L’effetto moltiplicatore della spesa pubblica - QdS

L’effetto moltiplicatore della spesa pubblica

Carlo Alberto Tregua

L’effetto moltiplicatore della spesa pubblica

sabato 13 Novembre 2021

Assistenzialismo? No, sviluppo

A Singapore chi non fa il vaccino paga le spese mediche in caso di malattia. In Europa e nel nostro Paese i No vax sono regolarmente assistiti dalla sanità, pagata da tutti i contribuenti. Non senso!

Quasi tutti coloro che si ammalano con il Covid-19 non sono vaccinati. Libertà di scelta, ma non a carico di chi invece è stato diligente.
La spesa sanitaria quest’anno costa all’erario all’incirca 124 miliardi, faticosamente pagati dai contribuenti italiani. Tale spesa è indispensabile, ma da un punto di vista economico non ha un effetto moltiplicatore, per cui si può considerare a perdere.

La questione che poniamo in rassegna oggi riguarda proprio la scelta del Governo di dividere la spesa pubblica del proprio Bilancio (è in corso l’approvazione della Legge 2022) fra investimenti e corrente.
Quasi tutti i partiti e le loro guide di basso livello mentale continuano a tirare il lenzuolo dal proprio lato, cioè chiedono di allentare i cordoni della borsa e quindi aumentare la spesa corrente. Ma la spesa corrente non ha effetto moltiplicatore sulla produzione della ricchezza e del Pil.

Ecco perché il Governo dovrebbe fare il massimo sforzo per ridurre tale spesa corrente e per aumentare quella per investimenti, ovvero la spesa produttiva.
Perché questa scelta? Perché la spesa produttiva ha un effetto moltiplicatore da otto a dieci, quella corrente al massimo da uno ad uno.
Da quanto precede, risulta del tutto evidente come sarebbe conveniente destinare gran parte della spesa dello Stato, delle Regioni, delle Città metropolitane e dei Comuni a investimenti, perché così si potrebbe aumentare la ricchezza prodotta e con essa il Pil.

Ma questa strategia di politica economica dovrebbe essere fatta da persone di buonsenso, oneste, che mettano sul piatto della bilancia i pro e i contro, cioé che coniughino l’esigenza di sorreggere i più deboli, ma contemporaneamente di fare sviluppare il Paese in tutte le direzioni possibili.

Solo gli incompetenti, solo persone di scarsa cultura, solo soggetti che non hanno a cuore le generazioni seguenti, cioé i giovani d’oggi, possono adottare una politica assistenzialistica anziché quella indirizzata allo sviluppo.

Non ci vogliono scienziati per capire questa semplice regola, ci vogliono solo persone di buonsenso. Ma a quanto sembra, in questi decenni di tali individui se ne sono visti pochi, mentre improvvisatori, ex nulla facenti e disoccupati sono andati a occupare improvvidamente gli scranni parlamentari, approfittando del disgusto di metà degli italiani, che non sono andati a votare, e dell’altra metà che l’ha fatto più per interessi personali, per ideologie, per ignoranza che per buonsenso.

Nella vita bisogna sapere per andare avanti. Il Sapere non è gratuito, si acquisisce col sacrificio e con la fame di conoscenza che obbliga a divorare libri (di carta o digitali), ad ascoltare molte informazioni radio-televisive, trascurando quella che circola sul web perché è fatta più di slogan che di argomenti completi e convincenti.

Nulla contro Internet, bene inteso, ma è una fonte che bisogna saper adoperare, mentre la maggior parte delle persone la utilizza a spot e non ha la capacità di collegare le informazioni che assume facendosene un convincimento con la propria testa e non con quella degli altri.

Tornando alla scelta istituzionale fra spesa pubblica corrente e per investimenti, va evidenziato come il Pnrr sia tutto destinato ad investimenti. Ma per utilizzarne le risorse occorrono progetti redatti secondo i regolamenti Ue, con la realizzazione di opere e servizi entro il termine tassativo del 2026. Ciò significa che i cantieri devono essere aperti entro il prossimo anno, pena la perdita di tali finanziamenti.

A riguardo, ricordiamo che essi non sono erogati comunque, bensì in base ai Sal (Stato avanzamento lavori). Cosicché, se le opere non vanno avanti, se i servizi non vengono costruiti e quindi la spesa certificata, i soldi non arrivano.

Sentiamo un vociare di tanti incompetenti che usano ad ogni piè sospinto il Pnrr come se fosse diventato uno slogan, ma di essi nessuno cita le due sottolineature prima indicate: redazione corretta dei progetti e apertura dei cantieri con la realizzazione di opere e servizi.
A buon intenditor…

Tag:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017