Dipendenza dagli smartphone, a Catania collaborazione scuole-Asp - QdS

Dipendenza dagli smartphone, a Catania collaborazione scuole-Asp

redazione

Dipendenza dagli smartphone, a Catania collaborazione scuole-Asp

Bianca Casale  |
mercoledì 03 Maggio 2023

Concluso il progetto Stop phone per sensibilizzare studenti e genitori sull’uso corretto dei telefoni. La pedagogista Galano: “L’ideale sarebbe che i ragazzi non usassero i cellulari fino ai 12 anni”

CATANIA – Si è chiuso il primo dei progetti che vede la collaborazione fra l’Asp di Catania e scuole, fatto di incontri con studenti e genitori, per l’uso corretto dei telefoni cellulari da parte dei giovanissimi. La serie di progetti è a cura di Carmelo Florio, esperto in psichiatria e direttore dell’Uoc presso l’Asp di Catania, di Filomena Galano, dirigente pedagogista e di Sergio Fisicaro, dirigente sociologo Uoc Servizio territoriale dipendenze patologiche; tutti appartenenti allo stesso ente. In questo caso, il progetto appena concluso, chiamato Stop Phone, si è occupato espressamente della fascia di età scolare secondaria di primo grado, con la collaborazione di alcune scuole, fra le quali in particolare l’Istitutto comprensivo Giovanni Verga di Viagrande, guidato dalla Dirigente Professoressa Agata Patrizia Nicolini.

“Questo è il primo di una serie di progetti – spiega Galano – dedicati alle deviazioni comportamentali dei giovani che arrivano a sfiorare lo stato patologico nell’uso della tecnologia; in particolare dei cellulari. Questi possono causare addirittura uno stato di nomofobia o No Mobile Phone PhoBia pari all’astinenza da sostanze che causano dipendenza, ovviamente altamente pericoloso per la salute mentale dei giovani”.

L’ideale sarebbe che i ragazzi non usassero i cellulari fino all’eta puberale (intorno ai 12 anni) – continua Galano – per questo il progetto è rivolto agli studenti, ma anche, e in egual modo ai genitori tenuti a vigilare sul corretto uso delle tecnologie. Negli incontri infatti si danno alcuni suggerimenti volti ad evitare l’intasamento degli sportelli di ascolto, messi a disposizione da scuole e consultori pubblici, che hanno avuto un boom di richieste, a partire dalla fine del lockdown, per danni causati dalla solitudine fisica e uso compulsivo del cellulare”.

Le Istituzioni necessitano in questi casi, dell’indispensabile affiancamento dei genitori – afferma la dirigente Nicolini – specchio dei figli. Benché si vada sempre più verso una vita esasperata da impegni lavorativi e non, è importantissimo rallentare, ove possibile, cercando di ricreare situazioni familiari accoglienti in cui l’educazione ai valori, e a relazioni integre, sia fluida e riporti i giovani a condivisioni ed interessi inclusivi, come ad esempio oratori e palestre”.

Anche la presidente del Consiglio d’Istituto, Immacolata Pace, genitore di un discente dello stesso Istituto conviene: “Ci troviamo davanti alla generazione smartphone, l’ausilio di Asp e Scuola sono opzioni preziose, per ristabilire una normale quotidianità anche lontana dal cellulare. La limitazione di alcune App o il controllo degli accessi di alcuni Social in particolare, che possono implicitamente divenire pericolosi o disturbanti, devono essere i primi strumenti nel combattere il fenomeno patologico. Questi sono fra i primi suggerimenti degli esperti”.

“Questo primo step nasce in vista di ulteriori progetti a proposito di comportamenti scorretti, che dal cellulare spesso derivano – aggiunge ancora Galano -. Il Cyberbullismo per esempio, nasce da un particolare uso del cellulare, che consente ai ragazzi, convinti della protezione dello schermo come scudo, di perpetrare vere persecuzioni, poi difficilmente risolvibili senza specifico aiuto. Le Asp aderenti alla serie di progetti sono in continua crescita, così come gli argomenti che seguiranno in questo percorso di sostegno che vede l’affiancamento di Istituzioni, Famiglie e Centri Uoc”.

“Vista l’eccellente risposta sul territorio del primo, sono già in programma altri progetti, che avranno luogo nel prossimo futuro, tutti aventi come priorità lo studio e la correzione di anomalie comportamentali nei giovani, e che possono causare gravi disagi e qualità di vita altamente scadente, se non messi a fuoco e risolti nel periodo di formazione ma anche di particolare fragilità: l’adolescenza”, conclude Galano.

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