Elezioni Catania, Giuffrida: “Per far rinascere la città serve una programmazione decennale” - QdS

Elezioni Catania, Giuffrida: “Per far rinascere la città serve una programmazione decennale”

redazione

Elezioni Catania, Giuffrida: “Per far rinascere la città serve una programmazione decennale”

Vittorio Sangiorgi  |
giovedì 18 Maggio 2023

L'avvocato, sostenuto dall’ex Pm Ingroia, corre con la lista civica “Giuseppe Giuffrida sindaco”

CATANIA – Giuseppe Giuffrida, avvocato candidato alla carica di sindaco per la lista civica che porta il suo nome, ha illustrato il suo programma al QdS.

La macchina amministrativa rischia di incepparsi per via del personale insufficiente. Come pensa di intervenire?
“Non c’è dubbio che il Comune di Catania sia sotto organico, non dico nulla di nuovo. Chiaramente cercherei di sollecitare il Governo a favorire nuove assunzioni, ma è chiaro che, nelle more, si dovrà far fronte con il personale attualmente a disposizione. Credo che lo stesso vada innanzitutto riqualificato, non perché non abbia le capacità, deve soltanto essere motivato. Vedo che in molti uffici non c’è controllo, per cui gli impiegati sono liberi di fare o non fare ciò che credono. Bisogna far capire, senza incutere timore perché non servirebbe a nulla, che con maggiore impegno da parte di tutti le cose andrebbero meglio. Così si otterrebbe anche un ritorno in termini di servizi ai cittadini, che sarebbero più soddisfatti e collaborativi. Quindi credo che, seppur nell’esiguità di dipendenti sui debba cercare di valorizzare la macchina amministrativa, soprattutto evitando una burocratizzazione che oggi appesantisce notevolmente l’attività imprenditoriale e dei servizi sociali”.

Parliamo del funzionamento dei servizi comunali e della digitalizzazione. Pensa di utilizzare il sistema dei totem per la customer satisfaction?
“Sì, senz’altro e non farei solo questo. Nel mio programma ho previsto anche un urban center online che metta in stretta collaborazione e in comunicazione costante e quotidiana l’Amministrazione e il cittadino. Perché il servizio è reso alla cittadinanza, che deve avere l’opportunità di esprimere la propria opinione sul gradimento del servizio, esporre le proprie criticità oppure dare anche giudizi positivi”.

Quali sono le prime tre cose su cui interverrebbe in caso di elezione?
“È difficile stabilire una priorità perché, spiace dirlo, Catania è una città da rifondare. Se dovessi menzionare le questioni più urgenti, senza voler però dire che gli atri temi siano di minore importanza, direi sicuramente i problemi dei rifiuti, della mobilità, dell’occupazione, della dispersione scolastica e del disagio abitativo. Problemi che, nell’immediato, un’Amministrazione sana e responsabile dovrebbe affrontare. Ma, al di là di tutto, dovrebbe cambiare il modo di affrontare questi temi, che credo siano presenti nei programmi di tutti i candidati. Perché, se si ripropongono gli stessi meccanismi resteremo sempre al palo. Serve una programmazione, una progettazione non da qua a sei mesi, ma da qui ai prossimi dieci anni. Bisogna fare rete e agire in un’ottica di programmazione, non con interventi ‘a macchia di leopardo’. Penso, ad esempio, ai criteri che hanno guidato l’istituzione delle Ztl, che sono troppo spesso scollegate tra loro. Queste aree sono state create senza valutare se favorissero o meno gli abitanti, o se andassero a vantaggio delle periferie. Sembra che siano state fatte più sulla pressione delle esigenze dei singoli cittadini che non sulla base di una visione organica”.

