Covid-19, Locatelli: “Gli stadi sono meno importanti delle scuole” - QdS

Covid-19, Locatelli: “Gli stadi sono meno importanti delle scuole”

Patrizia Penna

Covid-19, Locatelli: “Gli stadi sono meno importanti delle scuole”

sabato 26 Settembre 2020

Il presidente del Consiglio superiore di Sanità e componente del Cts: “Dobbiamo essere un pò più cauti”. Ministero Salute contrario alla riapertura, Sileri più “possibilista”: “Se graduale e controllata è fattibile”

ROMA – “Il mio parere da un punto di vista squisitamente medico è che è indubbio che la riapertura degli stadi presenta delle situazioni e delle connotazioni di criticità e di potenziale rischio che non possono essere sottovalutate. È una situazione complessa che credo meriti attenzione nella valutazione e credo anche significativa cautela, in una fase in cui abbiamo proceduto con la riapertura delle scuole che era la priorità del Paese”. Lo ha detto ieri Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e componente del Cts, in merito alla questione della ulteriore riapertura degli stadi al pubblico.

Il commento arriva all’indomani dalla proposta elaborata dalle Regioni di riapertura degli stadi che prevede, oltre al rispetto delle regole sul distanziamento, anche l’obbligo di non andare oltre il 25% della capienza.
Secondo Locatelli, “dobbiamo essere un pò più cauti su un aspetto che è certamente importante nella vita sociale di tante persone che sono appassionate di calcio – ha sottolineato – ma che non è così imprescindibile come invece è la scuola. Quindi, personalmente andrei particolarmente cauto”.

La cautela è necessaria “anche perché – ha spiegato Locatelli – non si fa riferimento solo al riempimento dei settori, ma vengono ad essere coinvolte pure altre situazioni sia in termini di trasporto, perché evidentemente incrementare di molto il numero delle persone che vanno allo stadio vuol dire anche affollare potenzialmente mezzi pubblici, sia che pertengono ai percorsi di entrata e uscita dagli stadi”. “Naturalmente ne riparleremo, ma in generale la mia linea di principio è che le decisioni spettano a chi ha il compito e il mandato istituzionale per prenderle, ovvero – ha concluso – ai ministri competenti, piuttosto che in un dialogo con i presidenti delle giunte regionali”.

Cauto anche il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia: “Non possiamo permetterci un altro lockdown – ha spiegato – e dobbiamo essere invece moto rigorosi: interverremo ogni volta che ci sarà bisogno, ma se ci comportiamo in maniera rigorosa non ci sarà bisogno”. “Gli italiani – ha aggiunto – hanno capito che la vita vale più del business e che quest’ultimo si può fare in sicurezza e il governo ha sostenuto aiutato e in alcuni casi preso in braccio chi aveva problemi economici”.

Il sottosegretario alla Salute, Sandra Zampa ha ufficializzato la contrarietà del ministero alla riapertura: “Siamo contrari alla riapertura degli stadi, prima bisogna vedere l’impatto della riapertura delle scuole e dopo si potrà aprire una riflessione sugli stadi”. “Il ministro Speranza – ha spiegato Zampa – ha ribadito che prima ci sono le scuole e altre priorità, poi ci occuperemo degli stadi”, ricorda.
“Se le Regioni decidono di riaprire gli stadi – prosegue Zampa – ci troveremmo nella stessa situazione che si è creata con le discoteche, quando poi il ministro, visto il disastro, ha dovuto imporre la chiusura”.

Più “possibilista”, invece, il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri: “Se si aprono gli stadi a mille persone, faccio fatica a pensare che queste mille persone con le mascherine e distantissime fra loro, possano contagiarsi. Una riapertura controllata degli stadi, secondo me, è fattibile: certo parametrata al numero dei contagi che vediamo settimanalmente. Se rimangono stabili, man mano si potranno aumentare gli spettatori a 2mila e così via. Se invece assistiamo a una circolazione del virus troppo alta, non potremo permetterci il lusso di riaprire gli stadi”.
Sileri è, dunque, per una “apertura controllata, graduale, in sicurezza, con regole ferree, ad esempio niente baci e abbracci”.

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