Coronavirus, il Cts boccia, per ora, il ritorno del calcetto - QdS

Coronavirus, il Cts boccia, per ora, il ritorno del calcetto

redazione web

Coronavirus, il Cts boccia, per ora, il ritorno del calcetto

giovedì 25 Giugno 2020

A causa del nuovo aumento di contagi e morti. Ma il ministro Spadafora vorrebbe che lo "sport di contatto" amatoriale ripartisse. Il capo della Polizia Gabrielli, "la 'ndrangheta punta ai vaccini, che valgono più dell'oro"

Ieri sono aumentati i tamponi e sono risaliti i nuovi contagi e le vittime del coronavirus in Italia, seppure in modo lieve rispetto al giorno prima.

Segnali in lieve miglioramento dalla Lombardia, che registra una percentuale di positivi sul totale nazionale sotto il cinquanta per cento e una diminuzione di duecento ricoverati.

Intanto però il Comitato tecnico scientifico (Cts) ha bocciato un possibile ritorno a breve del calcetto e degli sport di contatto a livello amatoriale e dilettantistico.

Per il pericolo di focolai, secondo gli esperti, “vanno ancora rispettate le prescrizioni del distanziamento e della protezione individuale”.

Contrario il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora. “Non sono d’accordo con il parere del Cts, confermo il mio parere positivo e resto in attesa di quello del ministro Speranza”, ha scritto su Facebook.

“Riprendere le attività dei centri sportivi, con le garanzie assicurate dal documento delle Regioni, aumenterebbe la sicurezza per tutti”, ha aggiunto, rilevando che “sono riprese praticamente tutte le attività, i gruppi di amici si vedono e passano ore insieme, mangiando allo stesso tavolo, ma soprattutto abbiamo visto in ogni parte d’Italia persone giocare a ogni tipo di sport nei parchi o sulle spiagge”.

Spadafora resta dunque in attesa dell’ “assenso del ministro Speranza: appena lo darà si potrà ricominciare”.

Il titolare della Salute dovrà però tenere conto del parere dei professori del Cts, che ricordano “il rischio di ripresa della trasmissione virale in cluster determinati da aggregazioni”, “in considerazione – affermano – dell’attuale situazione epidemiologica nazionale”.

I dati della Protezione civile raccontano di test molecolari effettuati nelle ultime 24 ore che passano da 41 mila a 53 mila circa – ancora un livello relativamente basso; i nuovi casi trovati sono 190, a fronte dei 122 di martedì, portando il totale nazionale a 239.410, tenendo conto di un ricalcolo di 387 unità in più del Trentino. Già un mese fa la Provincia autonoma aveva aggiunto circa seicento unità agli attualmente positivi.

In Lombardia i nuovi casi individuati sono 88, il 46,3% del totale, in diminuzione rispetto agli ultimi giorni.

Cinque le regioni ad aumento zero: Puglia, Friuli Venezia Giulia, Calabria, Molise e Basilicata, oltre al Trentino per quanto riguarda la sola giornata di ieri.

Le vittime in Italia aumentano di trenta, dopo il numero minimo dei tre giorni precedenti (rispettivamente 18 ieri, 23 e 24).

In Lombardia si registrano sette nuovi decessi, a fronte dei sei del giorno prima.

Il totale dei morti a causa del Covid registrati ufficialmente dalla Protezione civile è ora di 34.644.

Intanto il capo della Polizia Franco Gabrielli ha dichiarato ieri che “le mafie potrebbero cannibalizzare i settori in crisi dopo il Covid e insinuarsi nell’economia legale”

“Basti pensare – ha aggiunto Gabrielli – a tutte le aziende che non necessariamente ripartiranno, a tutto il mondo delle strutture ricettive, che a seguito del lockdown avranno maggiori difficoltà”.

Per il capo della Polizia, inoltre, la ‘ndrangheta nella fase post Covid “punta a entrare nelle società che gestiscono la produzione di vaccini e farmaci per curare le malattie: alcuni valgono più dell’oro”.

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