Dell'Acqua: “Negli invasi mancano 3 miliardi di m3 d’acqua per la mancata manutenzione” - QdS

Dell’Acqua: “Negli invasi mancano 3 miliardi di m3 d’acqua per la mancata manutenzione”

redazione

Dell’Acqua: “Negli invasi mancano 3 miliardi di m3 d’acqua per la mancata manutenzione”

Roberto Greco  |
venerdì 12 Gennaio 2024

Intervista a Nicola Dell’Acqua, commissario nazionale per la gestione della crisi idrica

Interviene al QdS il Commissario Nicola Dell’Acqua, agronomo ed esperto in gestione delle emergenze, che da sempre si occupa di tutela del territorio e dell’ambiente e che lo scorso 4 maggio è stato nominato “Commissario Straordinario nazionale per l’adozione di interventi urgenti connessi al fenomeno della scarsità idrica”.

Commissario, è stato nominato da poco più di 8 mesi. È possibile tracciare il quadro di quanto è riuscito a fare in questo periodo? Le è stata fornita una struttura commissariale adeguata?
“Dalla mia nomina a oggi è stato fatto tutto ciò che era necessario fare, prima di tutto, analizzare i dati per realizzare un bilancio idrico nazionale. È la parte più lunga perché ho dovuto incontrare tutti i segretari di distretto e la gran parte degli amministratori regionali per comprendere le loro esigenze e chiedere loro documentazioni a supporto delle necessità. Ho incontrato anche gli specialisti delle previsioni meteo tra cui: Aeronautica Militare, Ispra, Crea e molti altri per avere una relazione che mostri una proiezione futura su clima e piogge cosi che gli interventi che andremo a fare oggi si adattino anche al clima di domani, ed normale che ci voglia del tempo per recuperare dei dati cosi importanti. Oltre a tutto questo, nella prima relazione consegnata alla cabina di regia, abbiamo analizzato la capacità attuale degli invasi e lo stato delle principali reti di distribuzione. La struttura commissariale, per mia volontà, non è ancora completa. Ho scelto di avere prima tutti i dati necessari, che oggi ho, per comprendere quali professionisti coinvolgere. Quindi molto presto la struttura commissariale sarà al completo”.

Tra gli obiettivi della “cabina di regia” c’è lo snellimento delle procedure amministrative al fine di fornire risposte concrete e urgenti ai territori. Abbiamo fatto passi avanti?
“Facciamo chiarezza, la siccità è un evento naturale dato dalla scarsità di piogge. In Italia non ci sono grandi problemi di siccità, infatti piove più o meno stessa quantità d’acqua di prima ma in modo differente. Oggi, rispetto a prima, piove con meno frequenza ma in grande quantità. Il problema vero è la crisi idrica che dipende proprio dalle infrastrutture che, da una parte hanno una grande perdita di sistema, dall’altra non riescono a contenere le copiose piogge che arrivano e quindi è dispersa anziché essere raccolta e quindi distribuita. Il bilancio idrico serve proprio a questo e la cabina di regia ha sicuramente tra gli obiettivi lo snellimento delle procedure amministrative che è uno dei motivi per il quale è stata creata la mia struttura. Tali Procedure saranno individuate dopo approfondite analisi di distretto e in coerenza dell’attuale sistema normativo”.

Il Rapporto realizzato dall’Osservatorio delle Imprese della Facoltà d’ingegneria civile e industria della Sapienza, richiamava al bisogno di opere per la corretta gestione dell’acqua quali invasi, vasche di raccolta di acque meteoriche a fini agricoli, uso irriguo delle acque reflue depurate, impianti di desalinizzazione. Qual è lo stato dell’arte?
“La prima analisi della cabina di regia dice che negli attuali invasi mancano 3 miliardi di metri cubi d’acqua a causa della mancata manutenzione. Inoltre, già nella prima programmazione fatta dal Ministero delle infrastrutture sono previsti altri fondi per la progettazione e realizzazione di nuovi invasi”.

Il Pnrr prevede 230 interventi sul sistema idrico. In Italia raccogliamo poco più del 10% dell’acqua piovana a fronte di raccolte che sfiorano il 40% in Spagna. È evidente che serva una pianificazione seria e ponderata. Siamo sulla strada buona?
“Anche in Italia abbiamo regioni che funzionano perfettamente sotto l’aspetto idrico come la Sardegna ad esempio. Certo, essendo un’isola è più facile da gestire rispetto alla penisola dove molti distretti racchiudono più regioni ma è un modello che funziona e come tale va preso come esempio”.

In Sicilia la rete idrica assomiglia più a un colabrodo che non a un sistema di distribuzione efficiente. Quali sono le misure previste?
“Prima di Natale avevo già previsto e confermato nella mia agenda di scendere in Sicilia verso la metà di questo mese per incontrare il Presidente della Regione e il Segretario delle autorità di distretto e rendermi conto insieme a loro della situazione da vicino e pianificare gli interventi”.

Nell’attuale legge di bilancio in discussione all’Ars c’è una proposta che riguarda la realizzazione e/o gli ampliamenti di laghetti o piccoli invasi per uso irriguo e una, invece, relativa alla riforma dei consorzi di bonifica. Ritiene che si tratti di strumenti indispensabili ed efficaci?
“L’autorità di distretto e l’autorità regionale hanno inviato al MIT le loro richieste che sono al vaglio del Ministero”.

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