Covid-19 e demenza: l'intervista al neurologo - QdS

Covid-19 e demenza: l’intervista al neurologo

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Covid-19 e demenza: l’intervista al neurologo

Angela Ganci  |
martedì 08 Febbraio 2022

La complessa relazione tra due patologie molto severe negli anziani. L'intervista al dottor Eduardo Cumbo fa chiarezza su fattori critici e vaccino

Covid-19 e demenza: un legame complesso, una relazione non semplice e non diretta tra due patologie severe, invalidanti, che compromettono la qualità di vita di chi ne è colpito, in particolare le fasce fragili della popolazione. Al fine di dirimere la questione, anche in merito all’utilità dei vaccini anti Covid-19 abbiamo sentito il parere autorevole del dottor Eduardo Cumbo, neurologo operante nella città di Caltanissetta. Tra Covid 19 e demenza senile esiste una relazione, ci ha detto. Ecco di cosa si tratta. CONTINUA LA LETTURA

Dottor Cumbo, quale relazione esiste tra demenza e Covid-19?

“Mi preme innanzitutto puntualizzare che oggi gli studi sulla popolazione anziana sono in calo, con la notevole necessità di avviare ricerche da implementare con la finalità di accrescere il benessere e l’integrità dei più fragili. In rapporto al rapporto tra demenza e Covid-19, si deve parlare di una relazione mediata da fattori quali l’ipertensione poiché, di per sé, la demenza non è una condizione diretta di rischio per la contrazione del Covid-19. In presenza di un fattore come l’ipertensione, frequente nei soggetti con demenza, dobbiamo quindi sostenere che esiste un fattore critico per la contrazione del Coronavirus, un fattore predisponente.

Un altro fattore critico è il diabete, un fattore da non sottovalutare e da monitorare in generale nella popolazione anziana. Nei due casi i recettori ACE sono iperespressi, e sappiamo il loro ruolo facilitante nella contrazione del virus. Non risultano invece differenze di genere nella probabilità di infezione, mentre nelle demenze le donne sono più esposte allo sviluppo di una patologia demenziale”.

Riguardo invece al vaccino, consiglia il vaccino anti Covid-19 in corso di demenza?

“Assolutamente si, ma stiamo parlando di un dato di fatto, noto ormai alla comunità scientifica – conclude Cumbo – Il vaccino per gli anziani, inclusi quelli con demenza, è assolutamente consigliato, anzi è nostro dovere proteggere questi soggetti, per il bene proprio e della società”.

Prevenzione e protezione che coincidono con la promozione del benessere in una popolazione a rischio per una varietà di patologie come la demenza e il morbo di Alzheimer la cui gestione è complessa e sofferta, tanto più quando a esse si affiancano altre complicanze, come quelle di carattere respiratorio o immunitario caratterizzanti l’infezione da Coronavirus.  

Angela Ganci

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