Edilizia siciliana in sofferenza, la ricetta di Ance Catania

Edilizia siciliana in sofferenza, la ricetta di Ance Catania: “Favorire investimenti e agevolazioni”

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Edilizia siciliana in sofferenza, la ricetta di Ance Catania: “Favorire investimenti e agevolazioni”

Giuliano Spina  |
domenica 01 Ottobre 2023

Sono tanti i fattori che stanno pesando sul settore edile, tra i più vivaci in Sicilia e decisamente trainante per l'economia isolane

Aumento dei tassi, costi in rialzo per i materiali, difficoltà di accesso ai mutui e ancora l’inflazione. Sono tanti i fattori che stanno pesando sul settore edile, tra i più vivaci in Sicilia e decisamente trainante per l’economia isolana. Un settore che fa parlare spesso di sé è quello dell’edilizia. Un settore entrato in fase di crisi molte volte e che negli ultimi anni ha visto una crescita costante, sebbene messa a rischio dalla pandemia e dall’aumento del costo dei materiali. Da ultimo il depotenziamento dei Bonus, l’aumento dei tassi della BCE e la riprogrammazione del PNRR.

Case: prezzi in rialzo e compravendita in calo

Negli ultimi giorni, è stato pubblicato il rapporto Istat riguardo al secondo trimestre del 2023 che conferma gli aumenti. Come fa anche il presidente dell’Ance di Catania, Rosario Fresta. “E’ vero, dall’ultimo rapporto Istat si registra un rialzo generalizzato dei prezzi, maggiore a Nord più contenuto al Centro, Sud e Isole, che interessa sia le nuove abitazioni, con una crescita però in rallentamento rispetto al trimestre precedente, sia le abitazioni esistenti, che salgono in misura maggiore – afferma. Si conferma la tendenza negativa delle compravendite, già in atto nel primo trimestre, come rilevato dall’Omi. Su questi dati, da un lato sta certamente incidendo il lento rientro dell’inflazione, che, seppure in misura più ridotta, continua a deprimere il potere di acquisto delle famiglie, dall’altro l’aumento dei tassi di interesse portato avanti dalla Bce che ha indotto le banche a essere più selettive e reso più difficoltoso e costoso l’accesso ai mutui – sostiene ancora evidenziando come “per le imprese e per gli investitori, il continuo rialzo dei tassi genera incertezze e minore propensione agli investimenti. Tutto ciò rende ancora più evidente la necessità di un piano casa che tuteli i giovani e i redditi bassi. Occorre quindi avviare politiche abitative di medio-lungo termine, integrate a politiche urbane, che rispondano ai nuovi fabbisogni, nonché a una nuova idea di edilizia sociale”.

“Serve favorire investimenti privati e pubblici”

Fresta non ha dubbi: il settore è fondamentale per l’economia e, per un’ulteriore crescita, è necessario intervenire con misure che agevolino gli investimenti privati e pubblici.

“In questi ultimi due anni, il settore delle costruzioni in Sicilia – continua Fresta -, e in generale in tutta Italia, ha contribuito in misura determinante per la crescita economica italiana. Basti pensare che negli ultimi due anni, più della metà della crescita del PIL italiano è attribuibile all’edilizia e alla sua lunga filiera. Nel 2022, il settore delle costruzioni in Sicilia ha rappresentato in termini di investimenti il 7,8% del PIL regionale e in termini di occupazione il 44,6% degli addetti nell’industria e il 7,5% dei lavoratori operanti nell’insieme dei settori di attività economica. E’ stato certamente un anno dai contorni molto positivi – prosegue. È un risultato che segue un 2021 contrassegnato da un’eccezionale crescita del settore e che consente di recuperare ampiamente i livelli pre-Covid, dopo la flessione registrata nel 2020.

L’importanza di bonus e agevolazioni

“Un contributo significativo ai risultati positivi degli ultimi due anni è stato dato dalle importanti misure di agevolazione fiscale, destinate al comparto, prima fra tutte il Superbonus 110%, e dagli investimenti previsti dal Pnrr che, ricordiamo, attribuisce alla Sicilia quasi 9,5 miliardi di euro destinati alle costruzioni da eseguire entro il 2026 – continua. Basti pensare che in Sicilia solo il Superbonus, secondo il monitoraggio Enea–Mase, nel 2022 ha registrato 17.619 interventi contro i 6.307 del 2021, per un ammontare di poco meno di 3,1 mld contro gli 1,05 mld del 2021, valore triplicato nel giro di un solo anno. Le misure di agevolazione legate al Superbonus, inoltre, hanno innescato un fortissimo interesse anche verso i bonus edilizi ordinari (ristrutturazioni, ecobonus, sismabonus). Un ruolo importante l’ha avuto il settore dei lavori pubblici, che, sebbene investito dalle pesanti tensioni determinate dalla forte crescita dei prezzi delle materie prime e dei prodotti energetici, ha registrato un incremento dei livelli produttivi. Nel 2022, i bandi di gara per lavori pubblicati nella regione manifestano un aumento del +13% nel numero e, addirittura del +548% nell’importo su base annua”. 

Edilizia, settore strategico

“I dati degli ultimi anni ci fanno capire come il settore edile sia strategico nella crescita economica regionale e nazionale – conclude Fresta. Sicuramente, la stretta del credito può generare un problema di liquidità, soprattutto per le piccole e medie imprese, che non solo in Sicilia, ma in tutto il Paese Italia, rappresentano il principale traino per l’economia”. La riprogrammazione del Pnrr non aiuta. “A questo va aggiunta la riprogrammazione del Pnrr – aggiunge Fresta – che, sottraendo risorse soprattutto per il Mezzogiorno, crea incertezze, al di là delle rassicurazioni del Ministro Fitto, e preoccupa i Comuni. In molti casi alcuni enti locali hanno già avviato i cantieri per interventi di rigenerazione urbana o di contrasto al dissesto idrogeologico. Per il 2023 un fattore che incide negativamente sui livelli produttivi del comparto, non solo siciliano, è il depotenziamento del Superbonus e degli altri bonus ordinari, restando ancora irrisolto il problema dei crediti incagliati. I dati delle Casse Edili, per l’anno corrente, dimostrano infatti che, dopo un trend sicuramente positivo degli ultimi due anni, ricominciano a essere in flessione”.

I riflessi sull’occupazione

Un rallentamento che ricade sui lavoratori. “Questo si traduce in contrazione dell’occupazione: nei primi sei mesi del 2023, secondo i dati elaborati dalla Cnce, in Sicilia si è registrata una diminuzione, su base annua, sia in numero di ore lavorate -7,7% (+0,1% per l’Italia) che di lavoratori iscritti -7,1% (+2,2% per l’Italia) – dice ancora. Dobbiamo certamente cogliere questi segnali e intervenire per evitare il blocco del settore, perché se si ferma l’edilizia si arresta anche buona parte della nostra economia. In questo scenario, quindi, è assolutamente necessario creare le condizioni per favorire l’accesso al credito e una programmazione degli interventi del settore, che, soprattutto in Sicilia, richiede particolare attenzione sul fronte delle infrastrutture. Occorre, inoltre, una legislazione finalizzata a favorire la rigenerazione urbana, la riqualificazione energetica e l’adeguamento sismico del patrimonio immobiliare, che utilizzi gli strumenti della leva fiscale, e che – conclude – sia chiara e stabile nel tempo così da agevolare gli investimenti privati”.

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