Covid, variante Delta o raffreddore? I sintomi e come distinguerli - QdS

Covid, variante Delta o raffreddore? I sintomi e come distinguerli

Luigi Ansaloni

Covid, variante Delta o raffreddore? I sintomi e come distinguerli

mercoledì 16 Giugno 2021

Questa variante si diffonde molto velocemente, perché secondo gli studiosi è come se fosse un comune raffreddore

Mal di gola, mal di testa, naso che cola. Insomma, un brutto raffreddore.

I sintomi della variante, che è arrivata anche in Sicilia, infatti, potrebbero essere scambiati come un brutto raffreddore, secondo gli esperti, dato che spesso i sintomi del covid sono più gravi come la perdita dell’olfatto, del gusto, aumento della temperatura e forte tosse.

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Questa variante si diffonde molto velocemente, perché secondo gli studiosi è come se fosse un comune raffreddore.

I sintomi iniziali potrebbero portare le persone colpite dalla variante a sottovalutare la propria condizione e a non adottare le misure necessarie per prevenire il contagio e questo, secondo gli scienziati, aumenta il problema.

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La variante Delta del virus SarsCoV2 è destinata a modificarsi con l’aumentare della sua circolazione e “il numero limitato delle sequenze finora ottenute in Italia indica già un aumento della diffusione, ma è molto probabile che il numero reale dei casi di infezione dovuti a questa variante sia più grande”: lo ha detto all’ANSA il genetista Massimo Zollo, dell’Università Federico II di Napoli e coordinatore della Task force Covid-19 del Ceinge.

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“L’esperienza accumulata nel 2020 ci ha insegnato che le varianti che diventano predominanti si modificano e generano ancora nuove varianti, acquisendo caratteristiche che la rendono più aggressiva e più efficiente nel diffondersi”, ha detto ancora. “Diventa fondamentale la velocità nel tracciamento e nel sequenziamento: l’obiettivo dovrebbe essere isolare chi ha l’infezione, ma se adesso riapriamo non riusciremo a raggiungerlo”. Quanto ai vaccini, stanno arrivando i primi dati sulle reinfezioni: “stiamo avendo informazioni tali che due dosi dopo i vaccini Pfizer e Moderna, anche dopo il periodo necessario per acquisire la protezione completa”, ha osservato.

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“Il vaccino sta comunque funzionando e molto più importante i casi di reinfezione sono ancora pochi in Campania ma esistono: il fenomeno è recente, non ci sono casi gravi e non sappiano ancora con certezza se siano causati dalla variante Delta, ma alla luce di quanto accaduto in Gran Bretagna possiamo immaginare”. Fin da adesso, secondo Zollo, si può comunque dire che “il vaccino non è l’unica arma contro la pandemia e una possibile strada potrebbe essere combinarlo con altre armi, come farmaci che impediscono al virus di legarsi alle cellule e l’uso di anticorpi monoclonali”

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