Curarsi nel privato è uguale per il malato - QdS

Curarsi nel privato è uguale per il malato

Carlo Alberto Tregua

Curarsi nel privato è uguale per il malato

martedì 21 Novembre 2023

Non è privatizzare la sanità

Vi sono alcuni personaggi che raccontano menzogne, come quella sul Servizio sanitario nazionale (Ssn) che di seguito vi esponiamo. Essa riguarda l’idea secondo la quale l’utilizzo del Ssn in ospedali pubblici a gestione privata sia una sorta di “privatizzazione” della stessa sanità.

Perché viene propalata questa menzogna? Primo, perché si ritiene che chi ascolta, vede o legge sui social sia ignorante, cioè ignora la materia; secondo, per un ritorno di consensi su una, ripetiamo, bufala che innesta nella testa dei/delle cittadini/e una sorta di protesta senza motivo se solo si conoscesse la verità.

Qual è la verita? Non vi è distinzione degli ospedali (a conduzione pubblica o privata) perché le Regioni pagano le fatture (Drg) indipendentemente da chi le ha emesse.
Se leggiamo l’articolo 32 della Costituzione, esso recita come segue: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.

Da esso si evince che il/la cittadino/a ha il diritto di essere curato/a al meglio, non importa se da strutture pubbliche con management pubblico o da strutture pubbliche con management privato. Non solo, ma il/la malato/a ha il diritto di andare dove meglio crede e dove ha più fiducia nel personale medico e assistenziale perché il suo intento è quello di guarire e non la scelta da chi essere curato/a.

La conseguenza di quanto scriviamo è che un ospedale pubblico – indifferentemente se gestito da personale pubblico o privato – deve offrire i migliori servizi possibili sotto tutti i punti di vista, deve avere i macchinari più moderni per potere fare interventi efficaci, deve avere un personale infermieristico e assistenziale dedicato che abbia il senso del dovere, che è appunto quello di assistere i/le malati/e al meglio possibile, anche tenuto conto della loro debolezza psicologica.

Dunque, per i/le malati/e è indifferente che il management sia pubblico o privato; è invece importante che esso sia qualificato e dedito ad offrire un servizio al più alto livello possibile.

Altra menzogna diffusa da certuni/e è che la dotazione finanziaria è diminuita in questi ultimi dieci anni. Basti guardare il bilancio dello Stato del 2013, nel quale erano stanziati 113 miliardi, e quello del 2024, nel quale sono stanziati 134 miliardi, cioé 21 in più. Come si fa a mentire su dati palesi ed effettivi? Eppure c’è la malafede di coloro che approfittano dell’ignoranza di elettori/trici per fornire loro notizie false.

Se i/le malati/e preferiscono farsi curare in ospedali pubblici, ma con management privato è perché ritengono che lì saranno curati meglio. Ma questo non è privatizzare la sanità, è offrire un servizio di migliore qualità che si lascia alla libera scelta di chi vuole curarsi.
Peraltro, dobbiamo sottolineare – come abbiamo fatto più volte – che per le Regioni – le quali gestiscono la sanità – è indifferente che la fattura sia emessa da un ospedale a conduzione pubblica o privata, in quanto per ogni intervento l’importo prefissato è uguale in ambedue i casi.

Disegnato questo quadro, risulta ulteriormente incomprensibile la scelta delle Regioni che limitano l’ammontare delle risorse agli ospedali pubblici con conduzione privata, che – ripetiamo – erroneamente vengono denominati ospedali privati.

Questa limitazione grava sui/lle malati/e perché non possono andare dove ritengono opportuno, quando gli ospedali pubblici a conduzione privata hanno finito la dotazione finanziaria e quando in quelli a conduzione pubblica vi sono liste di attesa infinite.

Ma si sa, tutti i Governi, dal dopoguerra a oggi, hanno sempre privilegiato la gestione pubblica dei servizi perché è lì che possono mandare raccomandati/e di ogni genere, mentre è più difficile avere lo stesso comportamento nelle strutture pubbliche a conduzione privata perché queste ultime devono mantenere i conti in ordine. Tutte le altre, invece, possono anche perdere, tanto poi le Regioni le rifondono.
Ritorniamo su questa materia non per il gusto della ripetizione, ma per smentire le notizie false che vanno indicate ai lettori.

Tag:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017