Donatella Corleo: “Al limite le condizioni di vita di lavoratori e detenuti” - QdS

Donatella Corleo: “Al limite le condizioni di vita di lavoratori e detenuti”

redazione

Donatella Corleo: “Al limite le condizioni di vita di lavoratori e detenuti”

Roberto Greco  |
giovedì 17 Agosto 2023

Intervista a Donatella Corleo, membro del direttivo di “Nessuno tocchi Caino” e consigliere del Partito radicale

Donatella Corleo è membro del Consiglio Direttivo di “Nessuno tocchi Caino”, associazione senza fine di lucro fondata a Bruxelles nel 1993, riconosciuta nel 2005 dal Ministero degli Esteri italiano come ONG abilitata alla cooperazione allo sviluppo, consigliera generale del Partito Radicale Transnazionale, che da sempre si occupa del rispetto dei diritti e della dignità delle persone private della libertà oltre ad essere referente regionale della Sicilia di “Sbarre di Zucchero”, movimento nato ad agosto 2022 che si occupa della sensibilizzazione a favore di tutte le tematiche inerenti ai detenuti soprattutto di sesso femminile.

Lo scorso 11 agosto, con una delegazione del Partito Radicale Transnazionale, ha effettuato una visita alla Casa Circondariale “Antonio Lorusso”, il c.d. Pagliarelli, di Palermo, visita nella quale sono stati accompagnati dalla direttrice della C.C. la dottoressa Maria Luisa Malato e del Comandante Giuseppe Rizzo. Le abbiamo chiesto di parlarci della situazione della struttura.

Dottoressa Corleo, avevate già visitato la struttura anche lo scorso inverno. Come l’avete trovata? Meglio o peggio?
“Migliorato sicuramente no. Le criticità già evidenziate sia la scorsa estate sia quest’inverno sono rimaste. Stiamo parlando dei problemi di acqua, del servizio docce, della scarsità della manutenzione. Le condizioni di vita della comunità penitenziaria tutta, sia dei detenuti sia di chi ci lavora, a mio giudizio è veramente al limite. Il sovraffollamento, problema che riguarda la quasi totalità delle Case Circondariali italiane, non è l’unico problema anche se oggi rasenta il 20% in più. Anche se costruito nel 1995, la struttura mostra evidenti limiti sia ergonomici sia strutturali e questo la rende non idonea, non in linea con i dettami che riguardano i diritti umani“.

Siamo in presenza di carenze di organico?
“Senza dubbio. Lo stesso Comandante Rizzo mi ha fatto notare che, seppur siano stati banditi i concorsi, il numero del personale al suo comando è insufficiente anche perché oggi in quella struttura sono ospitati 1357 detenuti. Anche gli educatori sono, numericamente, al di sotto di quanto previsto in pianta organica ma soprattutto di quanto sia necessario“.

Gli spazi interni previsti la socialità in che condizioni sono?
“In generale la loro dimensione è medio-piccola e, inoltre, mancano quegli strumenti necessari per tenere occupati i detenuti durante la loro permanenza in quelle salette. Non c’è nemmeno un biliardino, ad esempio. è ovvio che 1357 ospiti avrebbero bisogni di spazi adeguati utilizzabili con un opportuno criterio di turnazione”.

Altre criticità?
“Tenga conto che negli ultimi tempi assistiamo a un fenomeno che riteniamo sicuramente pericoloso, sto parlando dell’arrivo nella struttura di ragazzi di 18-20 anni provenienti dal minorile. Questi ragazzi si trovano a convivere con detenuti molto più grandi di loro e, inevitabilmente, corrono il rischio di intraprendere percorsi di vita non positivi, tenuto conto nella c.d. ‘media sicurezza’ transitano anche i declassati dalla ‘massima sicurezza’. Altro aspetto è quello della sanità penitenziaria. In quella struttura è detenuto un cieco, persone con difficoltà di mobilità e molti detenuti, come nel resto dell’Italia, che hanno bisogno del supporto di psicologi e, spesso, di psichiatri. Lo scarso numero di operatori, come già detto, non riesce sicuramente a rispondere alle esigenze dei detenuti“.

I generi alimentari all’interno della struttura, hanno prezzi allineati con quelli dell’esterno?
“Dai listini prezzi che ci hanno consegnato è possibile evidenziare che i prezzi sono più alti e questo limita la capacità d’acquisto dei detenuti. Tenga inoltre presente che, seppur possano entrare dall’esterno generi alimentari, c’è un elenco dei generi ammessi che varia da struttura e struttura. Questo evidenzia il fatto che non ci sia un equivalente trattamento tra le varie Case Circondariali italiane“.

Come giudica, anche alla luce non solo del contenuto della lettera che abbiamo ricevuto ma della sua esperienza e sensibilità, la situazione attuale riguardo lo stato d’animo dei detenuti, sul come si sentono trattati?
“Ovviamente non voglio, perché non mi appartiene, essere l’allarmista di turno, ma devo dire che proprio la visita di qualche giorno fa mi ha fatto percepire una situazione a rischio, una situazione che deve essere attenzionata in modo particolare. Non voglio definirla una ‘polveriera’ ma dobbiamo essere attenti che nessuno accenda il cerino perché la situazione è molto grave e il contenuto della lettera che vi è stata recapitata rispecchia la situazione reale”.

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