Coronavirus, il premier Conte lancia una tregua sul Mes - QdS

Coronavirus, il premier Conte lancia una tregua sul Mes

redazione web

Coronavirus, il premier Conte lancia una tregua sul Mes

giovedì 16 Aprile 2020

Si deciderà soltanto alla fine. Lo scontro Pd-M5S spinge spread. Ma anche la destra è spaccata sul nuovo Salva-Stati, Berlusconi si dissocia. La strategia del Premier per arrivare a ranghi serrati alla discussione al Consiglio Ue

“Non ha senso ora discutere del Mes”.

E’ tutta in questa frase la tregua che ieri, alla fine di una giornata logorante sui mercati (con lo spread che ha toccato un massimo di 245 punti base), Giuseppe Conte ha lanciato a Pd e M5S.

Tregua necessaria, perché sulla querelle sul fondo salva-Stati, tra le fake news della destra e i preconcetti del M5s, il governo rischia di finire nel baratro e il capo del governo lo sa.

Come sa che mostrare all’Europa un’Italia e una maggioranza sfilacciata già prima di sedersi al tavolo del Consiglio Ue è controproducente.

“La trattativa è in corso, è inutile esporsi prima”, ha spiegato una fonte molto vicina al dossier europeo poco prima che Conte invii alla maggioranza la sua proposta di tregua.

Così il presidente del Consiglio aveva deciso che era meglio evitare la conta in Parlamento prima del Consiglio Ue: martedì, alla Camera, è prevista un’informativa – e non le comunicazioni – di Conte.

Nessuna risoluzione di maggioranza e d’opposizione quindi, con un semplice “escamotage”: la riunione dei leader Ue del 23 aprile è straordinaria, non sovrapponibile ai Consigli Ue convocati.

Da qui la possibilità, per il premier, di limitarsi a un’informativa.

Lega e Fdi, già nella riunione dei capigruppo a Montecitorio, hanno protestato.

“Vogliamo un voto in Aula subito”, ha urlato Matteo Salvini rilanciando la sua battaglia anti-Mes senza spiegare però cosa ne pensi delle nuove potenzialità del fondo salva-stati in materia di Sanità così come prevede la proposta dell’Ue.

E Salvini ha perso anche l’appoggio di Silvio Berlusconi, che invece ha indicato come un errore il rifiutare aprioristicamente il nuovo Mes.

Questo ha costretto il capo della Lega Nord a tenere una riunione con i suoi alla Camera per fare il punto sulla strategia.

L’evitare il voto in Aula è al momento l’unica strada per non spaccare la maggioranza. M5S e Pd viaggiano su binari paralleli.

“E’ un successo aver ottenuto il Mes senza condizionalità”, ha sottolineato il capogruppo Dem Graziano Delrio.

Ma invece di dibattere nel merito il sottosegretario grillino agli Esteri Manlio Di Stefano ha ribattuto “Lui va alla cieca contro la linea del governo”, mentre Vito Crimi aveva affermato “serve che il Pd chiarisca al Paese perché ha cambiato posizione”.

Anche il presidente della Camera Roberto Fico interviene contro il Fondo spiegando che lui, al momento, “non si fiderebbe” del Mes.

L’impressione è quella che i pentastellati abbiano problemi di comunicazione con la propria base: hanno sempre tuonato contro il Mes e spiegare che adesso è un’altra cosa ai propri iscritti potrebbe risultare complicato. Inoltre l’ala filo-sovranista del Movimento lo considera alla stregua del diavolo, l’ala più governativa è possibilista come Conte.

Tra i Dem, invece, spiega una fonte di maggioranza, c’è irritazione anche perché, sostenendo che il Mes abbia delle condizionalità, i grillini confutano la linea tenuta da Roberto Gualtieri all’Eurogruppo.

Ecco perché Conte è intervenuto, sentendo prima i due capidelegazione di Pd e M5S, e poi lanciando la sua proposta: “è inutile disquisire del Mes ora. Se ci saranno condizionalità o meno lo vedremo alla fine”.

Al Consiglio Ue il premier vuole andare con le carte coperte e senza la “zavorra” di una spaccatura in Aula della sua maggioranza. Anche perché la partita è lunga e sul tavolo vedrà, da un lato il Mes “light”, dall’altro i “coronabond”.

“Prima c’è la battaglia perché non ci siano condizioni vessatorie di alcun tipo, poi si deciderà”, ha spiegato Conte, con un voto dell’Aula.

“Questa discussione dovrà avvenire in modo pubblico e trasparente, dinanzi al Parlamento, al quale spetterà l’ultima parola”.

Parlamento che il giorno dopo il Consiglio Ue voterà il nuovo scostamento di bilancio per il decreto aprile.

La tregua ha fatto effetto.

“Non è il tempo di posizioni pregiudiziali, da Conte parole ragionevoli”, ha sottolineato ieri a tarda sera Dario Franceschini.

“Piena fiducia in Conte”, gli ha fatto eco Alfonso Bonafede mentre, poco prima, anche Luigi Di Maio ammoniva: “la maggioranza giochi da squadra”.

Un primo voto sul Mes – e sugli eurobond – si avrà venerdì all’Europarlamento sulla proposta dei partiti di maggioranza.

E, nelle prossime ore, gli eurodeputati si riuniranno per decidere la linea: il rischio che si opti per un’astensione che non spacchi il gruppo è alto.

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