Non vi è dubbio che a Catania esista un problema sicurezza e che occorra rafforzare il controllo del territorio. Cosa intende fare, se dovesse diventare sindaco, da questo punto di vista? Come agirebbe per aumentare l’organico dei vigili urbani?
“Questo è un altro dei problemi che assilla Catania. Chiaramente questo problema non riguarda in maniera esclusiva il sindaco, ma soprattutto il Prefetto e le forze dell’ordine. Quindi è chiaro che ci deve essere un’opera di sinergia tra amministrazione e questi Enti. Intensificherei i servizi di videosorveglianza, che sarebbero un deterrente e , nella peggiore delle ipotesi, permetterebbero comunque di assicurare alla giustizia chi commette reati o illeciti. Serve, però, anche un’opera di sensibilizzazione perché, bisogna cambiare il modo di pensare. Anche perché un cittadino che sente la città sua è pronto a far rispettare, in prima persona, le norme di legge e della civile convivenza e a stigmatizzare il comportamento sbagliato. Vanno, inoltre, banditi nuovi concorsi per vigili urbani, non c’è dubbio. A fronte delle 900 unità previste ce ne sono poco più di 200, e alcuni contratti sono in scadenza ad agosto. L’età media è di circa 60 anni, quindi in molti non possono nemmeno stare sulla strada. Cosa che smentisce il luogo comune dei vigili ‘imboscati’.

Come intende valorizzare la zona industriale, un volano incredibile di investimenti e crescita economica eppure degradata, insicura, invivibile?

“Quell’area dovrebbe essere il volano industriale della città, perché ci sono tante aziende di grande spessore, molte delle quali operano soprattutto nella microelettronica, che hanno deciso di investire a Catania. Ma è chiaro che vogliono avere quantomeno il minimo sindacale dei servizi. Perciò bisognerebbe sistemare le strade, illuminarle, garantire la sicurezza ed evitare il problema delle inondazioni. Problema che si può risolvere con la pulizia dei canali esistenti. Si tratterebbe, sostanzialmente, di una manutenzione ordinaria, che permetterebbe però un salto di qualità. Inoltre va collegata con un adeguato sistema di trasporto su gomma, perché anche questo chiedono gli imprenditori”.

Quali sono le infrastrutture che servono di più alla città? Come reperire le risorse?
“Nell’ambito delle opere pubbliche ci sono delle grandi incompiute, a cominciare dal Piano regolatore. Sono, ormai, sessant’anni che non si riesce ad attuarlo ma si è sopperito, purtroppo, con varianti urbanistiche che certo non fanno bene perché, anche in questo caso, non vengono inserite in una programmazione più generale ma sono fatte ad hoc per singoli interessi di gruppi privati. Altri interventi da realizzare sono il canale di gronda e l’impianto di depurazione. Senza dimenticare il tema della forestazione, a Catania dovremmo avere sempre più parchi e spazi verdi, previsti da anni ma mai realizzati. Le risorse? C’è il ‘treno’ Pnrr da non perdere, ci sono gli altri fondi comunitari, nazionali e regionali. Quindi è questione di mettersi a tavolino ed attuare progetti seri e lungimiranti”.

La Tari più alta d’Italia e l’evasione fiscale che sfiora il 50%. Inoltre, sono tantissimi gli immobili fantasma: come pensa di agire su questi fronti?
“Credo che il Comune non abbia fatto più di tanto per cercare, anzitutto, di fare un censimento di chi evade. Anche le azioni di riscossione, fatto salvo il periodo dell’emergenza Covid, non sono state efficaci. Nel programma ho inserito un istituto, già previsto per legge, che darebbe dignità a chi non può pagare. Si tratta del cosiddetto baratto amministrativo, già applicato altrove, che prevede la possibilità -per chi ha difficoltà economiche – di pagare il tributo con la propria opera lavorativa. Sulla Tari, poi, attuando il principio secondo cui “chi meno inquina meno paga” e pur mantenendo una percentuale fissa , si creerebbe un meccanismo virtuoso che incentiverebbe il cittadino a produrre meno rifiuti”.

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