Cerved, -16% fatturato pmi, a rischio 2 milioni di lavoratori - QdS

Cerved, -16% fatturato pmi, a rischio 2 milioni di lavoratori

redazione

Cerved, -16% fatturato pmi, a rischio 2 milioni di lavoratori

mercoledì 04 Novembre 2020

La pandemia da Covid 19 ha colpito duramente le pmi che subiranno un calo del fatturato tra l’11 e il 16,3%. A rischio ci sono 2 milioni di posti di lavoro sul totale delle imprese private. Sono aziende con una forte solidità patrimoniale quelle che stanno affrontando la pandemia in Italia, nonostante un decennio di crescita lenta non sia riuscito a riportare la redditività ai livelli pre-crisi finanziaria. Purtroppo, ciò non basterà per reggere l’impatto di quest’emergenza sanitaria, che ha implicazioni economiche mai viste prima. A stimarlo è il rapporto Cerved Pmi 2020, una simulazione condotta da Cerved sul totale delle imprese private. Con nuove chiusure, i disoccupati salirebbero a 1,9 milioni, e a 68 i miliardi in meno di capitale (7,7%).

La doppia recessione che ha colpito l’economia italiana nel 2008-09 e nel 2013-14 ha innescato un processo severo di selezione e ristrutturazione che ha reso le pmi decisamente più solide dal punto di vista patrimoniale e finanziario. Inizialmente per effetto del credit crunch, e anche grazie a una serie di misure di incentivo fiscale, gli imprenditori hanno rafforzato la capitalizzazione delle imprese, che è cresciuta tra 2007 e 2019 del 72%, ben più dei debiti finanziari. Le aziende hanno anche beneficiato della politica monetaria fortemente espansiva della Banca Centrale Europea e dei bassi tassi di interesse. Grazie alla maggiore solidità, sono anche diventate più disciplinate nei pagamenti: i giorni di ritardo nel saldo delle fatture sono scesi dai 14,7 del 2014 ai 9 di marzo 2020.

Poi, si è abbattuto lo tsunami Covid19, le fatture inevase sono passate dal 29% di gennaio 2020 al 45% di maggio (per ridiscendere al 37% in estate) e anche la natalità delle imprese, cresciuta solo in alcune filiere legate alla sanità e sostanzialmente azzerata in aprile, è in forte calo: nei primi otto mesi del 2020 sono state perse un quarto delle nuove nate rispetto allo stesso periodo del 2019, e va considerato che negli ultimi 10 anni le imprese con meno di cinque anni di età hanno fornito più di metà dei nuovi posti di lavoro. Gli interventi legislativi hanno invece impedito un aumento dei fallimenti e delle liquidazioni volontarie, che potrebbero però manifestarsi nei prossimi mesi.

Stessa analisi per quanto riguarda gli score economico-finanziari: le Pmi con un bilancio rischioso sono passate da 37 mila nel 2007 a 17 mila nel 2019, praticamente dimezzandosi in tutti i settori economici, compresi quelli in cui la crisi è stata più intensa e persistente come le costruzioni; quelle con un bilancio più solido invece sono cresciute da 60 mila a 93mila. Il Cerved Group Score Impact, che stima l’impatto del Covid sulla probabilità di default delle imprese italiane, indica però che la lunga fase di rafforzamento delle Pmi si è interrotta a causa della pandemia e che le imprese “a rischio” potrebbero ora quasi raddoppiare, passando dall`8,4% al 16,3% (e addirittura al 21,4% in caso di nuovi lockdown) e superando il precedente picco del 2014. L’aumento del rischio sarà però asimmetrico, concentrandosi sui settori dell`industria, dei servizi e delle costruzioni, mentre aumenterà in modo solo marginale nell`energia e nelle utility e tra le aziende agricole.

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