Controlli anti-evasione, Fisco opta per linea più morbida ma non basta - QdS

Controlli anti-evasione, Fisco opta per linea più morbida ma non basta

Salvatore Forastieri

Controlli anti-evasione, Fisco opta per linea più morbida ma non basta

mercoledì 06 Maggio 2020

Agenzia Entrate, provvedimento n. 183037 del 30/4 sugli Indici di affidabilità fiscale (Isa). Contribuenti, pagelle e regimi premiali: d’ora in poi benefici fiscali più facili da ottenere

ROMA – Abrogati gli studi di settore, al loro posto ed a partire dall’annualità 2018, sono stati istituiti, con l’articolo 9 bis del Dl 24/4/2017 n.50, gli Indici di Affidabilità Fiscale (Isa). Questi, seguendo un concetto diverso dai primi, anziché prevedere puramente e semplicemente dei coefficienti presuntivi di redditività ai quali legare, seppure dopo un contraddittorio con il contribuente, l’accertamento in caso di scostamento dei ricavi dichiarati rispetto all’importo ritenuto “congruo”, attribuiscono un “voto” di affidabilità fiscale, da 1 a 10, un voto da cui dipende l’inserimento in una “black list” se inferiore a 7, oppure l’attribuzione di diversi regimi premiali in caso di voto dall’8 al 10.

Secondo chi li ha inventati, gli Isa rappresentano lo strumento che consente ai professionisti ed alle imprese di valutare autonomamente la propria posizione e di verificare il loro “grado di affidabilità”, ed eventualmente correggere le proprie dichiarazioni per non rientrare tra i contribuenti “sospetti”.
Come già detto, quindi, con un punteggio Isa da 1 a 6, il contribuente può subire un controllo. Con un punteggio da 8 a 10, invece, ottiene alcuni benefici fiscali.

Più in particolare, con punteggio almeno pari a 8:
– esonero dall’apposizione del visto di conformità necessario per la compensazione di crediti Iva per un importo non superiore a 50.000 euro annui e per un importo non superiore a 20.000 euro annui per le imposte dirette e l’Irap;
– esonero dall’obbligo di presentazione della garanzia o dall’apposizione del visto di conformità per i rimborsi Iva per un importo non superiore a 50.000 euro annui;
– riduzione di un anno dei termini di decadenza per l’attività di accertamento;

Con punteggio almeno pari a 8,5:
– esclusione degli accertamenti basati sulle presunzioni semplici;
punteggio almeno pari a 9 :
– esclusione dell’applicazione della disciplina delle società non operative;
– esclusione della determinazione sintetica del reddito complessivo, a condizione che il reddito complessivo accertabile non ecceda di due terzi il reddito dichiarato.

Procedendo nella ordinaria attività dell’Agenzia, il 30 aprile scorso, il Direttore delle Entrate ha emanato il Provvedimento n.183037, con il quale, nel confermare i punteggi precedentemente stabiliti, ha leggermente ammorbidito il sistema da adottare per il loro raggiungimento, prevedendo questa volta la possibilità di raggiungere il “voto” necessario per la fruizione delle diverse tipologie di benefici anche attraverso l’applicazione della media semplice dei livelli di affidabilità fiscale degli anni 2018 e 2019.

Evidentemente non si può non apprezzare l’intento dell’Agenzia delle Entrate di non aggravare la già difficile situazione di questo momento.
Non si può non rilevare, tuttavia, che quello che occorreva, nella situazione drammatica che stiamo tutti vivendo, non era tanto un ammorbidimento, peraltro estremamente contenuto, del calcolo degli Isa.
Non si dimentichi, peraltro, che questi nuovi “Indici di affidabilità fiscale” erano stati già contestati l’anno scorso, anche dai Garanti del Contribuente, laddove ne era stata riscontrata l’applicazione senza una tempestiva informazione nel rispetto dello Statuto dei Diritti del Contribuente.

È molto difficile, pertanto, che le imprese ed i professionisti, da due mesi costretti a sospendere l’attività, possano essere tanto soddisfatti per un leggero ammorbidimento degli Isa.

Quello che aspettiamo, invece, come peraltro già evidenziato dalla pagine di questo quotidiano, è la loro disapplicazione, quanto meno provvisoria, unitamente alla sospensione di tante regole di accertamento, tutt’ora in vigore, che, come quelle sulle società non operative, quelle sulla determinazione sintetica dei ricavi, quella sui numerosi vincoli per la compensazione “orizzontale” e per i rimborsi, ecc., ostacolano la difficilissima fase di ripresa dell’attività di moltissimi imprenditori, artisti e professionisti.

Speriamo che il prossimo “Decreto di maggio” possa dare soluzione, anche parziale, ai tanti problemi segnalati, alleviando le molte sofferenze, non solo sanitarie ma anche economiche, che la pandemia sta causando.

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