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Eni-Gela, storia di un “antico” rapporto proiettato nel futuro

redazione

Eni-Gela, storia di un “antico” rapporto proiettato nel futuro

martedì 28 Febbraio 2023

Dalla bioraffineria a Eni Rewind, tutti i progetti che puntano sullo sviluppo del territorio. Negli impianti gelesi una forza lavoro di 1.070 unità: il 98% degli impiegati residenti in Sicilia

Quello tra Eni e Gela è un legame che ha radici profonde, testimoniato dal lungo e proficuo rapporto tra l’azienda e la cittadina siciliana. Un rapporto che è sempre stato scandito dalla costante ricerca dell’innovazione, dalla capacità di proiettarsi nel futuro accettando e vincendo le sfide del domani. Un concetto, quello appena esposto, che non rimane soltanto “sulla carta”, ma che si sostanzia e si concretizza grazie all’impegno quotidiano di Eni. Per certificare questa affermazione basterebbe snocciolare i numeri relativi al valore occupazionale di Eni nella realtà nissena ed isolana.

Nel 2022, infatti, la forza lavoro nelle varie realtà di Eni a Gela ha toccato quota 1.070 unità. Il 98% di questi sono residenti in Sicilia e il 74% proprio nel Comune di Gela. A questo dato prettamente numerico, benché sicuramente significativo, vanno aggiunti quelli relativi alla strategia e alla mission aziendale. Sono infatti tanti gli investimenti sul territorio gelese, numerosissimi i progetti elaborati dall’azienda nell’intento di fare della città un vero e proprio hub energetico, un moderno presidio che – in contrapposizione con la vulgata che descrive il Sud e la Sicilia in costante “ritardo” rispetto al Settentrione d’Italia – può legittimamente porsi come esempio virtuoso per tutto il continente europeo.

Sono attualmente tre le principali realtà tramite le quali Eni “si muove” nel territorio gelese: la bioraffineria della società RaGe, Enimed che opera nell’estrazione di idrocarburi sia onshore (a terra) che offshore (a mare) ed Eni Rewind che gestisce le attività di risanamento ambientale. A queste realtà ben strutturate si aggiungono, poi, l’impegno in ambito educativo e formativo. Basti pensare, a tal proposito, alle attività svolte dal Safety competence center e dalla Eni corporate university, dalla società chimica Versalis e dalle diverse funzioni di supporto al business, tra cui Energy Solutions. Senza dimenticare, poi, il lungimirante e proficuo lavoro portato avanti nell’ambito del “mondo” Eniscuola. Avviata nell’agosto 2019 la bioraffineria è progettata per trattenere cariche unconventional 100% della capacità di lavorazione ed è una delle poche bioraffinerie al mondo a elevata flessibilità operativa.

Nel 2020 è stata raggiunta la piena operatività del sito: i volumi di lavorazione di oli vegetali per il ramp-up della produzione di biocarburanti hanno raggiunto le 710 mila tonnellate, valore più che raddoppiato rispetto alle 400 mila tonnellate del 2019, mentre le produzioni di biocarburanti sono quintuplicate rispetto al 2019. La realizzazione della bioraffineria garantisce il miglioramento di tutte le matrici ambientali grazie all’abbattimento delle emissioni (SO2 , NOX, CO, polveri) superiore al 70% rispetto al ciclo tradizionale. Ed è proprio per l’ultimo aspetto analizzato che la bioraffineria rientra a pieno titolo nel percorso di decarbonizzazione intrapreso da Eni teso al raggiungimento dell’obiettivo di neutralità carbonica entro il 2050 per l’abbattimento delle emissioni su tutta la filiera. Risponde alla medesima strategia il programma “Leak Detection and Repair”, attivo anch’esso dal 2019, tramite il quale la società Eni Mediterranea idrocarburi (EniMed) esegue periodiche campagne di monitoraggio e intervento su tutti gli impianti. Ciò ha consentito di ottenere una riduzione di emissioni fuggitive di metano pari, circa, al 60% rispetto al dato registrato nel periodo precedente all’avvio del programma.

Ma di cosa si occupa e come opera, nel dettaglio, EniMed?

L’impegno per raggiungere la neutralità carbonica conoscerà presto un altro importante capitolo, cioè quello del progetto Argo-Cassiopea per il trattamento e la compressione del gas naturale, che sarà approfondito più avanti. Ma di cosa si occupa e come opera, nel dettaglio, EniMed? La società del “cane a sei zampe” gestisce le attività di produzione e trattamento di idrocarburi in Sicilia. EniMed opera con tecnologie avanzate tese all’efficienza dei processi tecnologici e alla salvaguardia dell’ambiente, nonché alla salute e alla sicurezza dei lavoratori. Dal Centro direzionale di Gela sono indirizzate e coordinate le operazioni di 4 Centri Olio, 3 piattaforme offshore e 3 centrali gas distribuite sul territorio siciliano. Anche quella di Enimed è una storia di successo, di crescita e sviluppo costanti. A testimoniarlo i numeri raggiunti nei dodici mesi dello scorso anno, quando la produzione di idrocarburi si è attestata a 10.850 barili di olio equivalente al giorno.

Nelle strategie aziendali di Eni assume un’importanza straordinaria e di primo piano anche l’economia circolare, ovvero quel sistema pensato per potersi rigenerare da solo e che garantisce quindi l’ecosostenibilità. Un modello di sviluppo che, è evidente, da qui ai prossimi anni sarà una vera e propria ”stella polare”, per cittadini, imprese ed istituzioni. Anche in questo caso Eni ha saputo bruciare le tappe, avviando già da tempo l’attività di Eni Rewind. Come suggerisce il nome, quest’ultima opera in ossequio ai principi ed ai valori dell’economia circolare, con l’intento di valorizzare i terreni, le acque e i rifiuti, industriali o da bonifica, attraverso progetti di risanamento e di recupero delle risorse, in Italia e all’estero. La strategia di Eni Rewind si articola attraverso diversi punti cardine, che corrispondo ai più significativi ambiti d’azione nell’ottica della già citata economia circolare. Per ridurre il consumo di suolo, problematica quanto mai attuale ma spesso sottovalutata, si punta – ad esempio – alla riqualificazione delle aree contaminate. In queste aree, poi, vengono insediate nuove attività produttive ed ecosostenibili, allo scopo di rilanciare l’economia locale. Il risanamento ambientale, perciò, consente non soltanto di eliminare la contaminazione ma offre nuovi spazi destinati alla produzione di energia da fonti rinnovabili.

Nello stesso programma rientrano le attività di water management, vale a dire quelle tese alla bonifica ed alla gestione sostenibile delle acque mediante un sistema integrato di intercettazione e trattamento dell’acquifero. Trattamento che rende possibile la loro depurazione e il successivo riutilizzo nei cicli produttivi.

Come spesso accade, infatti, il mondo delle imprese ha la capacità di andare oltre, di essere resiliente, di innalzare la bandiera dell’innovazione. Un identikit che sembra particolarmente adatto per descrivere ciò che Eni ha saputo rappresentare in questi anni e, soprattutto, quello che vorrà rappresentare da qui ai prossimi. Perché le idee vincenti riescono sempre ad avere la meglio ed affermarsi, anche a dispetto delle difficoltà e delle contingenze avverse che “consiglierebbero” di fare un passo indietro.

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