MILANO – Funzionano già le valvole salvavita usate all’ospedale di Chiari, in provincia di Brescia, per collegare i caschetti respiratori alle bombole d’ossigeno e disegnate e prodotte in 3d in 24 ore. A spiegarlo è Massimo Temporelli, il responsabile della startup FabLab che assieme alla direttrice del Giornale di Brescia, Nunzia Vallini, ha innescato un progetto “virtuoso per salvare molti pazienti” ricoverati per Coronavirus.
Dopo l’Sos lanciato dal presidio ospedaliero al quotidiano locale, è stata trovata la disponibilità di due ingegneri del Bresciano Cristian Fracassi e Alessandro Ramaioli, che hanno realizzato “quegli oggetti” indispensabili per poter respirare in sostituzione degli originali non più disponibili. La casa produttrice li ha esauriti. “Stamattina – aggiunge Temporelli, che è anche fisico e divulgatore scientifico – è stato consegnato l’ultimo lotto”. Sono 110 i pezzi forniti in totale all’ospedale e “10 già da ieri alle 19.30 sono funzionanti”. Il responsabile di FabLab “difende” l’iniziativa. Sebbene le valvole non abbiano il marchio CE e siano sprovviste dei certificati necessari “in questo momento di emergenza non ci sono alternative. Si sono rotte delle regole, come la proprietà intellettuale, che dal punto di vista scientifico, industriale e legislativo in un periodo normale sono sacrosante. Ora però queste regole passano in secondo piano – prosegue – perché prioritario è il valore della vita, salvare vite”.
Inoltre, spiega sempre Temporelli, se altri ospedali in altre regioni di Italia le richiedessero “saremmo in grado di inviare il file con le istruzioni e una buona stampante in 3d, che rispetti la qualità dei prodotti, in modo da poter essere realizzate nei luoghi più vicini” ai presidi che ne hanno bisogno. Al tempo del Coronavirus questo “può essere un esempio di come può essere la distribuzione dei beni fisici nei prossimi anni – conclude – on demand, in tempo reale e in modo sostenibile”.