sia intorno al 10%, con una media superiore al 25% nei paesi in via di sviluppo. Ma cosa spinge i cittadini a rivolgersi a Internet? Forse il minor costo rispetto ai farmaci disponibili in farmacia, o l’arrivo comodamente a casa, in modo riservato, senza bisogno di prescrizione medica. Ma come va contrastato questo fenomeno? Ne abbiamo parlato con Roberto Tobia, Segretario nazionale di Federfarma, intervistato in esclusiva per il Quotidiano di Sicilia.

“I farmaci, tranne che non siano i cosiddetti ‘farmaci da banco’ (o farmaci OTC, dall’inglese ‘Over The Counter’ la cui dispensazione al paziente può avvenire senza la presentazione di alcun tipo di ricetta medica), non possono essere venduti su internet – ha detto Tobia -. Il rischio on line è l’acquisto di farmaci che vengono definiti tali ma che nella maggior parte dei casi non lo sono, si corre un grave rischio per la salute. In realtà è possibile commercializzare farmaci da banco online attraverso il rilascio del cosiddetto ‘common logo’ da parte dell’Ue attraverso il Ministero della salute. Il sito web deve essere identificato con una farmacia che sia presente nel territorio italiano ed in questo caso, chiaramente, si ha la garanzia che il farmaco sia originale. Purtroppo, assistiamo anche ad una banalizzazione dell’utilizzo del farmaco grazie alla norma comunitaria che equipara i farmaci alle normali merci. La libera circolazione di merci sul territorio Ue è garantita come una delle libertà fondamentali, ma i farmaci, costituendo un elemento fondamentale nella terapia dei soggetti che ne hanno bisogno, devono essere dispensati da un farmacista in farmacia”.

“Molti cittadini attirati dal ‘Dottor Google’ cadono nel circolo vizioso delle fake news – ha sottolineato – e delle false proposte di acquisto di farmaci che nella maggior parte dei casi non lo sono e che spesso costituiscono un vero e proprio pericolo per la salute. In molte occasioni sono stati sequestrati farmaci falsi attraverso l’attività che Federfarma svolge in collaborazione con la Polizia di frontiera, con il nucleo Antisofisticazione e Sanità dei Carabinieri (N.A.S.), con la Guardia di Finanza. Le nostre segnalazioni hanno permesso di oscurare siti fraudolenti. Purtroppo i siti che propongono questi farmaci, che non sono farmaci e che nella maggior parte dei casi producono effetti collaterali dannosi per l’uomo, risiedono su server che vengono spostati da una nazione all’altra e che quindi dopo essere stati oscurati ricompaiono sul web”.

“L’acquisto su siti illegali non garantisce l’arrivo dei prodotti – ha aggiunto Tobia -. Come precedentemente detto, quando arriva si tratta spesso di un prodotto che non è passato per i controlli meticolosi delle autorità competenti. Si tratta, perlopiù, di prodotti che possono contenere sostanze dannose per l’uomo. Durante alcune operazioni condotte dalla Polizia di Stato e dai N.A.S. è stata rilevata la presenza di sostanze dannose per l’organismo, come per esempio il borotalco usato quale eccipiente”. “I farmaci più commercializzati on line illegalmente sono gli ormoni e i farmaci usati per la disfunzione erettile – ha rivelato l’esperto -. Attualmente va di moda la commercializzazione di prodotti per il dimagrimento, che se non prescritti dallo specialista possono essere dannosi. Oltre a mettere in pericolo la propria salute, si rischia di fornire a siti web sconosciuti i propri dati sensibili e i dati della carta di credito che potrebbero essere utilizzati illegalmente”.

“Bisogna agire attraverso un progetto culturale di sensibilizzazione sul sano e corretto utilizzo dei farmaci che coinvolga tutte le agenzie educative, partendo dalla famiglia, passando per la scuola – ha precisato Tobia -. Inoltre, nelle scuole, stiamo portando avanti una serie di attività grazie ai nostri giovani farmacisti per far conoscere agli studenti i rischi di un acquisto inconsapevole sul web. Sensibilizzare è la strada maestra per un utilizzo consapevole della rete”. “È importante affidarsi ai farmacisti, esperti dei farmaci che possono dare a tutti i pazienti consigli utili per la loro salute – ha concluso Roberto Tobia -. Il mio consiglio è quello di recarsi sempre in farmacia con la prescrizione medica, ove necessaria, e rivolgersi con fiducia al farmacista”.
B.T.

L’allarme dell’Agenzia italiana del farmaco

“Tanti italiani si rivolgono a canali non ufficiali”

ROMA – “Elevato il numero di italiani che si rivolgono a canali non ufficiali, come i siti web non autorizzati, per l’acquisto di farmaci”. L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha registrato un preoccupante incremento delle segnalazioni ricevute da cittadini, Associazioni e Aziende relativamente a casi di prodotti acquistati da canali non autorizzati, risultati falsificati, vale a dire copie di prodotti originali, o illegali in quanto privi di autorizzazioni alla commercializzazione e/o all’importazione.

Parte dell’attività di controllo svolta dall’Aifa riguarda la gestione delle segnalazioni relative al rinvenimento, in dogana o sul territorio, di farmaci sospetti. Tale attività si sostanzia, nello specifico, in tutta una serie di verifiche che hanno lo scopo di accertare, laddove possibile, l’origine, la natura dei farmaci e la relativa composizione attraverso le analisi di laboratorio effettuate dall’Istituto superiore di sanità (Iss) sulla base della Convenzione tra l’Agenzia e l’Iss. “I dati delle recenti operazioni confermano come continui ad essere elevato il numero di italiani che si rivolgono a canali non ufficiali – ci fa sapere Aifa – come i siti web non autorizzati, per l’acquisto di farmaci. Al primo posto risultano essere i farmaci per il trattamento delle disfunzioni erettili, che rappresentano oltre il 60% dei farmaci sequestrati. Il fenomeno non è tuttavia circoscritto unicamente a questa particolare categoria di prodotto, ma è ben più ampio. Tra gli altri farmaci illegali o falsificati fermati figurano infatti analgesici, antivirali, anoressizzanti e antinfiammatori”.

“Sul portale internet Aifa c’è una pagina dedicata al contrasto del crimine farmaceutico – ci segnala l’Agenzia -. Inoltre, nel 2022, abbiamo promosso una campagna informativa al fine di sensibilizzare riguardo alla prevenzione e contrasto alla diffusione di farmaci falsificati o illegali. L’Agenzia dedica particolare attenzione e impegno alle attività di prevenzione e contrasto alla diffusione di farmaci falsificati o illegali, coerentemente al mandato istituzionale che ha tra i propri scopi quello di promuovere un impiego sicuro e responsabile dei medicinali. L’intento è di informare i cittadini in modo semplice sui pericoli connessi all’acquisto di farmaci contraffatti, favorendo una corretta percezione del rischio; scoraggiare l’acquisto di farmaci al di fuori dei canali legali, quali siti, piattaforme di e-commerce, palestre, sexy shop e/o centri estetici; raggiungere il target attraverso i canali da questo maggiormente utilizzati”.

B.T.

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