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Coronavirus, la ripartenza, chi riapre da oggi in Italia

redazione web

Coronavirus, la ripartenza, chi riapre da oggi in Italia

martedì 14 Aprile 2020

Dalle librerie ai negozi di abbigliamento per bambini grazie alle "integrazioni" al lockdown. Riprendono anche le produzioni di pc, la silvicultura (legna, sughero, paglia) e opere idrauliche. Rezza (Iss), "Non far ripartire il calcio"

Da oggi librerie, cartolerie e negozi di abbigliamento per i bambini rialzano le saracinesche in Italia.

Scattano infatti le “integrazioni” al lockdown, che il presidente del Consiglio ha prolungato venerdì scorso, fino al prossimo tre maggio, con il suo Dpcm.

Si permette, dunque, la riapertura di alcuni negozi, come annunciato dallo stesso premier, che aveva parlato di qualche “piccola variazione”, sottolineando “dal 14 aprile riapriamo cartolibrerie, librerie, negozi per neonati e bambini”.

La riapertura delle librerie non vale per tre regioni: Lombardia e Campania, che si sono opposte alla misura, e il Lazio, dove avverrà da lunedì prossimo, per dare il tempo di garantire le misure di sicurezza necessarie.

Nel dettaglio, il Dpcm, prevede che riaprano (come si legge nell’allegato 1 – Commercio al dettaglio) il “commercio di carta, cartone e articoli di cartoleria”, il “commercio al dettaglio di libri” e il “commercio al dettaglio di vestiti per bambini e neonati”.

Riprende, inoltre, l’uso delle aree forestali, per la produzione della legna, la fabbricazione dei pc, la silvicoltura, che si accompagna alla ripresa della produzione di fertilizzanti e prodotti chimici per l’agricoltura e a quella di utensileria manuale.

Riprende anche la produzione del sughero, ma anche degli articoli in paglia e i materiali da intreccio, le attività di riparazione e manutenzione di aerei e treni, oltre alla cura e manutenzione del paesaggio.

Via libera anche alle opere idrauliche.

Autorizzate anche le attività degli organismi internazionali, come l’Onu e le sue agenzie, proseguono anche le attività di call center, ma, a differenza del precedente Dpcm, scaduto per Pasquetta, viene precisato, nel testo del decreto, che vengono consentite “in entrate (Inbound)” e comunque “nei limiti in cui siano espletate in relazione alle attività di cui agli allegati al presente decreto”.

Regole più stringenti per chi arriva in Italia

Ci sono poi regole più stringenti per chi arriva in Italia dall’estero, anche se per soggiorni brevi.

Nel testo del Dpcm a si legge infatti che “chiunque intende fare ingresso nel territorio nazionale, tramite trasporto di linea aereo, marittimo, lacuale, ferroviario o terrestre, è tenuto a consegnare al vettore all’atto dell’imbarco” una dichiarazione che indichi i motivi del viaggio (che devono essere sempre comprovate esigenze lavorative, necessità, salute)”.

Si dovrà inoltre specificare “l’indirizzo completo dell’abitazione o della dimora in Italia dove sarà svolto il periodo di sorveglianza sanitaria e l’isolamento fiduciario e il mezzo di trasporto privato che verrà utilizzato per raggiungere la stessa; recapito telefonico anche mobile presso cui ricevere le comunicazioni durante l’intero periodo di sorveglianza sanitaria e isolamento fiduciario”.

Inoltre i vettori e gli armatori dovranno acquisire e verificare la documentazione “provvedendo alla misurazione della temperatura dei singoli passeggeri e vietando l’imbarco se manifestano uno stato febbrile, nonché nel caso in cui la predetta documentazione non sia completa”.

Distanza di sicurezza anche al momento dell’imbarco

Sono infine tenuti ad adottare le misure organizzative che assicurano in tutti i momenti del viaggio una distanza interpersonale di almeno un metro provvedendo anche, al momento dell’imbarco, a dotare i passeggeri, che ne risultino sprovvisti, dei dispositivi di protezione individuale.

Lo stesso vale “per chi debba fare ingresso in Italia per transiti e brevi soggiorni dovuti a motivi di lavoro”.

Rezza (Iss), non facciamo ripartire il calcio

Intanto Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, ha dichiarato, a fronte di voci di una ripresa dei campionati, che sarebbe opportuno far calare il sipario sulla stagione calcistica, come hanno fatto altri sport.

“Il Comitato tecnico scientifico – ha detto – non si è ancora espresso. Il calcio è uno sport che implica contatti e questi contatti possono comportare un rischio di trasmissione”.

“Ho sentito – ha aggiunto – che qualcuno propone test ai calciatori ogni tot di giorni. Mi sembra un’ipotesi un po’ tirata, se dovessi dare un parere tecnico non darei un parere favorevole. Penso possa essere condiviso dal Cts, poi spetta alla politica decidere”.

E Rezza ha concluso con una battuta: “Io da tifoso romanista manderei tutto a monte”.

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