Coronavirus a scuola, che succede se scoppia un focolaio in classe - QdS

Coronavirus a scuola, che succede se scoppia un focolaio in classe

Serena Giovanna Grasso

Coronavirus a scuola, che succede se scoppia un focolaio in classe

mercoledì 02 Settembre 2020

Pubblicate le linee guida di Ministero della Salute, Istituto superiore di sanità e Inail. Gli istituti dovranno valutare la chiusura in base al numero dei casi confermati

PALERMO – Si avvicina sempre più la data di ripresa delle attività scolastiche. In un contesto di emergenza sanitaria ancora attuale, il ministero della Salute, in collaborazione con il ministero dell’Istruzione, l’Inail e l’Istituto superiore di sanità, ha pubblicato un documento contenente le indicazioni operative da mettere in atto per la gestione di casi e focolai di Covid 19 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia.

Secondo tali linee guida, ai fini dell’identificazione dei casi sospetti è necessario prevedere un sistema di monitoraggio dello stato di salute degli alunni e del personale scolastico, oltre al coinvolgimento delle famiglie nell’effettuare il controllo della temperatura corporea del bambino a casa ogni giorno prima di recarsi a scuola. Inoltre, a scuola deve esservi la disponibilità di termometri che non prevedano contatto per la misurazione della temperatura corporea in caso di bisogno.

Si raccomanda alle famiglie e agli operatori scolastici di comunicare immediatamente al dirigente scolastico e al referente scolastico per Covid se l’alunno o il componente del personale sono stati strettamente a contatto con soggetti risultati poi positivi alla patologia. Tutto ciò deve avvenire nel più assoluto rispetto della privacy: infatti, le scuole devono redigere protocolli che impongano il rispetto della privacy, non diffondendo nell’ambito scolastico alcun elenco di contatti stretti o di dati sensibili.

Inoltre, secondo tale protocollo, le scuole si devono impegnare ad identificare un ambiente dedicato all’accoglienza e isolamento di eventuali persone che dovessero manifestare una sintomatologia compatibile con il coronavirus, senza creare allarmismi: in ogni caso, i minori non devono restare da soli, ma con un adulto munito di dispositivi di protezione individuale, fino a quando non saranno affidati ad un genitore. La scuola deve prevedere un piano di sanificazione straordinaria per l’area di isolamento e per i luoghi frequentati dall’alunno o dal componente del personale scolastico sintomatici.

In questo contesto si rende necessario garantire la tutela degli alunni con fragilità con attività di sorveglianza che garantiscano una maggior prevenzione. Quindi, particolare attenzione andrebbe posta per evidenziare la necessità di priorità di screening in caso di segnalazione di casi nella stessa scuola frequentata. Inoltre, bisogna garantire un accesso prioritario ad eventuali screening o test diagnostici agli studenti che non possono indossare la mascherina, a causa del proprio stato fisico, e che avendo fragilità li pone a maggior rischio.

La chiusura di una scuola o parte della stessa dovrà essere valutata in base al numero di casi confermati e di eventuali cluster e del livello di circolazione del virus all’interno della comunità: un singolo caso confermato in una scuola non dovrebbe determinarne la chiusura, soprattutto se la trasmissione nella comunità non è elevata.

Per il rientro a scuola dell’alunno o componente del personale precedentemente risultato positivo si dovrà attendere la guarigione clinica, cioè la totale assenza di sintomi. La conferma di avvenuta guarigione prevede l’effettuazione di due tamponi a distanza di 24 ore l’uno dall’altro, entrambi di esito negativo.

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