Enna, maxi sequestro nei confronti di condannato per mafia

Enna, maxi sequestro da un milione di euro nei confronti di condannato per mafia

Daniele D'Alessandro

Enna, maxi sequestro da un milione di euro nei confronti di condannato per mafia

Redazione  |
martedì 19 Dicembre 2023

I Carabinieri del Comando Provinciale di Enna hanno eseguito un provvedimento di sequestro di beni nei confronti di Giuseppe Pecorino

I Carabinieri del Comando Provinciale di Enna hanno eseguito un provvedimento di sequestro di beni emesso, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta, dall’Ufficio Misure di Prevenzione del Tribunale nisseno nei confronti di Giuseppe Pecorino, soggetto già condannato in via definitiva per associazione mafiosa nell’ambito dell’operazione denominata “Fiume Vecchio”, condotta nel 2011 e che aveva portato all’arresto del predetto e di numerosi esponenti delle locali famiglie mafiose di cosa nostra.

L’indagine

L’ articolata indagine di natura patrimoniale – coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta, ha portato all’emissione di provvedimento di sequestro di numerosi beni mobili e immobili riconducibili al predetto Pecorino. Nel provvedimento si riconosce l’attuale pericolosità sociale del proposto, soggetto appartenente a Cosa Nostra sin dagli anni ottanta e già vicino al capo mandamento Giuseppe Madonia nonché al defunto Luigi Ilardo. Il profilo soggettivo di Pecorino Giuseppe si è evidenziato sulla scorta tanto di dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia dell’area ennese che lo indicavano quale responsabile per le attività estorsive nelle zone di Dittaino, Catenanuova e Leonforte, quanto di attività indagini tecniche svolte da Carabinieri di Enna. Proprio dette risultanze investigative ne hanno comportato, come già in precedenza accennato, la condanna definitiva, alla pena di quattro anni e otto mesi di reclusione.

Sequestrati immobili e conto corrente

Quanto al profilo oggettivo gli accertamenti patrimoniali hanno consentito di accertare la sussistenza di una sproporzione del patrimonio riconducibile al predetto ed al suo nucleo familiare rispetto ai redditi dimostrabili. Il provvedimento ablatorio ha avuto ad oggetto un complesso aziendale operante nel settore agricolo, alcuni fabbricati nel Comune di Agira, un appartamento con relative pertinenze a Catania, tre veicoli, le quote di altri immobili siti sempre ad Agira, nonché un conto corrente bancario, il tutto per un valore stimato di circa un milione di euro.

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